Stipendio, aumenti in arrivo: l’Europa questa volta non ci va leggera | Tutti obbligati a rispettare le nuove regole

Banconote da 50 euro

Banconote da 50 euro (Depositphotos) www.managementcue.it

Retribuzioni, rincari imminenti: l’Europa stavolta non fa sconti. Obbligo di adeguarsi alle nuove norme. E l’Italia?

Il calcolo degli stipendi in Italia è un tema che coinvolge vari fattori, tra cui le dinamiche economiche, il costo della vita e le contrattazioni collettive. Nel nostro Paese, infatti, il sistema di contrattazione collettiva copre una larga parte della forza lavoro, assicurando condizioni economiche e lavorative minime a diversi settori produttivi. Questo sistema è il principale meccanismo attraverso il quale vengono stabiliti i livelli salariali.

La contrattazione collettiva permette ai lavoratori di ottenere un compenso più equo in base alle categorie professionali, considerando i parametri stabiliti in ogni singolo contratto nazionale. Tuttavia, nonostante questa protezione, non tutti i settori garantiscono le stesse condizioni salariali, creando così disuguaglianze significative tra diverse categorie di lavoratori. Questo meccanismo, sebbene funzionale, lascia spazio a discussioni su possibili miglioramenti.

Recentemente, si è tornato a parlare di salario minimo a livello europeo, con particolare riferimento alla direttiva Ue n. 2041/2022, che impone agli Stati membri di adeguare i propri sistemi di retribuzione entro novembre 2024. Tuttavia, il salario minimo non ha trovato applicazione in Italia, poiché la copertura offerta dalla contrattazione collettiva supera la soglia necessaria per obbligare l’introduzione di un minimo legale.

Altri paesi europei, invece, si trovano nella situazione di dover implementare nuove misure per garantire salari minimi che rispecchino il costo della vita attuale e tutelino maggiormente i lavoratori a basso reddito. La situazione in Europa varia molto da Stato a Stato, con nazioni che hanno già introdotto il salario minimo e altre che stanno ancora discutendo la questione.

Cosa dice la direttiva europea sul salario minimo

La direttiva europea introduce l’obbligo per i Paesi membri di garantire che i lavoratori abbiano un salario adeguato, rivalutato periodicamente in base all’andamento dei prezzi. Questa misura mira a proteggere i lavoratori dall’erosione del potere d’acquisto e a ridurre le disuguaglianze tra lavoratori a basso e medio reddito. Paesi come la Romania, la Francia e la Germania hanno già programmato aumenti salariali per i prossimi mesi, rispettando le disposizioni della direttiva.

Inoltre, la direttiva incoraggia gli Stati membri a rafforzare le contrattazioni collettive, specialmente laddove la copertura sia inferiore all’80% della forza lavoro. Gli Stati devono anche garantire che i meccanismi di revisione del salario minimo tengano conto di fattori come la produttività e la crescita economica, così da evitare che i lavoratori restino indietro rispetto al costo della vita. Obbligatorio è anche il monitoraggio continuo delle condizioni lavorative e salariali, per prevenire il fenomeno del lavoro povero.

Conteggio dello stipendio
Conteggio dello stipendio (Depositphotos) www.managementcue.it

L’ Italia è già in regola con la direttiva

In Italia, il sistema di contrattazione collettiva copre la quasi totalità dei lavoratori, rendendo il nostro Paese già conforme ai requisiti della direttiva europea. Nonostante ciò, esiste il problema del dumping contrattuale, con aziende che applicano contratti collettivi meno favorevoli tramite sindacati minori. Il governo italiano sta lavorando per rafforzare il sistema della contrattazione collettiva, introducendo misure che migliorino le condizioni economiche dei lavoratori più svantaggiati.

In aggiunta, si sta valutando l’introduzione di un trattamento economico complessivo minimo per evitare ulteriori discrepanze tra settori. Questo nuovo approccio prevede che i contratti collettivi più rappresentativi definiscano standard salariali minimi da applicare a tutte le categorie, ponendo fine alla pratica di sfruttare sindacati meno influenti per abbassare i livelli retributivi. Tuttavia, la strada è ancora in salita, e restano questioni da risolvere, come l’aumento delle retribuzioni per i lavoratori che attualmente guadagnano meno di 9 euro l’ora.