Qualche giorno fa, il Governo ha approvato la legge di Bilancio 2023, prima manovra della premier Giorgia Meloni. Ma cosa è una legge di Bilancio? Quando viene approvata? E perché?
La legge di Bilancio ovviamente, altro non può essere che il bilancio dello stato. Una sorta di budget che stabilisce le misure economiche da introdurre per il prossimo anno. All’interno della Legge di Bilancio, il governo illustra come ha intenzione di spendere i soldi per l’anno che sta arrivando e quali sono le fonti dalle quali intende reperire questo denaro. In poche parole, l’esecutivo spiega quali saranno le uscite e le entrate e quali potranno essere le possibili coperture finanziarie.
Queste ultime possono essere reperite nei seguenti modi:
La manovra di Bilancio è una legge della Repubblica italiana prevista dall’articolo 81 della Costituzione. In autunno il governo si riunisce per mettere a punto il testo che passa poi in Parlamento per poter essere approvato definitivamente entro il 31 dicembre. L’approvazione del Parlamento:
Autorizza il governo a prelevare e utilizzare le risorse pubbliche necessarie per l’esecuzione delle politiche pubbliche e delle attività amministrative dello Stato […] un atto con forma di legge, predisposto su base annuale e pluriennale, sia in termini di competenza che di cassa” e “rappresenta il principale documento contabile per l’allocazione, la gestione e il monitoraggio delle risorse finanziarie dello Stato.
Spiega il MEF.
A partire dal triennio 2017-2019, la legge di Bilancio ha assunto natura di legge sostanziale dopo l’eliminazine della Legge di Stabilità.
La Legge di Bilancio è formata da due sezioni:
Ovviamente, la predisposizione della legge di Bilancio, per quanto sia una manovra italiana, vede coinvolta anche l’Unione Europea. Infatti, il governo italiano entro il 10 aprile deve presentare il Documento di economia e finanza al Parlamento Europeo. Il Def deve riferirsi al triennio successivo e deve spiegare tutti gli obiettivi di politica economica che si intende raggiungere. Dopodiché, entro il 27 settembre, bisognerà presentare alle Camere la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza. Nella Nadef dovranno essere inserite le eventuali raccomandazioni dell’Unione Europea.
Entro il 15 ottobre, il governo dovrà presentare alla Commissione Europea, alle Camere ed anche all’Eurogruppo il documento programmatico di bilancio. Questo documento ha il compito di illustrare il disegno di bilancio dell’anno successivo. Da qui, entro il 20 ottobre, si deve presentare al Parlamento la Legge di Bilancio che porterà poi all’approvazione del testo definitivo entro il 31 dicembre per l’entrata in vigore dal 1° gennaio. Dopo l’approvazione, la Gazzetta Ufficiale pubblica la manovra.
La Manovra di Bilancio è la misura economica più importante per il governo in carica ed è una manovra che lega il paese all’intera Europa. Vi ricordate la crisi finanziaria del 2008 che portò fuori tutte le debolezze dell’economia di molti paesi dell’Unione Europea e che sfociò nella crisi dei debiti sovrani del 2011? Ecco. Da questa crisi emerse un aspetto davvero poco lusinghiero per l’Europa ossia la non coesione economica e politica che sfociò in una speculazione finanziaria nei confronti degli stati considerati più deboli e con un elevato debito pubblico. In questo caso, l’aiuto dell’Unione Europea fu minimo e tardò anche ad arrivare. Da allora c’è stata una maggiore coordinazione delle forze politiche ed economiche. Coordinazione che ha portato, nel 2011, alla nascita del “semestre europeo”. Durante questo periodo gli stati membri approvano i loro bilanci sulla base degli obiettivi strategici fissati a livello europeo.
Il semestre europeo non è un periodo rigido cioè, abitualmente, dura più di sei mesi. Durante questo lasso temporale i capi di stato e di governo si danno degli obiettivi da raggiungere ad esempio di quanto dovrà crescere il PIL o quali obiettivi seguire per ridurre la disoccupazione. Ogni aprile, gli stati membri delineano gli obiettivi per gli anni successivi. L’Italia lo fa con la predisposizione del DEF, presentato non solo al Parlamento italiano ma anche alla Commissione Europea. Quest’ultima delinea le sue raccomandazioni. Da qui si entra nel “semestre nazionale”.
Ricapitoliamo le date che caratterizzano quest’ultimo periodo:
Durante tutto questo periodo, il dialogo con le istituzioni europee non cessa mai di esserci.
Ovviamente tutte queste scadenze non sono fisse. Ad esempio, il governo Meloni, insediandosi solo alla fine di ottobre, non è riuscito a rispettare le precedenti date facendo slittare tutto in avanti di qualche settimana. L’unica data fissa è quella del 31 dicembre.
Si rischia di ricadere in quello che viene definito “esercizio provvisorio”. Durante l’esercizio provvisorio, lo Stato non può prelevare dalle casse. E’ come se nessuno avesse approvato il budget previsto e senza approvazione non si possono sostenere le spese. E non è una cosa da poco. Prendiamo ad esempio gli stipendi della pubblica amministrazione. Durante l’esercizio provvisorio, non potrebbero essere pagati.
La Costituzione regola questa situazione in due modi:
Per 20 anni, dal 1948 al 1968, l’Italia non è mai riuscita ad approvare in tempo la legge di Bilancio ricandendo, dunque, nell’esercizio provvisorio. Dal 1969 in poi però la situazione si sblocca così che, quello che ormai era diventato prassi, diventa un’eccezione. Da questo sblocco, il governo italiano ha utilizzato questo meccanismo solamente altre 2 volte: nel 1986 per due mesi durante il governo Craxi e nel 1988 per tre mesi durante il governo Goria.