Guerra Russia-Ucraina

Ucraina, cade la storica neutralità della Svizzera

La Svizzera, nazione neutrale per eccellenza. Colei che non ha mai proferito parola su nulla. La neutralità per antonomasia. Ecco, la Svizzera sta valutando la possibilità di unirsi alle sanzioni dell’UE contro la Russia dopo l’invasione ucraina. Ieri il presidente della confederazione svizzera Ignazio Cassis ha rilasciato quanto segue:

È molto probabile che domani la Svizzera seguirà l’Unione Europea nelle sanzioni alla Russia e ne congelerà i patrimoni. Ma non posso anticipare decisioni che non sono state ancora prese.

Dunque, entro oggi si prenderà la decisione se accantonare o meno la proverbiale imparzialità elvetica.

Cassis ha però voluto sottolineare che la neutralità dovrà, in ogni caso, essere preservata ma ha sottolineato che

Neutralità non significa indifferenza. La Russia ha violato in maniera flagrante il diritto internazionale e la sovranità di un altro Stato.

È una svolta storica senza precedenti perché Berna non ha mai voluto rinunciare alla sua tradizionale neutralità. Ed è una svolta anche finanziaria perché se la Svizzera aderisce alle sanzioni dell’Occidente chiude una possibile via di fuga dei patrimoni finanziari da parte della Russia.

Fino a sabato, Berna aveva puntato alla prudenza creando solamente una blacklist di circa 300 cittadini russi e 4 banche nei confronti delle quali aveva imposto divieto di intrattenere rapporti d’affari. Ma in questo modo i milionari russi con conti nelle banche elvetiche avrebbero potuto continuare ad operare indisturbati. C’è però da fare una considerazione: è vero che i milionari avrebbero potuto continuare a fare accordi con le banche elvetiche ma è anche vero che queste ultime, mantenendo rapporti con i russi, avrebbero potuto incorrere in citazioni in giudizio o essere considerate fiancheggiatrici filorusse.

Oggi invece la Svizzera si prepara a congelare gli asset degli oligarchi russi presenti in Svizzera. Un annuncio storico arriva anche dalla Svezia, stato che non consegnava armi per un conflitto dal 1939. Ha infatti stabilito che invierà 5mila lanciarazzi anticarro all’Ucraina.

Perché la Svizzera è uno stato neutrale?

Alla Svizzera è sempre stata riconosciuta la connotazione di stato “neutrale”. Ma cosa significa questo? Uno stato è neutrale quando si impegna a non schierarsi in caso di guerra tra gli altri Stati. È una scelta del paese stesso infatti è una scelta libera, permanente ed armata. La Svizzera è diventata neutrale con il trattato di Parigi del 1815 stipulato dopo la sconfitta di Napoleone ma l’elemento cardine che ha dato vita alla neutralità elvetica, secondo gli storici, è stato il trattato di pace con Francesco I re di Francia siglato nel 1515.

Nel 1907, con la conferenza di pace dell’Aja, la Svizzera ha ufficialmente aderito alla neutralità firmando tutte le carte e sancendo il diritto all’inviolabilità del proprio territorio a cui segue quello di non poter partecipare attivamente ai conflitti in corso.

Ucraina, entra in guerra anche Anonymous

Anonymous, il più grande movimento decentralizzato di hacktivismo, ha scatenato una cyber guerra contro la Russia. Il messaggio, con il quale spiega il perché si sia dato inizio a questa guerra cybernetica, comincia con le seguenti parole:

Signor Putin, l’invasione in corso dell’Ucraina ha mostrato come il suo regime non abbia rispetto per i diritti umani, né per il principio di autodeterminazione dei Paesi vicini. […] Anonymous ha dichiarato una cyber guerra al suo regime aggressivo, mettendo offline nei giorni scorsi numerosi siti governativi.

L’operazione, denominata “OpRussia”, vede tra i vari siti hackerati quelli dell’emittente Rt news del governo russo.

Ucraina, in corso le negoziazioni

È in corso il primo, seppur fragile, tentativo di negoziazione tra Putin e Zelensky. La diffidenza è reciproca infatti per tutta la giornata di ieri si è discusso sul dove far avvenire questo incontro. Putin ha proposto Gomel, città della Bielorussia ma in quanto alleata russa è stata rifiutata. Zelensky ha messo sul tavolo Varsavia, Ankara e Baku, rifiutate anche queste in quanto le prime due appartenenti alla NATO mentre l’ultima troppo lontana. Alla fine, si è ripiegato su Alexandrovka-Vilchha, paese rurale al confine tra Ucraina e Bielorussia. Alla guida della delegazione russa ci sarà l’ex ministro della cultura Vladimir Medinsky mentre alla guida di quella ucraina ci sarà il ministro della difesa Oleksii Reznikov. Tutti sperano in un accordo ma Zelensky si mostra poco fiducioso. Staremo a vedere.

Published by
Maria Francesca Malinconico