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Chi è Amy Hood, la CFO che ha riportato Microsoft al successo

Amy Hood è la Chief Financial Officer di Microsoft dal 2013 ed è la prima donna a ricoprire questo ruolo nella multinazionale statunitense. È riuscita a rilanciare Microsoft in un periodo difficile ed è stata definita dal precedente Amministratore Delegato, Steve Ballmer, “la migliore CFO che Microsoft abbia mai avuto”.

Amy Hood: CFO e icona di leadership femminile

Amy Hood, 52 anni, è cresciuta tra il Kentucky e il Tennessee e ha conseguito una laurea in economia presso la Duke University nel 1994, seguita da un MBA alla Harvard University. È stata riconosciuta come una delle donne più potenti al mondo da Fortune e Forbes, che l’hanno inserita rispettivamente al diciassettesimo e al ventottesimo posto delle loro classifiche. Dopo aver occupato varie posizioni presso Goldman Sachs, società leader nell’investment banking, è entrata in Microsoft nel 2002, con l’idea iniziale di rimanervi per un breve periodo prima di dedicarsi alla sua start-up.

Durante il suo tempo in Microsoft, ha ricoperto incarichi legati alle relazioni con gli investitori, è stata responsabile dello staff nel settore Server and Tools e ha guidato il team di sviluppo aziendale nella divisione Business. La sua permanenza in Microsoft si è protratta oltre le aspettative, portandola nel 2013 a ottenere il ruolo di CFO, precedentemente detenuto da Peter Klein.

Amy Hood. Credits: Microsoft

L’ex Amministratore Delegato di Microsoft, Steve Ballmer, ha riconosciuto fin da subito in Amy Hood una persona con una marcia in più. Anni dopo la sua promozione a CFO, Ballmer l’ha definita come “la migliore CFO che Microsoft abbia mai avuto”. Oltre all’eccellente esecuzione delle sue responsabilità, Hood ha anche sollevato questioni riguardanti il ruolo delle donne nelle multinazionali, incoraggiando le sue colleghe a mostrare determinazione e non avere paura di dimostrare il proprio valore.

Lei stessa ha ammesso di aver sperimentato la cosiddetta “sindrome dell’impostore” al momento della promozione a CFO, temendo di non essere sufficientemente preparata per il ruolo. Tuttavia, questi timori si sono rivelati infondati, tanto che un anno dopo la sua nomina, l’ufficio legale di Microsoft le ha consegnato una targa per riconoscere il suo eccezionale impegno.

Le sfide di Microsoft sotto la guida di Amy Hood

Amy Hood ha avuto l’opportunità di dimostrare le sue capacità in un periodo particolarmente difficile nella storia di Microsoft. Poco dopo la sua nomina a CFO, l’allora Amministratore Delegato, Steve Ballmer, si dimise e venne sostituito da Satya Nadella. Hood e Nadella hanno stretto una solida collaborazione, cercando di riacquistare la fiducia degli investitori e di guidare l’azienda attraverso una crisi nel mercato dei personal computer.

Hanno diversificato le attività concentrandosi sui settori in maggiore crescita dell’IT, come il Cloud e l’Intelligenza Artificiale. La strategia di Hood e Nadella si è anche concentrata sull’acquisizione di società in forte sviluppo, come LinkedIn e GitHub, acquisite rispettivamente nel 2016 e nel 2018. Inoltre, Microsoft è diventata partner e ha investito 13 miliardi di dollari nel laboratorio di ricerca OpenAI, che ha lanciato ChatGPT l’anno scorso. Nel luglio scorso, Hood ha annunciato che l’impatto degli enormi investimenti sta iniziando a dare risultati tangibili, come dimostrato dal premio “Eccellenza nelle previsioni” ricevuto dalla CFO.

La diversità di genere nelle posizioni di leadership

Parlando del successo di Amy Hood nel suo ruolo di CFO, è importante sottolineare la straordinarietà della sua presenza in una posizione di tale prestigio come donna. Secondo i dati raccolti da BroadEx negli Stati Uniti e nel Regno Unito, le donne rappresentano solo il 10% dei CEO delle aziende quotate in borsa e il 23% delle posizioni di CFO. Inoltre, emerge che il percorso più comune per diventare CEO passa attraverso ruoli finanziari e operativi, che sono ancora prevalentemente occupati da uomini. Le posizioni in cui le donne costituiscono la maggioranza sono quelle nelle risorse umane, nel marketing e nelle pubbliche relazioni.

Tuttavia, i dati di BroadEx suggeriscono che queste funzioni storicamente non hanno rappresentato un trampolino di lancio per posizioni di leadership. Ciò implica la necessità di ampliare il pool di candidate femminili nei settori finanziari, operativi e di vendita per promuovere una maggiore diversità di genere nelle posizioni dirigenziali. Inoltre, la carriera nelle risorse umane potrebbe diventare una via verso la posizione di Amministratore Delegato, come dimostrano i casi di Leena Nair, Direttrice di Chanel, e Anne Mulcahy, ex dirigente di Xerox, anche se rimangono alcune sfide da affrontare.

Amy Hood e le sfide future

Il progresso verso la parità di genere rappresenta un punto di svolta significativo all’interno di Microsoft. Amy Hood, dopo aver superato l’iniziale “sindrome dell’impostore”, si è dimostrata una CFO eccellente e continua a dimostrare dedizione al suo ruolo. Tra le altre cose, Hood si è schierata a favore di politiche di equilibrio tra lavoro e vita privata, incoraggiando i suoi collaboratori a trascorrere tempo con le proprie famiglie per evitare il burnout. Si dice che riesca a lasciare l’ufficio tutti i giorni alle 16 e, in occasione del compleanno di sua figlia, che coincide con la chiusura dell’anno fiscale di Microsoft, affidi al suo team la responsabilità di chiudere i bilanci per dedicarsi alla preparazione della festa per la sua secondogenita.

Con queste premesse positive, c’è la possibilità che Amy Hood possa diventare la prima CEO donna di Microsoft, seguendo l’esempio di altre donne di spicco come Meg Whitman in Hewlett-Packard e Marissa Mayer in Yahoo. Solo il tempo potrà rivelarlo.

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Published by
Valeria Pinto