Balenciaga, la casa di moda con sede a Parigi, nelle ultime ore sta facendo parlare di sé… ma non in modo positivo. Beh, c’è chi direbbe “purchè si parli..anche in male”. Ma se il tuo nome viene associato al termine “pedofilia” ed al termine “pedopornografia” forse conviene non balzare agli onori della cronaca e continuare a vivere di sfilati, eventi e cocktails.

Balenciaga, ecco le campagne pubblicitarie incriminate

Tutto inizia con la campagna pubblicitaria natalizia “Gift Shop”, realizzata per Objects, che vede sfilare bambini con in mano orsacchiotti a tema BDSM, acronimo di Bondage, Dominazione, Sadismo, Masochismo. Per chi non lo sapesse, il BDSM raggruppa tutte le pratiche erotiche basate sul dolore e sull’umiliazione di una delle parti. Ovviamente, veder sfilare bambini così “conciati” non può non far gridare allo scandalo. Scandalo che nasce da un atteggiamento troppo soft nei confronti della pedofilia e della pedopornografia, per l’appunto.

Balenciaga

Ma non finisce qui. Il 21 novembre, la casa di moda mette giù una sponsorship con Adidas per la campagna Garde-Robe 2023. Durante questa campagna, viene scattata una foto ad una borsa poggiata su alcuni fogli. E fin qui nulla quaestio. Ma è bastato ingrandire la foto per vedere che quei fogli erano quelli della United States Vs Williams ossia la sentenza della Corte Suprema che, nel 2008, tolse le tutele della libertà di espressione alla pedopornografia. E gli esempi non finiscono qui. Durante un’altra campagna pubblicitaria, sono state scattate foto a modelle del calibro di Bella Hadid sedute su una scrivania con accanto il libro “As Sweet as It Gets” di Michael Borremans, autore di un ciclo di dipinti che raffigurano bimbi nudi insanguinati.

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Sarà mica recidiva Balenciaga?

Il brand si difende

Ovviamente il marchio si difende, sostenendo che i contenuti molesti della campagna Gift Shop sarebbero arrivati alle passerelle senza il permesso della casa madre. Casa madre che il 25 novembre ha avviato una causa da 25 milioni di dollari nei confronti della società di produzione e del set designer della campagna, rispettivamente North Six e Nicholas Des Jardins. Va bene. Supponiamo per assurdo che Gift Shop non sia stata colpa vostra. Ma le altre campagne pubblicitarie? Perché sì sa. Al giorno d’oggi, grazie ai social, se un nulla può diventare un caso di stato, pensiamo campagne pubblicitarie di questo calibro a cosa potranno portare.

Balenciaga, brand provocatorio… fino a prova contraria

Balenciaga non è mai stato un brand “tranquillo” anzi il suo successo si basa proprio su un atteggiamento provocatorio. Basti pensare ai tacchi sulle Crocs o alla busta di Ikea di 99 centesimi che diventa una borsa di lusso. Ma fino a quando si tratta di buono o cattivo gusto, nulla si poteva dire al brand. Alla fine, il gusto è soggettivo. E’ quando si toccano argomenti scottanti come pedofilia e pedopornografia che la situazione cambia e forse adesso Balenciaga, nella sua provocazione, ha un tantinello esagerato. Tant’è che l’estrema destra americana lo ha identificato come simbolo dell’immoralità dell’elite progressista. Sono tante le star che hanno preso le distanze da questa campagna pubblicitaria, prima tra tutte Kim Kardashian, brand ambassador di Balenciaga.

Da madre sono rimasta sconvolta dalle immagini inquietanti. Occorre la massima considerazione per la sicurezza dei nostri bambini e ogni tentativo di normalizzare l’abuso di minori non deve aver posto nella nostra società.

Dice l’artista

Quando succedono scandali di questa portata, per forza di cose, la colpa deve ricadere su una persona. Il questo caso il capro espiatorio è Demna Gvasalia, direttore creativo del Gruppo Kering. Demna si è scusato sul suo profilo Instagram a nome dell’intera Casa di Moda ed ha dichiarato Balenciaga colpevole di non aver controllato ed approvato il tutto prima della passerella. Credibilità da 1 a 10? Intanto si è giocato il Global Voices Award 2022.

Balenciaga

La provocazione, specie nel mondo della moda, è bella finché è sana. Quando incomincia ad aprire porte su mondi sbagliati, allora diventa una provocazione malata. Perché la moda viene seguita da tutti, anche se non sempre in modo diretto. E dare spunti sulla violenza, in un mondo che è già violento di suo, non porta sicuramente ad un miglioramento. Balenciaga, spingendosi un pochino troppo oltre rispetto ai limiti del consentito, alla fine è crollata e queste due gaffe hanno fatto gridare allo scandalo. Scandalo che pare avere basi solide visto che oramai da tempo sul platinato mondo hollywoodiano aleggia l’ombra degli abusi sui minori. Ovviamente Balenciaga si difende ma ciò che è fatto, è fatto … come risponderà adesso il mercato?