Ebbene sì, a Milano non sarà più possibile la registrazione dei figli di famiglie omosessuali. Il Medioevo è tornato. E non ci saremmo dovuti aspettare nulla di diverso, visto il governo che abbiamo deciso di eleggere e che è ancora lì. Il sindaco meneghino Sala, ha dovuto fermarsi dopo una circolare del prefetto. Ha però voluto subito incontrare le famiglie ed i rappresentanti affermando che farà battaglia. Staremo a vedere ma nel mentre cerchiamo di capire meglio cosa è successo.
Lo stop è arrivato lunedì 13 marzo attraverso una lettera con cui la Prefettura avvertiva che, qualora si fosse continuato con la registrazione dei figli nati da coppie omosessuali, si sarebbe richiesto l’intervento della Procura. La Prefettura ha trovato come “pezza da appiglio” la legge 40 del 2004 ossia quella sulla procreazione medicalmente assistita. Secondo tale legge, la procreazione è consentita solamente alle coppie di sesso diverso dunque non prevede la maternità surrogata. E ci riteniamo ancora un paese civile e sviluppato?
Alessia Crocini, presidente delle Famiglie Arcobaleno, non usa mezzi termini.
Bambini e bambine con due mamme e due papà esistono già in Italia, i ministri Piantedosi e la premier Meloni se ne facciano una ragione. Ogni giorno vanno a scuola, entrano negli studi pediatrici, giocano nei parchi e nei campi sportivi, frequentano corsi di musica, come tutti i loro coetanei, senza avere i diritti di tutti i loro coetanei. Questa situazione non è degna di un Paese civile e ci chiediamo quando questa ingiustizia verrà sanata da una legge di buon senso che rispecchi la realtà.
E come possiamo darle torto?
A Milano il sindaco aveva incominciato a firmare gli atti di nascita a partire da luglio 2022. Lo stop recepisce la sentenza n. 38162 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite che invece stabiliva che si potessero riconoscere in Italia i figli nati da maternità surrogate affidati a genitori dello stesso sesso. Sabato 18 marzo è prevista una manifestazione sotto il palazzo della Prefettura a Milano.
Si è diffusa da qualche tempo la terminologia “famiglia arcobaleno” per indicare le coppie con figli formate da individui dello stesso sesso. Nell’appellativo arcobaleno rientrano sia le coppie lesbiche che ricorrono all’inseminazione artificiale sia le coppie gay che realizzano il sogno di diventare genitori attraverso la maternità surrogata. Una famiglia arcobaleno può essere composta anche solamente da un single omosessuale che vuole diventare genitore.
E’ dal 2018 che ad ogni bambino è riconosciuta la possibilità legale di avere genitori dello stesso sesso. Ed è una cosa semplicemente meravigliosa. Tralasciando i preconcetti e la chiusura mentale che magari può caratterizzare una parte della popolazione mondiale, far sì che anche le coppie gay possano avere un bambino dà la possibilità di riconoscere più realtà nella società moderna. E non solo. Chi siamo noi per decidere che la coppia possa essere formata solo da un uomo ed una donna?
E adesso non venitemi a dire che la natura ha voluto così. Che Dio ha voluto così. Perché, in questo caso, la scusa della natura dovrebbe valere sempre. Sei riccia? Perché ti fai liscia se la natura ti ha voluto riccia? Sei bionda? E allora perché ti fai mora se la natura ti ha voluto bionda? L’Amore è un sentimento universale, senza vincoli e senza frontiere proprio come la gioia di diventare mamma e papà. E di fronte a due occhioni che ti guardano, che vogliono dare e ricevere tutto l’amore del mondo chi siamo noi per dire “NO, tu non puoi stare con quella famiglia perché non è formata da un uomo ed una donna!” oppure “NO, voi non potete avere un figlio da madre surrogata perché non siete una coppia convenzionale!”.
La cronaca ci bombarda di notizie di coppie “convenzionali” che maltrattano, picchiano ed uccidono i propri figli. Con quale potere vogliamo bloccare la nascita di una famiglia arcobaleno che magari invece potrebbe trattare i figli come il dono più prezioso mai ricevuto prima d’ora?