Lavoro, se ti infortuni non sempre ti spetta un risarcimento: in queste situazioni ti ritrovi con un pugno di mosche

Lavoratore con casco

Lavoratore con casco (Pixabay) www.managementcue.it

Ecco cosa succede che subisci un incidente sul lavoro.

La sicurezza sul lavoro è un tema fondamentale per garantire il benessere dei lavoratori. Ogni ambiente lavorativo, a prescindere dal settore, deve essere dotato di misure preventive volte a minimizzare i rischi e a proteggere l’integrità fisica e psicologica di chi vi opera. Tuttavia, nonostante le precauzioni, gli infortuni possono comunque verificarsi. In questi casi, il sistema di protezione offerto dall’INAIL diventa cruciale per tutelare il lavoratore e garantirgli il giusto supporto economico durante la fase di recupero.

L’infortunio sul lavoro può manifestarsi in vari modi: da un incidente immediato a un danno progressivo causato da condizioni lavorative poco sicure. Un aspetto importante è che l’infortunio non deve necessariamente verificarsi durante l’orario di lavoro, ma può anche essere conseguenza di attività correlate, come il percorso casa-lavoro, noto come infortunio in itinere. In questi casi, il lavoratore ha diritto a un trattamento economico che compensa la mancata capacità di svolgere le proprie mansioni per il periodo di inabilità.

Ogni incidente viene valutato attentamente per determinare se vi siano le condizioni per la tutela assicurativa. L’INAIL riconosce il diritto all’indennizzo solo in presenza di specifici requisiti, come una causa violenta, un danno fisico o psicologico al lavoratore e un nesso tra l’incidente e l’attività lavorativa. Se tutti questi criteri sono soddisfatti, l’infortunio viene riconosciuto come indennizzabile e al lavoratore spettano diverse forme di compensazione, a seconda della gravità e della durata dell’inabilità.

Oltre all’indennità, un aspetto di tutela fondamentale è il diritto alla conservazione del posto di lavoro. Durante il periodo di infortunio, il lavoratore non può essere licenziato, garantendo così una protezione contro eventuali difficoltà economiche derivanti dalla perdita dell’occupazione. Questo periodo è stabilito dai contratti collettivi, che fissano anche il massimo tempo di aspettativa non retribuita che il lavoratore può richiedere.

La protezione dell’inail: quando scatta il diritto all’indennizzo

Perché un infortunio sia riconosciuto e indennizzato dall’INAIL, è necessario che sussistano determinati elementi, tra cui una causa violenta che danneggi l’integrità psicofisica del lavoratore. Questa causa deve operare in modo rapido ed esterno, come nel caso di esposizione a sostanze tossiche, incidenti improvvisi o sforzi muscolari eccessivi. Inoltre, il danno deve verificarsi durante l’esecuzione delle mansioni lavorative, anche se non necessariamente nell’orario standard di lavoro.

Una particolare attenzione va posta all’infortunio in itinere, ovvero quello che si verifica durante il tragitto per recarsi al lavoro o per tornare a casa. Anche questi casi possono essere indennizzati, purché non ci siano interruzioni o deviazioni volontarie nel percorso che non siano giustificate da cause di forza maggiore o esigenze familiari, come l’accompagnamento dei figli a scuola.

Lavoratore sul campo
Lavoratore sul campo (Pixabay) www.managementcue.it

Cosa non viene indennizzato dall’inail

Non tutti gli incidenti sono coperti dall’INAIL. Ad esempio, non vengono riconosciuti gli infortuni avvenuti fuori dal contesto lavorativo, come a casa o in spazi privati. Inoltre, comportamenti volontari e imprudenti del lavoratore, come l’uso di sostanze alcoliche o stupefacenti, non danno diritto all’indennizzo. In questi casi, si parla di rischio elettivo, ossia di un rischio che deriva da scelte arbitrarie e personali del lavoratore, estranee all’attività lavorativa e quindi non tutelabili.

Il rischio elettivo si verifica, infatti, quando il lavoratore sceglie consapevolmente di intraprendere un’azione che non ha alcun legame con le sue mansioni o con l’ambiente di lavoro, mettendo in pericolo la propria sicurezza senza che vi sia alcuna connessione con l’attività professionale. Questo tipo di comportamento esonera l’INAIL dall’obbligo di copertura, poiché si tratta di situazioni non correlate né necessarie all’esecuzione delle attività lavorative.