Smart Working in down? Tutta colpa del caro bollette
Secondo l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, l’80% dei dipendenti tra pubblico e privato dice NO allo smart working. Ma come? Prima tutti a volere lo smart working e adesso quasi tutti contro? Ebbene sì! E la colpa è del caro bollette. Con i costi della corrente elettrica schizzati alle stelle, lo smart working è diventato solamente un peso per la maggior parte delle famiglie italiane. Non sono mancate richieste da parte dei dipendenti pubblici per eventuali compensazioni economiche atte a fronteggiare i rincari ma viste le scarse risorse della Pubblica Amministrazione italiana difficilmente ci sarà un seguito a tali richieste. Pare che non siano previste neanche compensazioni per i lavoratori cosiddetti fragili. Così come nel pubblico, anche nel privato i lavoratori preferiscono lavorare in ufficio, in assenza di eventuali aiuti. Ma quali sono i pro e i contro dello smart working rispetto al caro bollette?
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Smart working, l’impatto sul caro bollette
Caro bollette, crisi energetica e smart working. Queste tre espressioni, così apparentemente distanti tra loro, sono invece interconnesse a tal punto che una piccola modifica di una, può influenzare l’altra e viceversa. Follow me! Se un cittadino lavora da casa, si sposta di meno. Una affermazione semplice e quasi scontata ma analizziamo le due parti:
- Se si sposta di meno, inquina di meno e consuma meno carburante ed infatti lo smart working era stato considerato dal Greenpeace Central and Eastern Europe come uno dei punti essenziali per attuare la riforma dei trasporti.
- Se lavora da casa, le aziende risparmiano su elettricità e riscaldamento. Dopo l’invasione russa in Ucraina, l’Agenzia internazionale dell’Energia aveva indicato lo smart working come uno dei possibili modi per liberarsi dalla dipendenza di Mosca.
Cosa pensano i lavoratori
Tralasciando l’impatto positivo che lo smart working può avere sul pianeta, i lavoratori non lo vedono più di buon occhio in quanto lo considerano dannoso dal punto di vista economico visto che, a fronte di aumenti dei prezzi dell’energia, non vi sono stati aiuti o eventuali rimborsi da parte dello Stato. Accanto alla questione dei consumi, si è aggiunta anche quella dei buoni pasti perché secondo alcuni ministeri, questi ultimi non devono essere erogati durante le giornate di lavoro agile.
Nelle giornate di attività in lavoro agile il dipendente non matura il diritto all’erogazione del buono pasto.
Secondo alcuni studi, un vero vantaggio oggi si potrebbe avere solo se si ritornasse alla situazione del primo lockdown quando cioè tutti erano in smart working e quindi intere aziende erano chiuse con conseguente risparmio dell’elettricità, del riscaldamento etc. Ma quali sono le accortezze da avere quando si lavora da casa per poter abbattere il caro bollette?
Smart working abbatte il caro bollette, idea in controtendenza
Secondo la rivista britannica Science Direct, un forte impatto sul caro bollette c’è stato a causa dello spreco. Mantenere luci e macchinari accesi nelle aziende per tutta la giornata, fa lievitare, e non poco, la bolletta. Quindi lo smart working, anche parziale può dare una mano. Un altro fattore importante da non sottovalutare è il fattore umano. Se si lavora da casa, si diventa più consapevoli e quindi, banalmente, si spengono luci che magari prima, per pigrizia, si lasciavano accese oppure si riduce il riscaldamento. Inoltre, mentre i costi di riscaldamento delle case sono per la maggior parte fissi, quelli degli uffici possono essere razionalizzati.
Quindi, a conti fatti, meglio l’ufficio o lo smart working?