4DaysWeek: arriva la settimana lavorativa corta anche in Italia
4DaysWeek ossia lavorare meno per lavorare meglio. Ecco quella che sembrerebbe essere la nuova filosofia del mercato del lavoro, uscito esausto dalla pandemia da Covid19. Smart working, south working, full time working. Chi più ne ha, più ne metta! Ma mentre il mercato del lavoro europeo e statunitense sembra molto propositivo verso questo nuovo mantra del “work less, work better”, quello italiano sembra avere ancora qualche remora. Ed ecco allora che arrivano le prime società pioniere di questa nuova tipologia di lavoro.
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4DaysWeek, ecco gli esempi italiani
Chi non vorrebbe lavorare quattro giorni a settimana anziché cinque per nove ore al giorno anziché otto? Si, perché stiamo parlando esattamente di questo. Una settimana corta, di quattro giorni lavorativi con venerdì, sabato e domenica liberi. Quali sono i vantaggi? Beh, sicuramente per il dipendente maggiori possibilità di passare più tempo in famiglia mentre per l’azienda la possibilità di risparmiare sui costi di gestione dello stabilimento, più elevati soprattutto nel periodo invernale.
Mondelez, promotrice italiana della settimana corta
Promotore in Italia di questa nuova tipologia di lavoro è stato il gruppo Mondelez International Italia. Il gruppo statunitense ha infatti lanciato per i suoi uffici milanesi la possibilità di intraprendere la settimana corta. A partire da marzo, i dipendenti della multinazionale hanno avuto la possibilità di ridistribuire l’orario lavorativo su 4/5 giorni.
Scoprega, altro esempio del 4DaysWeek italiano
Altro esempio italiano del 4DaysWeek è la società Scoprega, azienda che produce gonfiatori elettrici e accessori per il settore nautico e per gli sport acquatici con sede a Cassano d’Adda. L’azienda ha raggiunto un accordo con i sindacati che entrerà a regime dal primo dicembre. Questo accordo, in vigore fino al 28 febbraio 2023, prevede un orario di lavoro basato su quattro giorni a settimana per nove ore al giorno.
In questo modo i dipendenti lavoreranno 36 anziché 40 ore settimanali a parità di condizioni economiche, ferie e welfare aziendale.
Spiega l’azienda.
La possibilità di introdurre la settimana corta sembrerebbe far gola anche ad altre società, prima tra tutte il colosso Intesa Sanpaolo.
4DaysWeek, quali sono i vantaggi
È davvero così vantaggioso lavorare un giorno in meno ma un’ora in più? E se è davvero così vantaggioso, perché mai nessuno ci ha pensato prima? Semplice! Perchè se non avviene un evento, un intoppo o un qualcosa che abbia un impatto importante sulla nostra routine, difficilmente ci mettiamo nella condizione di cambiarla. Perché si sa, la comfort zone piace a tutti. E’ uscire da quello status di stasi che invece spaventa e non tutti hanno il coraggio di rischiare. Coraggio che non è mancato invece alle aziende che hanno deciso di implementare non solo il 4DaysWeek ma anche lo smart working.
Perché parliamoci in modo chiaro. L’azienda investe sul dipendente e se l’investimento va male ed il dipendente non è soddisfatto, l’azienda ci perde. Lo smart working, come anche la settimana lavorativa corta, hanno un impatto positivo sul benessere del dipendente perché gli consente di gestire meglio il tempo libero rendendolo quindi più produttivo. Ma i benefici non sono solamente individuali. Riflettiamoci. Se si lavora un giorno in meno, si prenderanno i mezzi di trasporto un giorno in meno ragion per cui si ridurrà l’inquinamento causato dai gas di scarico. Dunque, ci sono anche benefici sulla sostenibilità ambientale.
Passare a una settimana lavorativa più corta aiuterebbe a rompere l’abitudine di vivere per lavorare, lavorare per guadagnare e guadagnare per consumare. Le persone possono dedicarsi maggiormente alle relazioni, ai passatempi e ai luoghi. In tal senso, una settimana lavorativa breve potrebbe essere inquadrata come un investimento in capitale umano.
Questo secondo lo studio di Platform London.
Attualmente, la settimana corta è stata già sperimentata in Islanda, dove sta riscuotendo un enorme successo, ed è stata approvata in Belgio, Spagna, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Giappone. Settimana corta, smart working o full time working che sia, c’è una sola cosa su cui dovrebbe basarsi il mondo del lavoro: la soddisfazione del lavoratore.