Ieri si sono tenute le primarie del Pd. Le votazioni hanno visto la partecipazione di quasi un milione di persone recatesi presso i vari gazebi sparsi nelle città per esprimere la propria preferenza. Due i nomi che si sono contesi il posto da capo del Partito Democratico: Stefano Bonaccini e per l’appunto Elly Schlein che con il 53% dei voti è diventata la prima donna a capo del Partito Democratico. Ma scopriamo assieme chi è.
Elly Schlein, all’anagrafe Elena Ethel Schlein, nasce in Svizzera, precisamente nel canton Ticino, nel 1985. Il padre, discendente da una famiglia ebraica askhenazita dell’odierna Ucraina, è un politologo americano mentre la mamma è una giurista figlia d’arte. Elly Schlein è infatti la nipote dell’avvocato antifascista nonché senatore del Partito Socialista degli anni ’70, Agostino Viviani. È la più piccola di tre figli. Ha infatti un fratello maggiore di nome Benjamin, professore di matematica all’Università di Zurigo ed una sorella maggiore di nome Susanna, diplomatica all’ambasciata di Atene.
Elly Schlein ha conseguito la maturità a Lugano per poi trasferirsi a Bologna dove prima ha studiato al Dams e poi si è laureata in giurisprudenza con una tesi sulla rappresentazione dei migranti nelle carceri. Ha partecipato come volontaria alle due campagne che hanno portato all’elezione di Barack Obama come Presidente degli Stati Uniti prima di intraprendere la carriera politica in Italia.
Riservatissima sulla sua vita privata, si sa solo che ha una compagna che “non è un personaggio pubblico e non vuole diventarlo”. È appassionata di cinema ed ha partecipato alla stesura di un documentario che ha vinto il David di Donatello. Suona la chitarra.
Nel 2014 è stata eletta al parlamento europeo per occuparsi di immigrazione, giustizia fiscale, ambiente e lotta alle mafie. È stata tra i fondatori di “Possible”. Il caso ha voluto che nel 2020 la sua strada si incrociasse proprio con quella di Stefano Bonaccini quando, una volta conclusa la sua esperienza europea, si era candidata alla guida di una lista proprio in appoggio a Bonaccini. Grazie a questo risultato è stata nominata vicepresidente della Regione Emilia Romagna (il Presidente è appunto Bonaccini) ed è rimasta a ricoprire questo ruolo fino a quando, nel 2022, non è stata chiamata da Enrico Letta alla guida del Partito Democratico tra le linee del mondo progressista, entrando alla Camera.
“Sono una donna, amo un’altra donna e non sono una madre!”. Questo è lo slogan che ha accompagnato la candidatura di Elly da sempre in sfida frontale con la premier Giorgia Meloni. Ovviamente è uno slogan che fa palesemente riferimento al tormentone della leader di Fratelli d’Italia “Sono Giorgia, sono una donna, sono una madre!”. Infatti è stata da subito definita “l’anti Meloni”.
La prima donna a capo del Partito Democratico è da sempre una fervente federalista che sostiene che le istituzioni europee debbano assumere sempre più potere sottraendoli agli Stati nazionali. È inoltre apprezzata dagli elettori per le sue battaglie a favore degli immigrati, della parità di genere e del mondo LGBTQIA+. Infatti, il suo programma politico è basato proprio sulla giustizia sociale. Programma politico che sembra già voler mettere in atto. Staremo a vedere. Per ora, un grande in bocca al lupo alla più giovane prima donna a capo di un partito politico italiano!