Chi sono state le donne più importanti della politica italiana?
Quando si parla di politica, spesso e forse giustamente, si pensa ad un mondo prettamente maschile, ma in realtà il mondo politico è stato pieno di donne pioniere in questo ambito. Basti pensare ad Angela Merkel, a Portia Simpson Miller, a Margaret Thatcher. Forse non tutti sanno che esiste proprio una organizzazione dedicata alle donne che sono stati capi di stato e di governo. Ma nel nostro bel Paese? L’Italia, per la prima volta nella storia della democrazia, vedrà prossimamente un presidente del Consiglio appartenente alle quote rosa. Giorgia Meloni. Ma in passato, prossimo e remoto, quali sono state le donne che, in un modo o in un altro, si sono contraddistinte nel mondo politico? Scopriamole assieme.
Cosa troverai in questo articolo:
Donne in politica, Nilde Iotti
La più importante tra le donne della politica italiana. Incomincia come insegnante dopo la laurea in lettere ma ben presto prende parte alla Resistenza contro il fascismo. Molto attiva in tante battaglie per i diritti delle donne, diventa presidente dell’Unione Donne Italiane. Nel 1946 entra nella Commissione dei 75 della Camera dei deputati per la scrittura dei testi della Costituzione. Dal 1948 al 1999, è stata deputata della Camera fino a diventarne il primo presidente donna nel 1979. Ha ricoperto questo ruolo per ben tre legislature. Ha rappresentato l’emancipazione femminile, specie nel mondo politico, in un’era in cui la donna stava cercando di farsi valere con non poche difficoltà. Celebre la sua citazione sulla separazione matrimoniale. Era avanti… c’è poco da fare!
Per quanto siano forti i sentimenti che uniscono un uomo e una donna – in ogni tempo, ma soprattutto direi, nel mondo di oggi – essi possono anche mutare; e quando non esistono più i sentimenti, non esiste neppure più il fondamento morale su cui si basa la vita familiare. Abbiamo dunque bisogno di ammettere la possibilità della separazione e dello scioglimento del matrimonio.
Tina Anselmi, la politica delle donne
La vita di Tina Anselmi cambia quando, a 17 anni, lei ed i suoi compagni di classe vengono costretti dai nazifascisti ad assistere alla impiccagione di 30 prigionieri. Questo è stato il motivo principale che l’ha spinta a prendere parte alla Resistenza contro il fascismo. Diventata deputata della Democrazia Cristiana dal 1968 al 1992, nel 1976 è stata eletta prima donna ministro del lavoro nella storia italiana. A lei si deve la legge sulle pari opportunità delle donne nel mondo del lavoro. Successivamente è stata anche per ben due volte ministro della sanità.
La presenza femminile in politica, nei posti cosiddetti “di potere”, non serve, soltanto alle donne, ma serve a migliorare la qualità della società. Per tutti.
Lina Merlin ed il NO alle case chiuse
Laureata in letteratura francese, diventa anche lei maestra. Partigiana, attivista contro il fascismo, sostenitrice dei diritti delle donne, partecipa alla stesura della Costituzione. È a lei che si deve la frase “senza distinzione di sesso” dell’articolo 3. Grazie alla deputata socialista, la disparità tra figlio adottivo e figlio naturale è stata eliminata così come la clausola del nubilato che nei contratti di lavoro prevedeva il licenziamento delle donne che decidevano di sposarsi. È a lei che si deve anche l’abolizione delle case chiuse con la più famosa “legge Merlin”.
E chi pretendeva di abolire la prostituzione? Io?! La mia legge mirava solo a impedire la complicità dello Stato.
Queste sono le tre donne, non più in vita, che hanno fatto la storia della politica italiana. Donne che, in un certo qual modo, hanno lottato contro la supremazia maschile e che hanno spianato la strada al gentil sesso che attualmente è in politica come Maria Elisabetta Alberti Casellati, il primo presidente del Senato donna o Virginia Raggi, il primo sindaco donna dell’Urbe ma anche a Rosy Bindi che nel 2008 è stata nominata vicepresidente della Camera dei deputati e ad Emma Bonino eletta deputato del partito radicale a solo 28 anni.
E adesso tocca a Giorgia Meloni, prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio italiano. Al di là del credo politico che ognuno segue, non possiamo non augurare tutta la fortuna al quasi neopremier (se non fosse che, se cade lei come presidente del consiglio italiano cadiamo anche noi in quanto italiani!).