Una nuova economia green in Europa: meno gas ma non solo
Lo scoppio della guerra in Ucraina ha cambiato lo scenario globale dell’approvvigionamento di energia. Infatti, la fornitura di gas naturale russo all’Europa potrebbe subire un rallentamento a causa dell’attacco russo all’Ucraina. Ma a quanto ammonta la dipendenza degli stati europei dal gas naturale russo?
Per rispondere a questa domanda, ci viene in aiuto un’infografica che mostra, sulla base dei dati dell’Agenzia per la cooperazione internazionale dell’energia, l’entità delle ripercussioni sui singoli paesi. La Macedonia settentrionale, la Bosnia-Erzegovina, la Moldavia, la Finlandia e la Lettonia dipendono quasi completamente dagli approvvigionamenti di gas russi. Rispetto al consumo interno di gas, la Germania dipende per il 49 % dal gas russo. Anche l’Italia, la Polonia e la Francia acquistano maggiori quantità per poco meno del 50% dalla Russia.
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Come compensare una possibile interruzione di fornitura di gas?
Per compensare l’interruzione delle forniture russe di gas, il ministro federale dell’Economia Robert Habeck intende aumentare le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) favorendo la costruzione di terminal per GNL sulla costa tedesca.
La speranza che quest’inverno i tedeschi sopravviveranno al freddo, si basa soprattutto su una tendenza che non era stata ancora presa in considerazione: l’aumento dell’offerta di gas liquefatto. Infatti, in forma liquida, il gas naturale può essere trasportato anche via nave e l’altra buona notizia è che il maggiore esportatore mondiale di gas liquefatto sono gli USA!
Non a caso infatti le forniture di GNL degli americani in Europa stanno aumentando in modo significativo ultimamente, anche il gas liquefatto è in linea di principi più caro del normale gasdotto.
Ma cosa succederà poi? La questione della dipendenza dalla Russia dal gas non si risolverà certo durante l’estate, ma si porrà nuovamente il prossimo autunno. Da un lato si sta lavorando ad installare delle vere e proprie riserve di gas, dall’altro lo sviluppo a lungo termine delle energie rinnovabili è particolarmente utile per ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas dalla Russia. Anche l’economista Kemfert è d’accordo:
“La migliore risposta alle guerre energetiche fossili è la svolta energetica, con lo sviluppo di energie rinnovabili.”
Al più tardi nel 2045, se la Germania vuole essere neutrale dal punto di vista climatico, non deve più usare il gas russo. Secondo i pareri dei suoi maggiori economisti.
Non solo GNL, si pianifica una transizione Green
Come hanno pianificato SPD e Grüne l’indipendenza energetica? I tedeschi vogliono rendere l’energia solare lo standard, e nei prossimi quattro anni mirano a coprire 1,5 milioni di tetti con pannelli solari, a partire da edifici nuovi, da edifici pubblici e commerciali. Essi vogliono creare nuovi impianti solari in autostrade, ferrovie, nei parcheggi e nei terreni agricoli.
I tedeschi vogliono inoltre fissare un obiettivo di copertura del territorio nazionale con pale eoliche sul 2% del territorio nazionale, al quale contribuiscono tutti i Länder. La pianificazione e le autorizzazioni saranno accelerate grazie alla partecipazione dei cittadini, alla messa in comune delle procedure e a all’aumento del personale.
Per de-carbonizzare l’industria tedesca, il trasporto marittimo e aereo, i tedeschi hanno bisogno di idrogeno verde da fonti rinnovabili. Tutto ciò con un programma di sostegno e gli incentivi che aumentiamo la capacità di produzione dell’idrogeno. Tuttavia, l’importazione di idrogeno verde sarà comunque necessaria, deve essere però un’importazione equa e rispettosa dell’ambiente.
Inoltre la Germania già ha iniziato l’abbandono del nucleare, che avverrà il prima possibile con la chiusura delle centrali centrali nucleari di Gronau e Lingen. Anche gli edifici dovranno diventare quanto prima neutri dal punto di vista climatico, tramite elevati standard edilizi e di ristrutturazione. Per quanto riguarda il riscaldamento, si vogliono utilizzare le energie rinnovabili, laddove possibile, e per questo si è messo a punto un programma di investimenti per 2 milioni di pompe di calore entro il 2025.
Articolo a cura di Concita Mauro.