Retribuzione: diventa obbligatorio indicarla negli annunci di lavoro

E’ stata approvata dalla maggioranza del Parlamento Europeo la direttiva sulla parità salariale e sulla trasparenza della retribuzione quando si cerca lavoro. Questa nuova direttiva prevede che le aziende debbano chiarire subito, o già negli annunci o durante il primo colloquio, quanto sono disposte ad offrire per quella determinata posizione. Questo per evitare disuguaglianze salariali principalmente tra uomo e donna

Retribuzione

Ebbene sì, siamo nel 2023 e c’è ancora chi paga le donne meno degli uomini. La chiamano “regressione darwiniana” …o forse semplicemente “ignoranza”. Questa nuova direttiva dovrà essere applicata dagli stati membri dell’Unione Europea entro 3 anni.

Retribuzione: cosa dice la direttiva

Ma cosa dice la direttiva? Nei prossimi 3 anni, le aziende con più di 100 dipendenti saranno costrette a correggere le disparità salariali qualora queste superino il 5% senza alcuna giustificazione apparente. Inoltre i dipendenti potranno accedere alle informazioni circa la modalità di retribuzione. Potranno, in buona sostanza, conoscere il motivo per il quale il loro stipendio è fermo lì da anni. 

Retribuzione

Secondo l’articolo 5 di questa nuova direttiva sarà vietato il segreto retributivo, quello dietro al quale si nascondono le aziende quando devono assumere personale. Le aziende dovranno infatti pubblicare la retribuzione che si intende elargire per quella posizione se non subito, almeno durante il primo colloquio. Inoltre sarà vietato chiedere quanto il candidato guadagnasse prima per evitare influenze di qualsiasi tipo. Perchè ad oggi, tu candidato non puoi chiedere quanto guadagnerai ma l’azienda può sentirsi libera di chiedere quanto tu attualmente guadagni. A dir poco, allucinante e no sense!

E’ una direttiva volta a tutelare soprattutto i lavoratori non binari e le donne garantendo loro gli stessi diritti e le stesse garanzie sul lavoro.

Quali sono le sanzioni per chi non rispetta ciò?

Tutti gli Stati membri saranno chiamati a mettere in atto delle sanzioni efficaci quali multe salate ai datori di lavoro che non rispettano quanto previsto. Le lavoratrici ed i lavoratori avranno diritto ad un risarcimento qualore le aziende non dovessero rispettare le misure di trasparenza e parità salariale. 

Retribuzione: finalmente un passo avanti…forse

Finalmente all’atto di un colloquio si potrà chiedere, senza alcuna remora, “Scusi, ma quanto guadagnerò?”. Cosa che potrebbe sembrare alquanto scontata ma che effettivamente non lo è. Per non parlare di quando sei una donna e ti stai candidando per un ruolo non propriamente alle prime armi e allora la domanda non solo sembra assurda ma anche quasi inopportuna. Perchè si sa, le donne devono guadagnare di meno altrimenti come si spiega che in Europa guadagnano in media il 13% in meno degli uomini che ricoprono la stessa carica? Se a budget per una posizione si ha una determinata cifra, qualora si dovesse presentare una donna come candidata la cifra scenderebbe. Fa nulla se la donna che si è candidata è dieci volte più in gamba della media degli uomini che ha fatto application per la stessa posizione. Sei donna, guadagni di meno. PUNTO. La parte triste di tutto questo discorso è che c’è stato bisogno di introdurre una nuova direttiva per far capire che viviamo nell’epoca della parità tra i sessi e non solo. Uomo, donna, non binario. Quanto può incidere il tuo orientamento sessuale sulla capacità di portare a termine, in modo efficiente, il tuo lavoro? Praticamente, zero!  E soprattutto, basterà una direttiva a sradicare una prassi che ormai è ben imperniata nella cultura lavorativa odierna?