Scandalo Qatar: la corruzione entra nel Parlamento Europeo
Il Parlamento Europeo viene marchiato con la lettera scarlatta S “scandalo”. Ebbene sì, il Parlamento presieduto da Roberta Metsola, negli ultimi giorni si è ritrovato, suo malgrado, al centro di uno scandalo. Scandalo che nasce per una sospetta corruzione da parte del Qatar, ricchissimo paese del Medio Oriente che in questi giorni sta ospitando i mondiali di calcio. Ma cerchiamo di capire bene cosa sta succedendo.
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Scandalo Qatar, cosa sta succedendo
Oramai il Qatar è salito agli onori della cronaca non solo per i mondiali di calcio che sta ospitando in questi giorni ma anche per le voci di corruzione che si stanno diffondendo nel Parlamento Europeo. È da luglio che la Procura Federale del Belgio sta conducendo questa indagine con il sospetto che il Qatar abbia pagato grosse quantità di soldi per influenzare le decisioni del Parlamento Europeo. Indagine che, il 10 dicembre, ha portato all’arresto di quattro persone con l’accusa di associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione. Tra gli arrestati spiccano i nomi di Eva Kaili, una tra le quattordici vicepresidenti del Parlamento Europeo e di Antonio Panzeri, ex parlamentare europeo. Nessuna delle persone coinvolte ha lasciato dichiarazioni ma, le indagini non sono ancora terminate.
Le accuse
La Procura belga sospetta che il Qatar abbia pagato il Parlamento Europeo per migliorare la propria immagine agli occhi dell’Occidente visto che era al centro di dibattiti soprattutto per la violazione dei diritti umani. Il Qatar era stato accusato infatti di non rispettare i diritti fondamentali dei lavoratori impegnati nella costruzione degli stadi per i mondiali in corso.
A causa di queste accuse, il presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola ha deciso di sospendere con effetto immediato tutti i poteri, le deleghe ed i compiti di Eva Kaili che, soltanto due settimane fa, aveva parlato a favore del Qatar in questo modo:
Il Qatar è all’avanguardia nei diritti dei lavoratori. La Coppa del Mondo in Qatar è la prova di come la diplomazia sportiva possa realizzare una trasformazione storica di un Paese con riforme che hanno ispirato il mondo arabo.
Le prove
Pare ci siano prove inconfutabili che hanno portato addirittura alla decadenza dell’immunità parlamentare di cui godrebbe Eva Kaili. Immunità che decade qualora ci sia flagranza di reato. Ed infatti, durante le perquisizioni presso l’abitazione della vicepresidente, pare siano stati trovati addirittura sacchi di banconote. L’operazione ha portato a 16 perquisizioni tra vari quartieri di Bruxelles e presso la sede di Fight Impunity, una ONG fondata nel 2019. Sono 600mila euro i contanti sequestrati assieme ad una svariata quantità di smartphone.
Scandalo Qatar, si riapre il dibattito sulla permeabilità del Parlamento
Questo scandalo è solo la punta di un iceberg ben più grosso e profondo. Infatti, Michiel van Hulten, capo dell’ufficio della ONG Trasparency International, si espone a tal riguardo dicendo:
Sebbene questo possa essere il caso più significativo di potenziale corruzione dentro al Parlamento da molti anni a questa parte, non è un incidente isolato.
È da tempo che si richiede di rendere più stringenti le norme sulla trasparenza presenti all’interno dell’Europarlamento e quest’ultimo scandalo sta facendo sollevare non pochi interrogativi in merito alle attività di lobbying presenti. Cosa sono le lobby nell’unione europea? Attualmente in Europa rientrano nella definizione di lobbying:
Tutte le attività (…) svolte con l’obiettivo di influenzare direttamente o indirettamente la formulazione o l’attuazione delle politiche e i processi decisionali delle istituzioni dell’Unione, indipendentemente dal luogo in cui sono intraprese e del canale o mezzo di comunicazione utilizzato.
Esiste un registro per la trasparenza composto da 12.400 iscritti che ricomprende non solo associazioni di categoria quali i sindacati ma anche associazioni non governative, consulenti, istituti di ricerca ed altro. Ci sono delle regole che devono necessariamente essere rispettate. Ad esempio, il personale che fa parte del Parlamento Europeo non può accettare regali da terzi se prima non autorizzati. Possono essere accettati senza autorizzazione solamente regali con importo inferiore a 150 o a 300 euro nel corso di un anno.
Quindi, forse, con i 600mila euro trovati nelle buste… si è un tantinello superato il limite consentito. Ma di poco eh… giusto qualche centesimo! Visto che le indagini sembrano essere ancora in corso, staremo a vedere, in itinere, come si concluderà la vicenda. Ma la lettera scarlatta oramai da lì nessuno la cancella; è marchiata a fuoco.