Lavoro, se ti ammali il capo ti licenzia: senza quest’azione ti straccia il contratto davanti agi occhi | Rimedia subito
L’assenza dal lavoro per malattia deve essere accompagnata dalla comunicazione tempestiva delle motivazioni: ecco la procedura.
Il tema delle assenze dal lavoro, in particolare quelle per malattia, è sempre stato oggetto di grande attenzione nelle dinamiche tra datore di lavoro e lavoratore. Quando un dipendente si trova nell’impossibilità di recarsi al lavoro, è fondamentale che comunichi tale assenza con tempistiche e modalità precise, al fine di evitare malintesi o, peggio, conseguenze disciplinari. Il contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL) disciplina in modo dettagliato questo genere di situazioni, prevedendo anche sanzioni in caso di inosservanza.
Il rapporto tra datore di lavoro e dipendente si fonda su una serie di obblighi reciproci, tra cui quello di informare tempestivamente l’azienda in caso di malattia. L’assenza di tale comunicazione può avere ripercussioni molto serie, arrivando fino al licenziamento. Tuttavia, non tutte le violazioni comportano lo stesso tipo di sanzione: è importante distinguere tra casi di ritardo nella comunicazione e quelli in cui essa viene del tutto omessa.
È interessante notare come la giurisprudenza abbia spesso dovuto pronunciarsi su questioni legate all’assenza ingiustificata, chiarendo i limiti e le condizioni in cui una mancata comunicazione può portare a un licenziamento. Le norme contrattuali, infatti, non lasciano ampio margine di discrezionalità su questo tema, prevedendo regole precise che sia il lavoratore che l’azienda devono rispettare. Non basta, ad esempio, essere effettivamente malati: se non si rispettano le tempistiche di avviso e invio del certificato medico, la mancanza può essere considerata grave.
La Corte di Cassazione è intervenuta più volte su queste questioni, consolidando principi importanti che riguardano la corretta interpretazione delle norme del CCNL. Ma come si arriva, in concreto, a considerare un’assenza ingiustificata? E quali sono i passaggi giuridici che portano a una decisione di licenziamento?
Cosa troverai in questo articolo:
La Corte di Cassazione e il tema delle assenze ingiustificate
Nel 2017, la sentenza n. 26465 della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su un punto centrale: l’assenza dal lavoro per malattia deve essere accompagnata dalla comunicazione tempestiva delle motivazioni. In altre parole, il lavoratore ha l’obbligo di avvertire il datore di lavoro entro il primo giorno di assenza e di fornire entro due giorni il certificato medico attestante la malattia. Se questa procedura non viene rispettata, il CCNL prevede sanzioni, fino al licenziamento.
Tuttavia, esiste la possibilità di evitare il licenziamento se il lavoratore riesce a dimostrare che la mancata comunicazione è dovuta a un giustificato impedimento. Questo elemento può giocare un ruolo fondamentale nelle decisioni dei giudici.
Il significato di “assenza ingiustificata”
Secondo i giudici della Suprema Corte, l’assenza ingiustificata non dipende solo dall’effettiva condizione di malattia, ma dal mancato adempimento degli obblighi di comunicazione previsti dal contratto collettivo. In questo contesto, anche un’assenza motivata da una condizione medica reale può essere considerata ingiustificata se non viene rispettata la procedura stabilita dal CCNL. Il lavoratore, quindi, rischia sanzioni severe, tra cui il licenziamento con preavviso, se non comunica tempestivamente la sua assenza, indipendentemente dalla sua reale impossibilità a lavorare.
La Corte ha inoltre sottolineato che queste disposizioni non sono da intendersi come meri formalismi, ma come parte integrante degli obblighi contrattuali che il lavoratore deve rispettare. Il mancato adempimento degli obblighi di comunicazione, infatti, influisce sul corretto funzionamento dell’azienda, che deve essere informata prontamente per gestire al meglio l’assenza del dipendente.