Il mondo ha un altro Presidente donna. Ebbene si, dopo le più conosciute Sirimavo Bandaranaike, primo ministro dello Sri Lanka per tre mandati, Indira Gandhi, primo ministro indiano e Margaret Thatcher, primo ministro inglese, giusto per citarne qualcuna, è arrivato il momento di Claudia Sheinbaum che, con una percentuale che va dal 58,3% al 60,7%, ha stravinto le elezioni in Messico.
Le sue prime parole sono state:
Per la prima volta nei 200 anni della Repubblica, il Messico avrà una donna presidente e sarà una trasformazione. Grazie a tutti i messicani. Oggi abbiamo dimostrato con il nostro voto che siamo un popolo democratico. Questo è il trionfo del popolo del Messico, della rivoluzione pacifica delle coscienze e del riconoscimento del nostro popolo, a cui è chiaro l’obbligo di continuare e avanzare con la ‘Cuarta Transformación de la Vida Pública de México.
Ma cerchiamo di conoscerla meglio.
Claudia Sheinbaum nasce nel 1962 a Città del Messico. Studia fisica all’Università nazionale autonoma del Messico e prende un dottorato in ingegneria energetica all’Università di Berkeley, in California. Da sempre conosciuta come “La Doctora” per la sua brillante esperienza accademica, ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 2007 avendo preso parte al gruppo degli scienziati del clima delle Nazioni Unite. Entra in politica nel 2000 e nel 2015 diventa capo del distretto di Thalpan. Il 2 giugno viene eletta come prima donna Presidente del Messico sostituendo l’uscente Andres Manuel Lopez Obrador.
Claudia Sheinbaum ha sempre avuto le idee chiare: il suo primo obiettivo, se fosse diventato Presidente, sarebbe stato quello di continuare con le politiche sociali ed economiche già intraprese dall’ex Presidente mantenendo un governo il più possibile onesto. Altri elementi fondamentali della sua politica sono la lotta contro la violenza di genere visto che il Messico nel 2023 ha contato più di 3000 donne uccise e la riduzione della criminalità introducendo programmi contro la violenza.
Claudia Sheinbaum è solo l’ultima di una serie di donne che negli anni hanno ricoperto ruoli di potere in un mondo prevalentemente maschilista ed averlo fatto il 2 giugno, giorno in cui 78 anni fa milioni di donne in Italia hanno votato in massa facendo valere la propria opinione, sembra quasi essere un chiaro segno del destino.
Non sono poche le donne che hanno ricoperto ruoli primari soprattutto in politica. Basti menzionare le già sopra citate Sirimavo Bandaranaike ed Indira Gandhi, o anche Golda Meir, primo ministro di Israele ma anche la più conosciuta Margaret Thatcher e Gro Harlem Brundtland, primo ministro norvegese. Oppure le più recenti Angela Merkel, primo cancelliere tedesco ed Ellen Johnson Sirleaf, prima donna eletta presidente di uno stato africano.
Ma quanto è importante la presenza femminile nel mondo politico? Beh, senza ombra di dubbio, tanto. La presenza del sesso femminile in poltica rafforza la legittimità del governo stesso e non riguarda solo la parità di sesso ma dà forza al processo decisionale grazie a vedute diverse ed a competenze uniche che portano a mettere in atto prospettive differenti per il raggiungimento di un obiettivo comune.