Elezioni presidenziali in Argentina: si andrà al ballottaggio
In Argentina, il prossimo 19 novembre, si terrà il ballottaggio per le elezioni presidenziali. Questo ballottaggio vedrà opporsi il ministro dell’Economia uscente Sergio Massa all’ultraliberista di estrema destra Javier Milei.
L’affluenza alle presidenziali, tenutesi domenica 22 ottobre è stata pari al 74%. Sono stati oltre 35 milioni gli argentini chiamati ad eleggere il nuovo presidente della Repubblica che rimarrà in carica fino a dicembre 2027. Queste elezioni porteranno anche al rinnovo di buona parte del congresso nazionale con il cambio di 130 deputati e 24 senatori di ben 8 province.
Ma entriamo maggiormente nel merito di queste elezioni e cerchiamo di capire cosa è successo e cosa il popolo si aspettava succedesse.
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Elezioni presidenziali: come si è arrivati al ballottaggio
Tre sono stati i protagonisti principali di queste elezioni: l’ultraliberista Javier Milei di La Libertad Avanza, il peronista progressivo Sergio Massa di Union por la Patria e la conservatrice Patricia Bullrich del partito Juntos por el cambio. Nonostante il favorito fosse Javier Milei, è stato Sergio Massa a superare ogni aspettativa ottenendo il 36,68% dei voti a fronte del 29,98% ottenuto da Milei e del 23,83% ottenuto dalla Bullrich.
Affinchè un candidato possa essere eletto al primo turno deve prendere almeno il 45% dei voti o almeno il 40% con però 10 punti di distacco dal secondo. Cosa che non è accaduta in questo caso. Dal ballottaggio di novembre sarà esclusa la candidata conservatrice, arrivata terzo al primo turno. Ma adesso analizziamo meglio i due candidati prossimi al ballottaggio.
Chi è Javier Milei, il capitalista dell’estrema destra
Il 52enne argentino ha un passato che parte dal rock estremo fino ad arrivare alla politica odierna. Ex membro di una cover band dei The Rolling Stones, Javier ha studiato economia all’Università di Belgrano (Buenos Aires). Dopo la laurea e due master, ha cominciato la carriera da professore per poi dedicarsi alla politica. Secondo la concezione di Javier, lo Stato è un’organizzazione criminale che riscuote le tasse sotto la minaccia delle armi. L’obiettivo principale della sua politica è quello di smantellare il sistema odierno. Per fare ciò bisogna partire dalla chiusura del Banco Central de la Republica Argentina, sostituendo così il peso, l’attuale moneta con il dollaro statunitense.
Milei mira a valutare la possibilità di legalizzare le droghe ed il lavoro sessuale e sostiene l’apertura delle frontiere. A tutto ciò si unisce l’impegno a ridurre le tasse, a privatizzare non solo la scuola ma anche le industrie ed a trasformare la sanità pubblica in sanità privata. E con il motto “Make Argentina Great Again”, sembra stia riscuotendo non poco successo tra il popolo argentino stretto nella morsa di un’inflazione a dir poco esageratamente alta!
Chi è Sergio Massa, l’italiano che concorre alle presindenziali argentine
Il 51enne Sergio Massa, nato a Buenos Aires, invece è figlio di emigrati italiani. La mamma Lucia ed il papà Alfonso arrivano nel sud America rispettivamente da Trieste e dalla Sicilia durante il secondo dopoguerra. Nonostante il nonno lo volesse a capo dell’azienda di famiglia con la quale avevano fatto fortuna, il giovane Massa si dedica sin da subito alla politica. Dopo aver frequentato il liceo cattolico di Buenos Aires, Massa incomincia il suo cammino politico nel partito fortemente liberista de l’Union de Centro Democratico, laureandosi nel 2013 in giurisprudenza . A 27 anni ha il suo primo incarico politico e da lì l’ascesa. Nel 2008 viene nominato capo di gabinetto della presidente Cristina Fernandez de Kirchner con la quale però ha un diverbio. Diverbio che porta Sergio a creare un proprio partito, il Frente Renovador, con cui nel 2015 si candida alle presidenziali argentine. Nel 2022 è nominato Ministro dell’Economia, intavolando una lunga trattativa con il Fondo monetario internazionale per la rinegoziazione del debito pubblico di 44 miliardi di dollari.
In campagna elettorale, Sergio Massa ha promesso tagli alla spesa pubblica ed introduzione di sussidi ed esenzioni fiscali per aiutare la popolazione più povera. La sua politica è all’insegna del “pragmatismo” e sembrerebbe essere il favorito al ballottaggio.
Noi staremo a vedere.