L’anno 2024 segna una pietra miliare per il settore pubblico italiano: la Sace, società assicurativo-finanziaria controllata dal Ministero dell’Economia, si distingue come la prima azienda italiana controllata dallo Stato a sperimentare la settimana lavorativa di quattro giorni. Questa iniziativa potrebbe rappresentare l’inizio di una vera e propria rivoluzione nel mondo del lavoro, non solo per il settore pubblico ma anche come modello per il settore privato.
SACE, l’ente assicurativo-finanziario italiano controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, svolge un ruolo chiave nel sostegno delle imprese italiane, in particolare quelle che esportano e cercano di espandersi nei mercati internazionali. Fondato nel 1977, il gruppo SACE si impegna a supportare le aziende, soprattutto le piccole e medie imprese (PMI), nella loro crescita sia in Italia sia in oltre 200 paesi nel mondo. Opera attraverso diverse filiali specializzate: SACE FCT nel factoring, SACE BT nell’assicurazione di crediti, cauzioni e altri danni ai beni, e SACE SRV nella raccolta e gestione di dati. La sua rete globale include 14 sedi in Italia e 13 uffici internazionali in città come Hong Kong, Mumbai e Dubai, con un portafoglio di operazioni assicurate e investimenti garantiti che ammonta a 164 miliardi di euro.
La storia di SACE è caratterizzata da un’evoluzione costante, iniziando come ente pubblico nel 1977 per poi trasformarsi in una società per azioni nel 2004, sempre sotto il controllo del Ministero dell’Economia e delle Finanze. La sua espansione include l’apertura di uffici internazionali e l’acquisizione di competenze in settori come le energie rinnovabili e l’innovazione tecnologica. Durante la pandemia di COVID-19, SACE ha giocato un ruolo cruciale nel supportare le imprese italiane, gestendo il programma “Garanzia Italia” e contribuendo al Green New Deal italiano. Queste iniziative hanno rafforzato la sua posizione come pilastro del sistema economico italiano, offrendo una vasta gamma di servizi che includono l’assicurazione del credito, la protezione degli investimenti, la fornitura di cauzioni, garanzie finanziarie e factoring.
La Sace non si limita a ridurre la settimana lavorativa a quattro giorni, mantenendo 36 ore lavorative. Va oltre, eliminando i controlli alla timbratura e offrendo una flessibilità senza precedenti sul lavoro da remoto. I dipendenti possono scegliere liberamente il giorno di riposo, pianificandolo mensilmente in base alle esigenze del team. Questo approccio non solo migliora l’equilibrio tra vita lavorativa e personale, ma incoraggia anche una cultura lavorativa più autonoma e basata sulla fiducia.
L’efficacia di questa sperimentazione non verrà lasciata al caso. L’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano avrà il compito di valutare l’impatto di queste misure innovative. Analizzeranno vari aspetti, come la produttività, la soddisfazione dei dipendenti e l’effetto sul tessuto economico nazionale.
Questa iniziativa non è isolata nel panorama internazionale. Paesi come il Regno Unito hanno già testato la settimana lavorativa di quattro giorni con successo, coinvolgendo diverse aziende e quasi mille dipendenti. I risultati sono stati positivi: la produttività è rimasta costante mentre la soddisfazione dei lavoratori è aumentata significativamente. Tali risultati internazionali forniscono un contesto incoraggiante per l’esperimento della Sace.
La sperimentazione della Sace potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il lavoro in Italia e all’estero. Con i risultati positivi ottenuti in altri paesi, c’è un forte impulso per considerare modelli di lavoro più flessibili e adattivi. Se l’esperimento avrà successo, potrebbe fungere da catalizzatore per un cambiamento più ampio, influenzando non solo altre aziende pubbliche ma anche il settore privato. La Sace, in questo scenario, non è solo un’azienda che adotta un nuovo modello lavorativo, ma un precursore di un possibile futuro lavorativo globale.
Questo rappresenta un esempio di come la Sace sta ridefinendo le pratiche lavorative tradizionali, dimostrando che l’innovazione e la flessibilità possono coesistere efficacemente nel settore pubblico. La sua riuscita potrebbe ispirare un cambiamento radicale nel modo in cui pensiamo al lavoro e alla produttività in Italia e oltre.