Internet e intrattenimento: entertainment sempre più online
L’enorme settore dell’intrattenimento è composto da una galassia di singole attività a esso riconducibili: musica, serie tv e videogaming sono solo alcuni esempi, quelli di maggior peso nel quotidiano di chiunque. Chi ogni giorno dedica almeno qualche minuto a uno di questi canali di intrattenimento è ben consapevole di un aspetto che, nonostante le loro differenze intrinseche, li accomuna tutti: l’importanza crescente che ha la rete per la loro fruizione, minimo comun denominatore per l’intero settore dell’entertainment. Che la rete sia protagonista in ogni momento delle nostre vite è ormai poco sorprendente, una verità talmente assodata da essere data per scontata. Anche per questo spesso non ci si sofferma sulle trasformazioni che questa ha determinato, risultando capace di rendere interi settori, come l’intrattenimento, totalmente dipendenti dalla connessione.
Vediamo per esempio la musica, che oggi chiunque sa essere legata fondamentalmente alla rete. I video musicali, che nel non così remoto passato hanno fatto la fortuna di interi canali come MTV, sono ormai esclusivo appannaggio di piattaforme video come YouTube: gruppi e cantanti hanno i loro canali ufficiali, attraverso i quali distribuiscono i contenuti che per anni hanno tenuto in piedi il palinsesto dei canali televisivi tematici. La stessa fruizione della musica è ormai interamente in mano allo streaming audio: piattaforme come Spotify, Apple Music o Amazon Music, oltre a numerose altre, hanno di fatto monopolizzato l’ascolto della musica. I vecchi supporti come Walkman, lettori CD e lettori MP3, che hanno caratterizzato l’ascolto della musica fino a pochi anni fa, sono stati consegnati al passato da app installate su qualsiasi smartphone. Anche il mercato fisico ne ha risentito: oggi è quasi una curiosità trovare musica in audiocassetta, vinile o CD, mercati che sopravvivono solo grazie alla maggior qualità e alla passione dei collezionisti.
La progressiva scomparsa del supporto fisico caratterizza anche un altro settore, quello del videogioco: anche per questo vale lo stesso discorso, con videogiochi immessi in commercio ormai solo in forma digitale. Copie fisiche, da CD a DVD con annessi libretti e via dicendo, rimangono in circolazione in numero ridotto e solo per essere acquistate da nostalgici e collezionisti. Una realtà non priva di problemi: secondo un recente report, oltre l’85% dei videogiochi usciti prima del 2010 è irrecuperabile perché legata a tecnologie ormai fuori produzione. Anche il gameplay di molti videogiochi si è trasformato, inserendo elementi online in pressoché qualsiasi titolo. La predominanza delle componente online è ovviamente lampante in tutti quei casi nei quali il videogioco presupponga la partecipazione di altre persone: che si parli genericamente di lobby multiplayer o del banco, presenza imprescindibile per tutti i giochi ospitati sulle piattaforme specializzate come la roulette online, il videogioco basa sempre più i suoi elementi di intrattenimento sulle potenzialità garantite dall’accesso alla rete. Assistenza, dialogo con la community e persino le recensioni sono ormai confinate alla rete, completando una dipendenza ormai totale del videogioco dalla rete.
Le serie TV meritano poi un discorso a parte: il loro stesso nome in effetti è riflesso di una realtà non più attuale, legata alla trasmissione tramite televisione. Non che in tv ancora oggi manchino le trasmissioni seriali: ma si tratta tendenzialmente di vecchie produzioni, di passaggi “in chiaro” dopo la trasmissione su canali premium o streaming, oppure di opere originali ma dalla qualità nettamente inferiore rispetto a quella raggiunta dalla moderna serialità televisiva. Questa è infatti oggi legata alla trasmissione in streaming: i più grandi operatori del settore, da Netflix a Disney fino a Prime Video, hanno trasformato irreversibilmente il mercato, diventando leader non solo nella trasmissione ma anche nella produzione di serie. Una situazione cresciuta a dismisura e destinata, nel prossimo futuro, a tornare parzialmente sui suoi passi, cercando produzioni di minor costo in grado di compensare la crescita fuori controllo degli ultimi dieci anni. Anche la conservazione dei prodotti è stata influenzata, e per recuperare vecchi programmi è necessario sfruttare una piattaforma streaming: anche ammettendo di avere vecchie collezioni, magari in VHS, come per i videogiochi sono sempre più rari gli hardware in grado di riprodurle.
Si potrebbe anche citare lo sport, o la creazione di contenuti video amatoriali: rimarrebbe il fatto che, a oggi, la rete ha un ruolo di assoluto protagonismo nell’intrattenimento, ed è ormai irrinunciabile per l’intero settore.