Come ormai tutti sappiamo, la magica Parigi è stata scelta come città per ospitare i Giochi Olimpici del 2024. Ed è proprio all’ombra della Torre Eiffel e ai piedi del Sacré Coeur de Montmartre , che per la prima volta nella storia delle Olimpiadi si è raggiunta l’uguaglianza numerica tra i partecipanti di sesso femminile e quelli di sesso maschile. Le Olimpiadi, da sempre, sono considerate di grande supporto all’emancipazione femminile ma questo è un traguardo che sembra essere quasi una burla. Perchè? Beh, semplice! Basti pensare che i Giochi Olimpici sono nati dall’idea di Pierre de Coubertin, parigino che considerava le donne poco estetiche nello sport motivo per il quale le aveva escluse dalla gara.
Citando le sue testuali parole aveva giudicato lo sport femminile come:
la cosa più antiestetica che gli occhi umani potessero contemplare.
Talmente antiestetica che adesso non solo le donne gareggiano alla pari degli uomini, ma portano a casa fior fior di medaglie nella loro estetica più bella: quella dell’essere fieramente donne!
Per ogni Pierre de Coubertin che impone un divieto, c’è una Stamata Revithi che lo sfida. Ebbene sì. Durante le Olimpiadi di Atene del 1896, la maratoneta Stamata sfida il divieto imposto dal francese e corre i 40km della maratona. Quattro anni dopo questo gesto eroico, durante le Olimpiadi di Parigi del 1900 vennero ufficialmente aperte le porte alle donne con la partecipazione di 22 atlete, rappresentanti solamente il 2% del totale. All’inizio per le donne non era possibile gareggiare in tutti gli sport ed infatti furono ammesse solo per il tennis, il golf e la vela. Proprio in quest’ultima disciplina, Helene de Pourtales divenne la prima campionessa donna .
Nel 1922 a Parigi furono organizzati i primi Giochi mondiali femminili da parte di Alice Milliat e la partecipazione portò ad un così elevato entusiasmo che il Comitato Olimpico diede il permesso alle donne di partecipare alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928. La svolta definitiva della partecipazione femminile fu alle Olimpiadi del 1968 in Messico alle quali parteciparono 845 donne su un totale di 7200 gareggianti.
L’agenda delle Nazioni Unite ha come punti fondamentali non solo la sostenibilità ambientale ma anche e soprattutto la parità di genere. Parità che sembrerebbe essere alla base delle Olimpiadi che si stanno svolgendo in questi giorni a Parigi. Per la prima volta nella storia dei Giochi Olimpici per ogni atleta donna ci sarà uno e solamente un atleta uomo. Anche per chi non è un genio in matematica, la proporzione appare elementare. 1:1.
Queste Olimpiadi si tingono di rosa e di prime volte. Perchè se da una parte è la prima volta che il numero delle donne partecipanti è esattamente lo stesso di quello degli uomini, è anche la prima volta che appare una donna nel logo. Infatti il logo delle Olimpiadi di Parigi 2024 rappresenta Marianne, la raffigurazione femminile della repubblica francese.
Altra novità di Parigi 2024 è l’introduzione di nuovi sport quali ad esempio la breakdance che si aggiunge all’arrampicata, allo skateboard e al surf.
Ma se da una parte sono state abbattuti i muri di disuguaglianza tra gli atleti, dall’altra sono ancora alti e spessi i muri che esistono nell’entourage degli stessi. Tra le persone che lavorano con gli atleti vi è ancora una grossa disparità di sesso che porta il numero di donne ricoprenti ruoli di spessore ad essere ancora eccessivamente basso. Ma non è questo il luogo adatto per parlare di quanto ancora ci voglia affinchè le donne possano finalmente ricoprire ruoli a loro consoni. Ma è il luogo giusto per ricordare che, come diceva il buon vecchio Ovidio “Gutta cavat lapidem” e che il non arrendersi porta sempre ad una vittoria. Anche se magari passano anni o anche secoli, e tu di quella vittoria non riesci a goderne i frutti. Ma i tuoi posteri si!
Se Stamata Revithi si fosse arresa, se non avesse corso 40km contro tutti quelli che le dicevano di non farlo, oggi forse non vi sarebbero donne a gareggiare e vincere medaglie alla pari degli uomini. Quindi si, queste Olimpiadi più che un traguardo sono un punto di partenza; una sorta di pit stop da cambio gomme durante un circuito a Maranello. Si raggiunge un obiettivo, si cambiano le gomme, si riparte più forti di prima al suon di “Grazie ragazze”.