Alle 6 del mattino del 24/02/2022 Putin annuncia in TV l’attacco all’Ucraina. In poche parole: è guerra.

Chiunque tenti di interferire con noi, e ancor di più di creare minacce al nostro Paese, al nostro popolo, dovrebbe sapere che la risposta della Russia sarà immediata e porterà a conseguenze come non sono state sperimentato nella storia. Siamo pronti per qualsiasi sviluppo di eventi. Tutte le decisioni necessarie al riguardo sono state prese. Spero di essere ascoltato.

Sono queste le parole che il presidente russo Vladimir Putin ha pronunciato stamattina in diretta TV, sottolineando che tale operazione militare non mira ad altro che a proteggere il Donbass dalla occupazione straniera. Facciamo un breve excursus storico per capire come mai Putin voglia a tutti i costi proteggere questa area dell’Ucraina dalla occupazione della NATO.

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Ucraina, il Donbass

Il Donbass, che significa bacino del Donec, è un’area dell’Ucraina orientale suddivisa in 3 regioni (“oblast” in russo): la regione principale che è quella di Donetsk e le altre due secondarie ossia quella di Luhansk e quella di Dnipropetrovsk. Tali regioni distano da Kiev 700km. Ma è la posizione geografica di questa terra che la rende particolarmente appetibile da parte di tutti. È incastonata, infatti, tra Ucraina, Russia e Mar Nero e dunque rappresenta un cuscinetto strategico sul quale si basa la volontà di Putin di creare una Russia unita a fronte di una espansione della Nato verso est.

Ucraina

È inoltre una ricca zona carbonifera per la presenza del bacino minerario del Don, fiume che divide la Russia dall’Ucraina.  Pur essendo una regione ucraina, la maggior parte della popolazione ha il passaporto russo. Infatti, la popolazione è quasi totalmente russofona e russofila, usa il rublo ed ospita la chiesa ortodossa russa che è diversa da quella ucraina. Dal punto di vista politico, anche se al governo vi sono ministri ucraini, la Russia ha da tempo un forte controllo su di essa. Ma ritorniamo al conflitto.

Ucraina, conflitto in corso

Putin ha da poco riconosciuto l’indipendenza dei due oblast Luhansk e Donetsk. Ma perché lo ha fatto? Se dal punto di vista economico e politico poco cambia, dal punto di vista militare invece cambia molto. Grazie a questo riconoscimento di indipendenza dall’Ucraina, è riuscito ad assicurarsi la mobilitazione delle truppe nel territorio. Ed è proprio grazie a questo che adesso l’operazione russa è in corso in diverse città dell’Ucraina e, come ha annunciato lo stesso Putin, mira “a distruggere lo stato ucraino”. Secondo alcuni analisti lo scopo sarebbe quello di prendere Kiev in 48 ore. Ma gli altri Paesi come stanno reagendo?

Credits:Ansa.it

La risposta della NATO

Il Pentagono sta monitorando l’incursione delle truppe dalla Bielorussia verso l’Ucraina. La NATO ha convocato una riunione urgente di tutti gli ambasciatori ed arriva la dura condanna da parte di Biden.

Putin ha scelto una guerra premeditata che porterà una catastrofica perdita di vite umane e sofferenza.

E’ ciò che ha affermato il Presidente degli Stati Uniti che ha chiamato il Presidente ucraino Zelensky annunciando dure sanzioni contro Mosca ed i suoi alleati. Proprio ieri Zelensky aveva ribadito la volontà di aderire all’UE e alla NATO, proclamando, tra l’altro, lo stato di emergenza a fronte della minaccia dell’invasione russa. Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha convocato una riunione straordinaria in giornata per discutere della crisi e la presidente Ursula Von Der Leyen ha delineato ulteriori pacchetti di sanzioni da parte della CE. Entrambi aggiungono che l’Unione Europea continuerà a fornire forte assistenza alla popolazione Ucraina.

Credits: Rainews.it

Condanne arrivano anche dagli altri presidenti. Da Draghi a Johnson a Macron. Il fil rouge è uno solo. La Russia ha attaccato l’Ucraina e adesso l’alleanza con la NATO sarà ancora più forte in quanto tutti avranno un unico obiettivo: che la guerra tra Russia ed Ucraina finisca il prima possibile, soprattutto per proteggere tutti i civili che all’improvviso si sono ritrovati catapultati in una realtà che forse avevano visto solamente nei libri di storia. La storia, appunto. Quella che dovrebbe insegnare ma che, a quanto pare, nessuno impara.