Raggiunto il quorum per il referendum sulla cittadinanza italiana: in marcia verso il cambiamento

Citizenship concept: hand hold Italian passport in front of Colosseum in Rome.

Il dibattito sul diritto alla cittadinanza ha assunto un ruolo centrale nel panorama politico italiano degli ultimi anni poiché viene richiesto che rispecchi l’evoluzione sociale e demografica del paese. Sempre più persone nate o cresciute in Italia da genitori stranieri si trovano in una sorta di limbo giuridico, spesso prive della cittadinanza italiana nonostante abbiano vissuto tutta la loro vita nel territorio nazionale. Questo ha portato all’avvio di iniziative politiche e popolari per riformare le attuali leggi sulla cittadinanza, con la prospettiva di rendere più agevole il processo di acquisizione della cittadinanza per chi è nato in Italia da genitori stranieri o per chi vi ha vissuto per molti anni.

Referendum cittadinanza italiana, di cosa si tratta

Un possibile strumento di cambiamento è proprio il referendum. Si parla ormai da tempo della possibilità di indire un referendum sulla cittadinanza, il cui obiettivo principale sarebbe quello di modificare l’attuale legge, ancorata ai criteri dello ius sanguinis. Tale sistema attribuisce la cittadinanza in base alla discendenza, limitando la possibilità di ottenerla per chi è nato in Italia da genitori stranieri.

I promotori del referendum puntano a introdurre criteri di cittadinanza più inclusivi, basati sullo ius soli o su varianti dello ius culturae, che tengano conto della formazione scolastica e dell’integrazione culturale di chi è cresciuto nel paese. Nel corso degli anni, si è assistito a vari tentativi di riforma della legge sulla cittadinanza, ma nessuno ha avuto il successo sperato. Le proposte legislative, come quella dello ius soli temperato o dello ius culturae, hanno incontrato forti resistenze, sia in Parlamento che nell’opinione pubblica. L’introduzione di un referendum si pone dunque come una strada alternativa per superare lo stallo legislativo e per dare voce direttamente ai cittadini su una questione di grande rilevanza sociale.

Cosa prevede il referendum

La proposta di referendum sulla cittadinanza mira a cambiare la legge attualmente in vigore, che prevede un iter lungo e complesso per l’ottenimento della cittadinanza italiana per chi non ha genitori italiani. Al centro della discussione c’è la possibilità di introdurre lo ius soli o una sua forma attenuata. Lo ius soli puro, presente in vari paesi come gli Stati Uniti, prevede che chiunque nasca sul suolo nazionale acquisisca automaticamente la cittadinanza del paese di nascita.

Tuttavia, in Italia si sta discutendo di forme più moderate, come lo ius soli temperato, che prevede la concessione della cittadinanza a chi nasce in Italia, ma solo se i genitori risiedono legalmente e stabilmente nel paese da un certo numero di anni.Un’altra opzione in esame è quella dello ius culturae, che si basa sull’idea che chi ha completato un ciclo di studi in Italia e dimostra di essere integrato nella società possa ottenere la cittadinanza, indipendentemente dalla nazionalità dei genitori.

Questa proposta tiene conto non solo del luogo di nascita, ma anche del percorso di integrazione e formazione culturale. Lo scopo di queste iniziative è facilitare il percorso di cittadinanza per le seconde generazioni, evitando che giovani nati e cresciuti in Italia rimangano cittadini di serie B, privi di diritti fondamentali come il voto o la possibilità di partecipare appieno alla vita sociale e politica del paese.

Referendum cittadinanza italiana, a che punto siamo

Dal punto di vista teorico sembrerebbe tutto molto bello ma a conti fatti, a che punto siamo? Nonostante l’entusiasmo iniziale e la mobilitazione di molte organizzazioni della società civile, il cammino verso il referendum sulla cittadinanza è tutt’altro che facile. Perché un referendum venga indetto in Italia, è necessario superare diverse fasi procedurali, a partire dalla raccolta di almeno 500.000 firme valide. Questo passaggio richiede una forte partecipazione popolare e un’organizzazione capillare sul territorio che non è mancata. Infatti almeno la prima fase di raccolta delle 500.000 firme è stata raggiunta ed anche superata!

Inoltre, l’iter referendario deve ottenere il nulla osta da parte della Corte Costituzionale, che verifica la conformità del quesito referendario ai principi fondamentali della Costituzione italiana.
Non sono pochi gli ostacoli da superare. Tra questi, vi è l’opposizione di una parte consistente del mondo politico, che teme che l’introduzione dello ius soli o dello ius culturae possa incoraggiare nuovi flussi migratori e cambiare radicalmente l’assetto sociale del paese. Inoltre, c’è il rischio che la questione della cittadinanza venga strumentalizzata nel dibattito pubblico, diventando un tema divisivo in grado di polarizzare l’elettorato.

Tuttavia, il tema rimane al centro del dibattito politico, soprattutto alla luce dei cambiamenti demografici che l’Italia sta vivendo. Le nuove generazioni di italiani con background migratorio rappresentano ormai una parte significativa della popolazione giovanile, e la mancata riforma delle leggi sulla cittadinanza potrebbe portare a tensioni sociali sempre più evidenti. Anche la comunità internazionale guarda con attenzione all’evoluzione di questa situazione, riconoscendo l’importanza di garantire diritti civili e politici a tutte le persone che vivono stabilmente in un paese, indipendentemente dalla loro origine.