Attualità

Francia: l’aborto entra nella Costituzione

Con 780 voti favorevoli su 925 presenze tra deputati e senatori, in Francia è stato inserito il diritto all’aborto nella Costituzione. Una decisione storica.

Il Paese delle rivoluzioni e delle lotte in piazza, a suon di:

“Aux armes, citoyens !

L’étendard de la guerre est déployé ; le signal est donné.

Aux armes ! Il faut combattre, vaincre ou mourir.”

(Alle armi, cittadini!

Lo stendardo di guerra è spiegato; è dato il segnale.

Alle armi! Si deve combattere, vincere o morire.)

(La Marsigliese-Inno ufficiale francese)

è il primo in Europa ad aver detto SI all’interruzione volontaria di gravidanza, inserendo questa decisione nella Carta fondamentale. All’art. 34 verrà aggiunta questa frase “La liberté garantie à la femme d’avoir recours à une interruption volontaire de grossesse” (La libertà garantita alla donna di far ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza”). 

Francia: dice sì all’aborto

La Torre Eiffel, da sempre simbolo della Francia, si è illuminata con la scritta “Mon corps, mon choix” (mio corpo, mia la scelta) nel momento in cui il Congresso, riunito a Versailles, ha preso questa decisione, revisionando la Costituzione e garantendo la libertà alle donne di poter interrompere una gravidanza. 

Il presidente francese Emmanuel Macron ha commentato così la decisione “ Un messaggio universale” ed infatti è proprio così. Mathilde Panot, la capogruppo della France Insoumose all’Assemblée Nationale, definisce questa scelta come una promessa per le donne di tutto il mondo.

La vostra lotta è la nostra lotta” afferma con addosso un abito verde simbolo delle donne argentine che combattono per i diritti. Ovviamente il ministro della Giustizia ha voluto sottolineare che rimane il diritto di ogni medico di non voler praticare l’aborto.

Ma come sono messi gli altri Paesi in termini di aborto? E l’Italia?

L’aborto negli altri Paesi del mondo

Se in Europa c’è stata una clamorosa svolta grazie alla Francia sul diritto all’aborto, nel mondo vi sono ancora Paesi in cui questo diritto è severamente vietato. In America ad esempio, ed in particolar modo in Texas o in Oklahoma vi sono legge severamente restrittive a riguardo e pensare che in quei posti girano liberamente con le armi in tasca. Il paradosso all’americana!

In Polonia l’aborto è legale solo se sussistono determinate condizioni mentre a Malta, dal 2003, è legale solo se la madre è a rischio di vita. Gli ungheresi poi hanno legalizzato l’aborto sin dal 1953 ma dal 2022 c’è l’obbligo di ascoltare il battito del bambino. (Qualsiasi commento è superfuo). 

Sono 24 i Paesi che vietano in ogni circostanza l’aborto anche se la vita della donna è a rischio e tra questi ricordiamo: il Congo, la Repubblica Domenicana, le Filippine, il Senegal.

Ed in Italia?

In Italia l’aborto teoricamente è consentito ma solo entro determinati limiti. Nel nostro Paese, secondo la legge 194,  è legale abortire dopo aver consultato il medico entro i 90 giorni di gestazione mentre dopo i 90 giorni di gestazione è possibile abortire solamente se subentra un grave pericolo fisico per la mamma. 

Per cui nel nostro Paese l’aborto è sì legale ma solo se sussistono determinate condizioni… diciamo che è un diritto ancora a metà! 

Ma dunque è vero che l’aborto in fin dei conti è una questione politica? Sì, è vero e questo perchè da questione privata e personale diventa una scelta politica ma solo se la politica lo permette. Vi sono Paesi, come abbiamo detto, dove l’aborto è un diritto espressamente negato che viola il diritto fondamentale della libertà umana. 

E come dice la scrittrice e femminista francese Pauline HarmangeL’aborto rimarrà una questione politica finchè ci saranno sempre più persone che continueranno a vietarlo”. 

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Published by
Maria Francesca Malinconico