Hitler, battuto all’asta un orologio appartenuto al fuhrer

Ebbene sì. Hitler sembrerebbe avere ancora seguaci. E se non sono seguaci, sono sicuramente persone con gusti alquanto discutibili. È stato infatti battuto all’asta un orologio d’oro che pare sia appartenuto a Adolf Hitler. E non è costato nemmeno poco! Sembrerebbe infatti che il misterioso acquirente abbia speso oltre un milione e cento mila dollari per accaparrarsi il cimelio appartenuto ad Adolf Hitler. L’acquirente, che ha preferito rimanere anonimo, si è portato a casa un orologio con i simboli più cari al fuhrer ossia un’aquila, una svastica e le sue iniziali ben incise sulla cassa reversibile.  La controversa asta, svoltasi mercoledì 28 luglio 2022, è stata intitolata Summer Historical Militaria & Autographs Live Auction ed è stata organizzata dall’americana Alexander Historical Auctions.

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Hitler, la storia dell’orologio da un milione di dollari

Questo orologio, secondo voci di corridoio, potrebbe essere stato un regalo di compleanno nel 1933 anno in cui il fuhrer divenne cancelliere tedesco. Fu ritrovato da un soldato francese nel 1945 durante un’irruzione in quello che è stato definito “Nido dell’Aquila” ossia la residenza alpina di Hitler a Berchtesgaden, sulle montagne bavaresi.  Dopo essere rimasto per anni nelle mani della famiglia del soldato francese, è stato messo all’asta.

Hitler, le proteste delle associazioni ebraiche

Ovviamente e a buona ragion, non sono mancate le proteste delle associazioni ebraiche nei confronti della Alexander Historical Auctions, casa d’aste del Maryland che ha venduto il cimelio.

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In realtà questa casa d’aste non è nuova alla vendita di oggetti nazisti. Infatti, in passato ha visto battere all’asta un vestito appartenuto ad Eva Braun, compagna di Hitler ed una stella di David di stoffa gialla con impressa la parola “Jude” ossia ebreo.  

Aste, da Hitler a Zelesky

Già prima dell’asta si erano mosse forti critiche da parte dell’Associazione Ebraica Europea che aveva chiesto la cancellazione della stessa ma senza alcun effetto.  Infatti, se da una parte troviamo il rabbino Menachem Margolin, presidente dell’Associazione, che definisce questa vendita come “spregevole”, affermando che

vendere oggetti provenienti dal Terzo Reich non contribuisce in alcun modo a comprendere le atrocità dell’era nazista. Sono oggetti che devono stare nei musei e adeguatamente contestualizzati.

dall’altra abbiamo la casa d’aste che fa orecchie da mercante e che vende oggetti nazisti senza pietà.

Dal sopracitato abito della dolce metà del fuhrer ad una copia autografa dell’ultimo messaggio di Hitler alla nazione. Per non parlare del suo busto appartenuto a Goebbels. Ma le persone possono davvero avere gusti così…ehm…strani? Che poi definirli “strani” sarebbe un misero eufemismo! Perché se da una parte c’è gente che compra oggetti appartenuti ad uno degli uomini più crudeli della storia dell’umanità, dall’altra troviamo chi decide di spendere quasi 100mila dollari per una felpa appartenuta a Zelensky, attuale leader ucraino in guerra con Putin.

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Il collezionismo può essere considerato una forma d’arte e forse a tratti lo è. L’arte in quanto tale porta e crea valore e collezionare oggetti antichi ma anche macchinine o i giornaletti di Topolino crea un legame indissolubile tra chi poi avrà la fortuna di ereditarli e chi, ad oggi, meticolosamente li conserva e li accresce. Ma collezionare oggetti appartenuti a persone che si sono macchiate di delitti atroci a discapito di un’intera comunità, quella ebraica appunto, è morbosità e la morbosità non è arte. E’ solamente morbosità.