È arrivato il Natale, per molti il momento più magico dell’anno. Luci, decorazioni, neve. Babbo Natale sulla slitta trainata dalle renne. Gli elfi. I regali. Le letterine a Babbo Natale. I bimbi felici …ed anche i meno bimbi. Natale è un momento magico, fatto di famiglia, affetto, calore. Fatto di tradizioni. Ma quali sono le tradizioni natalizie nel mondo? Le conosciamo? Beh, mettiamoci sulla slitta con Santa Claus, le renne e gli elfi e giriamo il mondo alla ricerca della tradizione più stramba… e fidatevi, ce ne sono.
Dal 1897 nella regione di Oaxaca, in Messico, ogni 23 dicembre si svolge la notte dei ravanelli, la “Noche de Rabanos” per l’appunto. In cosa consiste? Beh, questa notte dei ravanelli altro non è che un festival che mescola arte, tradizione e folklore. A questa sorta di competizione partecipano gli artigiani della zona che competono intagliando il ravanello per creare delle sculture. Spesso ci si imbatte in ravanelli con le sembianze di pastori messicani con tanto di sombrero. Ad oggi sono quasi cento gli artigiani che vi partecipano.
Molte famiglie norvegesi, il 23 dicembre, addobbano l’albero, preparano la torta di pampepato a forma di casa e mangiano il tipico risolatte zucchero, burro e cannella all’interno del quale nascondono una mandorla. Chi la trova, vince un maialino fatto di marzapane. Per i norvegesi la Vigilia di Natale è una notte molto superstiziosa. Infatti, secondo la tradizione, il 24 dicembre le streghe escono per andare alla ricerca di scope per volare via. Ecco perché le donne nascondono le scope e gli stracci per timore che possano scomparire.
Adesso, immaginatevi l’atmosfera natalizia, la neve e l’aurora boreale che danza nel cielo. Un quadro a dir poco perfetto. In Islanda si festeggia il Yule, la festa del solstizio d’inverno che sarebbe la festa pagana che corrisponde al nostro Natale. Yule è l’enorme gatto nero che, secondo la tradizione, si aggira tra i paesini durante la notte del 24 dicembre a caccia di coloro che non sono riusciti a reperire un capo nuovo da indossare per Natale. Ma lo sapevate che il Natale in Islanda dura 26 giorni? Ebbene sì! Dall’11 dicembre al 6 gennaio con ben 13 Babbi Natale chiamati jólasveinar. E non è Natale senza libri sotto all’albero. Vige infatti l’usanza del Jólabókaflóð, letteralmente l’alluvione di libri per Natale. È tradizione natalizia regalare i libri e magari leggerli assieme la notte della Vigilia.
“Ma non ti sei ancora fidanzata?”. Tranquille, ragazze. Questa domanda viene fatta anche in Italia. Solo che qui noi non abbiamo creato una tradizione; al massimo un “ma andate a ….”. In Repubblica Ceca invece le donne single in età da marito seguono un rituale ben preciso: dando le spalle alla porta, lanciano fuori una scarpa. Se questa scarpa atterra con la punta rivolta verso la porta di casa, le nozze sono per l’appunto alle porte. Quanta pazienza hanno le ragazze ceche… noi qui al massimo la scarpa potremmo lanciarla verso chi ci pone la domanda!
Secondo la tradizione austriaca, verso i primi di dicembre San Nicola ed il suo compare Krampus, metà capra e metà demone, escono insieme per premiare (San Nicola) ma anche per punire (Krampus) i bambini. Tradizionalmente ai bambini vengono dati dolci, arachidi e mandarini ma anche tante belle ramanzine per chi non è comportato bene. Quindi, niente carbone… solo tante belle ramanzine.
Ma adesso passiamo alle nostre di tradizioni. Perché, si, le conosciamo ma qualcuno ne conosce le origini? Perché facciamo il presepe? Perché mangiamo in panettone? Beh, scopriamolo assieme.
Il primo ad allestire un presepe fu San Francesco d’Assisi nel 1223. Il Santo di Assisi organizzò una rappresentazione con attori in carne ed ossa. Infatti, i primi presepi erano in carne ed ossa mentre i presepi con le statuine risalgo al 1400. Le statuine hanno ispirato artisti di tutto il mondo. Basti pensare che a Napoli c’è una strada totalmente dedicata ai presepi. La fantastica “San Gregorio Armeno”. Che poi, dobbiamo dirlo, il mondo si divide in presepisti ed alberisti, in guerra tra di loro da che è nato il presepe. E come diceva il buon Luciano de Crescenzo:
A suo dire l’umanità si divideva in due grandi gruppi nemici fra loro: i presepisti e gli alberisti. “È una suddivisione – diceva lo zio – così importante che dovrebbe comparire sui documenti di identità, né più né meno di come appare il sesso e il gruppo sanguigno. Altrimenti può accadere che un disgraziato scopre, solo a matrimonio avvenuto, di essersi unito ad un essere umano di tendenze natalizie diverse”
Altra perenne lotta a Natale è tra i seguaci del pandoro e quelli del panettone. Ma come è nata la tradizione del panettone? Anche qui c’è una leggenda. Si racconta infatti che il dolce tipico milanese sia stato creato dal garzone di un panettiere durante un inverno bello rigido. Si narra infatti che il garzone per rendere più gustoso il pane decise di aggiungervi uova, burro, canditi ed uvetta creando così il dolce natalizio per eccellenza.
A quanto pare, di tradizioni natalizie ne è pieno il mondo. Dalle ghirlande con 4 candele realizzate in Ungheria al ceppo di legno adottato in Catalogna che diventa umano passando per la caccia al tesoro dentro l’albero di Natale in Germania. Chi più ne ha, più ne metta. Il Natale è credere che qualcosa di magico possa sempre avvenire. Anche quando si è soli. Anche quando si è tristi. Bisognerebbe sempre lasciarsi invadere dallo spirito natalizio. Perché lo spirito natalizio è magico e fa bene al cuore. Detto ciò, Buon Natale!