La cannabis light (CBD) diventa illegale: si potrà vendere solo in farmacia
Dal 20 settembre, il cannabidiolo (CBD), noto come cannabis leggera per uso orale, è stato categorizzato come una sostanza stupefacente. In base al decreto del Ministro della Salute, non sarà più possibile acquistare il CBD nei negozi specializzati in prodotti a base di canapa, compresi gli smart shop, le erboristerie e i tabaccai. La sua disponibilità sarà limitata alle farmacie, previa presentazione di una prescrizione medica. Questa restrizione è stata introdotta grazie al decreto ministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 agosto, che ha revocato la sospensione del decreto del 2020, promosso dall’ex Ministro Roberto Speranza, il quale aveva incluso le formulazioni a base di CBD per somministrazione orale nella tabella dei medicinali allegata al testo unico sulle droghe.
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Differenze tra CBD e THC
Il CBD e il THC sono due composti chimici presenti nella pianta di cannabis, ma differiscono in modo significativo nei loro effetti e nelle proprietà. Il THC è il principale responsabile degli effetti psicoattivi della cannabis, che provocano alterazioni della mente e dell’umore. Al contrario, il CBD è non psicoattivo e non causa gli stessi effetti, il che significa che non provoca alterazioni significative nella coscienza o nell’orientamento mentale. Inoltre, il CBD è stato studiato per i suoi potenziali benefici terapeutici, tra cui la riduzione dell’ansia, il sollievo dal dolore e il controllo delle crisi epilettiche. Il THC, d’altra parte, è noto per i suoi effetti euforici e può avere potenziali effetti collaterali negativi, come ansia e paranoia. Pertanto, le principali differenze tra CBD e THC riguardano la loro psicoattività e i rispettivi utilizzi: il CBD è più comunemente utilizzato per scopi terapeutici, mentre il THC è apprezzato per il suo valore ricreativo, ma può avere effetti psicoattivi indesiderati.
Critiche dell’ex senatore Marco Perduca sul nuovo decreto
L’ex senatore Marco Perduca, coordinatore della campagna Legalizziamo dell’Associazione Coscioni, ha espresso critiche nei confronti del decreto, affermando: “Il decreto sembra ignorare le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e le sentenze della Corte Europea di Giustizia. Ciò comporta notevoli complicazioni per la filiera italiana della canapa. Cosa accadrà a chi produce, vende o utilizza farine, pasta, biscotti o olio per condimenti a base di CBD? Attualmente, il 50% degli acquirenti di prodotti con CBD lo acquista online, quindi è probabile che il 100% continuerà a farlo, sfidando le nuove normative e mettendo in difficoltà le piccole e medie imprese italiane.” In Italia, il mercato dei prodotti a base di CBD genera un fatturato di 150 milioni di euro all’anno e coinvolge circa 10.000 persone.
Il segretario di Più Europa critica la proibizione del CBD
Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, ha aggiunto alla polemica dichiarando: “Il CBD non è una sostanza che crea dipendenza e non presenta rischi per la salute umana. Il governo Meloni sta vietando una sostanza che ha effetti simili a quelli di una tisana alla camomilla, presentandola come una minaccia per la lotta contro le droghe. Questo atteggiamento rappresenta un mix di proibizionismo insensato e scarsa conoscenza del tema, e potrebbe danneggiare un settore in crescita con molte piccole e medie imprese, anche agricole gestite da giovani, che potrebbe rappresentare un’arma in più per il tanto evocato Made in Italy”.
Cannabis per uso medico
La cannabis è stata impiegata per scopi medici da secoli e negli ultimi anni ha suscitato un crescente interesse nella comunità medica e scientifica per le sue potenziali applicazioni terapeutiche. Alcune delle principali sostanze chimiche presenti nella cannabis, come il cannabidiolo (CBD) e il tetraidrocannabinolo (THC), hanno dimostrato di avere effetti benefici per una serie di condizioni mediche. Il CBD, ad esempio, è stato studiato per il suo potenziale nell’affrontare l’ansia, l’infiammazione, il dolore cronico e le crisi epilettiche. Nel frattempo, il THC è utilizzato per alleviare il dolore, migliorare l’appetito e combattere le nausea, spesso durante il trattamento del cancro o dell’HIV/AIDS. In molti paesi, la cannabis medicinale è stata legalizzata o regolamentata per consentire ai pazienti di accedervi in modo sicuro e controllato, con la prescrizione di un medico. Tuttavia, è importante sottolineare che l’uso medico della cannabis dovrebbe essere supervisionato da professionisti della salute, poiché ci sono dosaggi e modalità di somministrazione specifici per diverse condizioni mediche.