Il Messico sembrerebbe aver compiuto, almeno apparentemente, un passo in avanti contro l’omofobia di genere o almeno verso un’apertura mentale che sembrerebbe voler sbocciare ma che, a conti fatti, è sempre lì timida nascosta dietro le belle parole. Perchè sì, siamo nel 2023 ma gli aggiornamenti dei documenti ufficiali quali passaporto e carta di identità sono fermi al 1900, per tenerci larghi. Siamo nel 2023 e ad oggi, quando si va a richiedere il passaporto ci si trova ancora di fronte alla scelta di genere. “Uomo” o “Donna”?
Assurdo? Un pochino. Antiquato? Decisamente. Da aggiornare? Beh, direi! Ed il Messico sembra averlo fatto. Come? Beh, lo ha fatto emettendo il primo passaporto senza l’obbligo di selezionare la casella “uomo” o “donna”. Ovviamente non sono mancate le critiche ma facciamo un passo alla volta.
Mercoledì 17 maggio 2023 in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia, la lesbofobia e la biofobia ospitata dal ministro degli Esteri Marcelo Ebrard, è stato emesso il primo passaporto simbolico senza l’obbligo di indicare il proprio sesso. Cosa significa questo? Secondo questa nuova politica sui passaporti, i messicani che si identificano come “non binari” dunque che non si identificano nè come uomo nè come donna, potranno rispondere con una x sui documenti qualora si richiedesse di barrare il proprio sesso.
Le persone che fanno domanda potranno scegliere il contrassegno X per la casella che indica il sesso sul loro passaporto, e in questo modo omettono la necessità di specificare il genere.
Spiega il ministro degli Esteri.
Il primo a cui è stato rilasciato il passaporto con l’opzione x è stato Jesús Ociel Baena Saucedo, 38enne messicano impiegato del Tribunale elettorale di Aguascalientes.
Ovviamente non sono mancate le critiche, soprattutto da parte di alcuni attivisti non binari che hanno contestato l’errore di confondere il genere con l’orientamento sessuale. Primo tra tutti Alex Orue, attivista messicano non binario che ha definito “controproducente” il rilascio di questa tipologia di documento perchè:
Confonde i concetti e rafforza lo stigma contro la nostra comunità.
Orue, vicedirettore della programmazione globale dei diritti LGBTQ+ continua:
Potrebbe sembrare un dettaglio secondario, ma è stigmatizzante per le persone non binarie e diventa una questione di ispezione dei genitali.
In realtà, quello del Messico, non è il primo caso di passaporto rilasciato ad una persona che non si identifica nè come donna nè come uomo. Nel 2021, negli Stati Uniti d’America, è stato rilasciato il primo passaporto con la x per indicare il terzo genere. Ma davvero è così importante indicare il sesso sul passaporto? E’ davvero così importante stabilire su un pezzo di carta se si è uomo, donna o x? Nel mondo ci sono persone che non si identificano in nessun sesso e allora, perchè devono essere obbligate a mettere una x accanto alla parola “uomo” o alla parola “donna” se non si sentono nè l’uno nè l’altra?
Ci stiamo avviando verso un futuro senza paletti e senza confini. Verso un futuro dove sembrerebbe che la libertà la faccia da padrona; dove ognuno può essere chiunque voglia essere. Ma se siamo ancora obbligati a mettere una x su un documento accanto al genere o al non genere, quanto è lontano questo futuro fatto di libertà assoluta? Anni luce, tanti tantissimi anni luce.