Crash test più “inclusivi”: arriva il manichino donna
Uno studio del 2019 dell’Università della Virginia ha rivelato che le donne hanno una probabilità del 73% superiore rispetto agli uomini di rimanere ferite in un incidente stradale. Il dato, a primo impatto scioccante, è in realtà spiegabile con una serie di considerazioni. Prima di tutto, il corpo femminile presenta alcune caratteristiche anatomiche che lo differenziano da quello maschile, rendendolo più suscettibile ai danni conseguenti ad un incidente stradale. Tra queste, la struttura del collo, che presenta muscoli più deboli ed è dotato di maggior flessibilità. Ciò rende le donne più vulnerabili a lesioni da colpo di frusta rispetto agli uomini in caso di incidente stradale. Tuttavia, il nuovo manichino donna per crash test ideato dall’ingegnera svedese Astrid Linder potrebbe finalmente modificare questo trend.
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Sicurezza stradale e statistica: i dati sui rischi per donne e uomini
Prima di tutto, è interessante considerare alcuni dati statistici. Secondo uno studio del 2021 svolto dall’Insurance Institute for Highway Safety negli Stati Uniti, le donne sono più propense a guidare auto piccole e leggere, ed è anche più probabile che, in caso di incidente, siano loro ad essere alla guida dei veicoli impattai da urti laterali e posteriori. È inoltre dimostrato che, per questa tipologia di incidenti, i passeggeri del veicolo impattato sono soggetti ad un rischio maggiore di lesioni rispetto a quelli del veicolo impattante. Se ne deduce che, a causa di un mix tra tipologia di vetture utilizzate e stile di guida, le donne siano in media più gravemente impattate da indicenti automobilistici.
A proposito di comportamenti alla guida, studi condotti nel Regno Unito e negli Stati Uniti ci dicono che le donne rappresentano circa il 50% dei proprietari di auto negli Stati Uniti e in paesi europei come Francia, Germania e Italia e sono anche guidatori molto più sicuri delle loro controparti maschili. Secondo i dati raccolti, gli uomini tendono a guidare più delle donne e ad avere comportamenti molto più rischiosi durante la guida, tanto che nel 2019, il 71% degli incidenti stradali con decesso ha visto coinvolto un uomo al posto di guida dell’auto che ha impattato altri veicoli.
Alla luce di queste statistiche, cosa spiega il dato per cui le donne hanno una probabilità del 73% superiore rispetto agli uomini di rimanere ferite in un incidente stradale? Una possibile risposta può essere cercata nelle modalità in cui vengono progettati ed effettuati i crash test prima che un veicolo venga messo sul mercato.
Sicurezza automobilistica: le innovazioni di Volvo e il manichino donna per crash test
Il crash test è un test distruttivo concepito per valutare la sicurezza passiva di un veicolo nel suo complesso o di suoi componenti specifici. I crash test riconosciuti a livello internazionale sono in genere condotti da organismi privati su incarico di istituzioni pubbliche, come ad esempio la Comunità Europea. Ma alcuni produttori automobilistici, come nel caso di Volvo in Svezia, dispongono dei propri centri di crash test dove conducono simulazioni in modo indipendente.
Proprio all’interno di Volvo è stata lanciata l’iniziativa Equals Vechicles for All (E.V.A.), ovvero “veicoli uguali per tutti”, che si propone l’obiettivo di ripensare i sistemi di sicurezza a bordo veicolo per renderli più efficaci nella protezione di uomini, donne e bambini. Il Team di Ricerca sugli Incidenti di Volvo ha raccolto dati che rappresentano equamente entrambi i generi e, grazie all’iniziativa E.V.A., ha progettato nuovi sedili in grado di proteggere dal colpo di frusta, la principale causa di lesioni nelle donne. Il nuovo sistema integra un robusto poggiatesta con un design intelligente del sedile in grado di proteggere sia testa che schiena e di azzerare virtualmente le differenze del rischio di incorrere in un colpo di frusta da parte di passeggeri e passeggeredel veicolo.
Altre innovazioni atte ad aumentare la sicurezza del veicolo per le donne riguardano l’introduzione di un nuovo scudo di sicurezza intelligente per il lato dei veicoli, utile nel prevenire le lesioni al torace in caso di incidente, e l’airbag a tendina gonfiabile, pensato per ricoprire l’intera finestra e ridurre il rischio di lesioni alla testa del 75%. Per capire come è stato possibile giungere a questi miglioramenti concreti, è necessario risalire a come vengono svolti i crash test e, in particolare, al tipo di manichino utilizzato per simulare la presenza del guidatore e dei passeggeri.
Astrid Linder crea il primo manichino donna per crash test
Una delle innovazioni che ha permesso di ripensare ai sistemi di sicurezza affinché siano più sicuri per tutti e tutte, è stata l’introduzione di un manichino interamente modellato sul corpo femminile e che è valso il premio Woman of Worth Award 2023 ad Astrid Linder, ingegnera e professoressa di sicurezza stradale presso l’Istituto nazionale svedese per le strade e i trasporti. Linder ha coordinato il progetto Adseat, finanziato dall’Unione Europea, nell’ambito del quale ha visto la luce il manichino donna per crash test EvaRID, primo al mondo a rappresentare un corpo femminile durante l’impatto posteriore nei crash test. Il premio conseguito da Linder è stato assegnato dalla giuria del Women’s World Car of the Year (Wwcoty), composta da 65 giornaliste specializzate nel giornalismo in ambito automotive proveniente da 47 Paesi.
Gli studi di Astrid Linder hanno avuto inizio alla fine degli anni Novanta durante il suo dottorato in Ingegneria Meccanica con focus sulla Sicurezza Stradale alla Chamlers University of Technology a Goteborg (Svezia), durante il quale l’ingegnera svedese ha lavorato su un progetto finanziato da Vinnova, l’Agenzia Svedese per l’Innovazione. Lo scopo del lavoro di ricerca è stato sviluppare un modello di manichino per studiare le collisioni a bassa velocità, al fine di valutare la protezione dalle cosiddette lesioni da colpo di frusta. Tuttavia, dopo una revisione della letteratura in ambito sicurezza stradale, Linder si è resa conto della maggiore incidenza delle lesioni da colpo di frusta nelle donne rispetto agli uomini e, da quel momento, il suo primo obiettivo è diventato quello di di progettare un modello che fosse rappresentativo della popolazione femminile.
Un modo più “inclusivo” di intendere la sicurezza automobilistica
Gli elementi importanti da includere in tale modello riguardavano l’anatomia della parte superiore del corpo, come la larghezza delle spalle e il baricentro del torace, che differiscono tra uomo e donna. I lunghi studi di Linder, durati più di vent’anni, hanno condotto al meritato successo del manichino donna per crash test EvaRID, che si spera faccia da apripista per la progettazione di manichini sempre più realistici e efficaci nel prevedere l’impatto degli indicenti stradali.
L’uso che si è fatto per lungo tempo di soli manichini modellati sul corpo maschile (e riproporzionati per rappresentare corpi di donne e bambini), si è rivelato inadeguato e frutto di un pregiudizio nella progettazione delle auto, con conseguenze potenzialmente gravi per le donne. Gli sforzi portati avanti da Volvo e dal progetto Adseat dell’Unione Europea riflettono come sia ormai necessario ripensare in modo inclusivo le scelte progettuali nell’ambito della sicurezza a bordo veicolo e, auspicabilmente, anche in altri ambiti che riguardano il benessere e la sicurezza individuale.