1°Ottobre, oggi si celebra il caffè
“Ah, che bell’ ‘o café
Pure in carcere ‘o sanno fa
Co’ a ricetta di Ciccirinella
Compagno di cella, preciso a mammà”
Cantava il mitico De Andrè nella sua Don Raffaè. Ed oggi, sabato 1° ottobre, è la giornata dedicata proprio alla “crema d’Arabia” che tutti, o quasi, amano. Il caffè, signori, quell’inebriante profumo che ti sveglia ogni mattina e che ti fa incominciare al meglio la giornata. Il caffè, una delle bevande più apprezzate al mondo. E sembrerà strano ma non è l’Italia il paese con il maggior numero di caffeinomani ma la Finlandia, la Norvegia e la Danimarca. Strano ma vero!
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Caffè, quanto se ne consuma nel mondo?
Non ci crederete mai, o forse si, ma nel mondo ogni anno mediamente un individuo consuma, per uso personale quasi 5kg di caffè. Quindi se a fine anno, vi pesate e notate 5kg in più, tranquilli…è caffè! Scherzi a parte, in Finlandia, un individuo medio, ne consuma quasi 12kg (sarà nervosetto il tipo a fine giornata!) mentre in Portogallo solamente 2kg. L’Italia si piazza nel mezzo con i suoi 6kg pro capite con la Campania sul podio delle regioni dello stivale che ama sorseggiare ‘o cafè.
Dedicare una giornata al caffè però non è solo l’occasione per condividere la passione per la bevanda. I membri dell’ICO quest’anno hanno deciso di dare una svolta al mercato del caffè facendolo evolvere da una economia lineare ad una più circolare. Cosa significa? Semplice! Quotidianamente si lavora per offrire 3 miliardi di caffè al giorno, non senza rifiuti. Passando da una economia lineare ad una economia circolare si possono creare opzioni di energia alternativa generando grandi opportunità non solo a livello reddituale ma anche a livello di occupazione. Basti pensare che i paesi produttori di caffè sono oltre 60 e che questo potrebbe generare posti di lavoro per milioni di persone se si concentrassero gli sforzi su tutta la filiera e non solo.
Caffè, dove è nato?
Da napoletana mi duole dirlo ma il caffè è diventato un simbolo italiano grazie a Venezia che tramite i commerci della Serenissima con l’Oriente importò le bacche in Europa. La prima caffetteria italiana nacque appunto a Venezia, in Piazza San Marco nel XVII secolo. Si diffuse a Napoli solo qualche anno dopo grazie a Maria Carolina D’Asburgo che sposò re Ferdinando IV di Borbone.
Diventerà Patrimonio dell’Unesco?
Sono tante le iniziative a favore della candidatura del caffè a patrimonio culturale intangibile dell’Unesco. Da Torino a Palermo, da Milano a Napoli, ci sono state anche delle raccolte di firme. Ma non è facile entrare a far parte del patrimonio dell’Unesco, infatti bisogna possedere, tra le tante, le seguenti caratteristiche:
- essere trasmesso di generazione in generazione;
- essere costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in stretta correlazione con l’ambiente circostante e con la sua storia;
- permettere alle comunità, ai gruppi nonché alle singole persone di elaborare dinamicamente il senso di appartenenza sociale e culturale;
- promuovere il rispetto per le diversità culturali e per la creatività umana;
- diffondere l’osservanza del rispetto dei diritti umani e della sostenibilità dello sviluppo di ciascun paese.
Basti pensare che in 131 paesi del mondo, sono solo 584 i beni tutelati.
Ma mettendo da parte l’Unesco che può, come non può, far rientrare il nostro amato caffè nelle sue grazie, noi oggi celebriamo la bevanda che più di ogni altra cosa ci rallegra la giornata e forse anche l’esistenza. E’ patrimonio italiano, prima che patrimonio dell’Unesco e proprio come diceva il grande Peppino De Filippo:
Quando io morirò, tu portami il caffè, e vedrai che io resuscito come Lazzaro.