Le novità del 2022: dal super greenpass alla stretta sul contante
2022
Anno nuovo, vita nuova? Beh, forse sarebbe meglio dire “anno nuovo, legge nuova”. Ebbene sì, da 2 giorni siamo entrati prepotentemente nel 2022 e già si parla di nuovi decreti. Si passa dalle novità per quanto riguarda il greenpass ai nuovi limiti per l’utilizzo del contante. Non abbiamo neanche digerito il cenone del 31 dicembre che già dobbiamo fare i conti con metà Italia che gioca a “color color” cambiando di nuovo nuance. Ma la Befana potrà entrare in una regione che è diventata gialla? Lo chiedo per un amico! Ma bando alle ciance e passiamo ad esaminare meglio alcune tra le modifiche più importanti che impatteranno sull’anno a cui abbiamo appena dato il benvenuto!
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2022, al via il super greenpass per il lavoro
Dal 5 gennaio 2022, per poter lavorare sarà obbligatorio il vaccino contro il Covid 19. Chi non si è ancora vaccinato avrà a disposizione due settimane per sottoporsi alla prima dose. Il consiglio dei ministri dovrà scegliere tra due opzioni. La prima è il 2G ossia la possibilità di lavorare solo se vaccinati o guariti dal Covid 19. La seconda è l’obbligo vaccinale generalizzato ossia rendere obbligatorio il vaccino almeno per la popolazione over 18. Tra le due soluzioni quella che maggiormente viene presa in considerazione è quella del 2G anche perché è vero che la variante Omicron ospedalizza meno ma è anche vero che la maggior parte delle persone ricoverate in terapia intensiva è senza alcuna dose di vaccino.
Lo scudo principale è rappresentato dalla dose booster. Da qui il vaccino, che in ogni caso sarebbe “obbligatorio” solamente per la popolazione over 18. In questo modo si coprirebbe quasi tutta la popolazione attiva sul lavoro, in particolare i 40enni ed i 50enni. È in arrivo anche un decreto interministeriale che definirà tutte le patologie che rientrano nello status “fragile”. I non vaccinabili conserveranno comunque il posto di lavoro.
2022, le bollette schizzano alle stelle
Il 2022 è l’anno delle stangate sulle bollette. L’incremento dei costi delle materie prime ha portato ad un aumento non indifferente. Il plus si aggira intorno al 55% a famiglia per quanto riguarda l’elettricità mentre al 41,8% per quanto riguarda il gas. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una famiglia mediamente si troverà a pagare circa 334 euro in più. Secondo l’Arera, l’autorità di regolazione per energia reti ed ambienti, se non ci fosse stato l’intervento del governo l’aumento sarebbe stato maggiore (circa il 65% per la luce ed il 59,2% per il gas). In base a quanto previsto dalla manovra, c’è stato l’annullamento transitorio degli oneri generali di sistema ed il potenziamento del bonus sociale per le famiglie in difficoltà.
Assegno unico, uno strumento per le famiglie
A partire da ieri, 1° gennaio, è possibile chiedere il nuovo assegno unico per i figli. La richiesta va fatta da un solo genitore indicando sia i dati dei figli che dell’altro coniuge e gli estremi per il pagamento. Partirà da marzo e verrà dato dal settimo mese di gravidanza fino al 21esimo anno di età del figlio. Avrà importi diversi in base del valore dell’ISEE. Ci saranno integrazioni anche per i figli successivi al secondo, per i minorenni che non sono autosufficienti, per le ragazze madri con età inferiore ai 21 anni. L’importo varia da Euro 175 per chi ha un ISEE inferiore ad Euro 15mila fino ad Euro 50 per chi ha un ISEE con un importo superiore ad Euro 40mila.
2022, anno della stretta sul contante
Dal 1° gennaio 2022, la somma massima che si potrà pagare in contanti sarà pari ad Euro 999,99. Questo vale sia per i pagamenti verso le aziende sia per i pagamenti verso altri privati. Il governo Conte con il decreto-legge 124/2019 aveva previsto prima una soglia massima fissata ad Euro 2mila per poi scendere, dalla data sopracitata, ad una soglia pari ad Euro mille. Per il pagamento di importi maggiori bisogna utilizzare mezzi tracciabili dunque carte di credito, carte di debito, bonifici bancari etc.
Chi non rispetta queste regole incorre in sanzioni amministrative pecuniarie che vanno da Euro 3mila ad Euro 50mila. Tale ammenda sarà quintuplicata se le violazioni faranno riferimento ad importi di valori pari o superiori ad Euro 250mila. Dall’applicazione della soglia massima di Euro mille sono escluse le attività di cambio valuta iscritte nel registro tenuto dall’Autorità prevista dal Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia. In questo caso la soglia ritorna ad essere pari ad Euro 3mila.
Pensioni, da quota 100 a quota 102
Dal 2019 al 2021, è stata in vigore la quota 100 (62+38) grazie alla quale tutti i lavoratori che vantavano almeno 38 anni di contributi ed una età anagrafica minima di 62 anni potevano andare in pensione anticipata senza alcuna penalizzazione sull’assegno. Da gennaio 2022 è subentrata, anche se solo per un anno, la quota 102 (64+38). Si può andare in pensione con 64 anni di età e 38 anni di contributi. È una soluzione non molto diversa dalla quota 100. Serve ad evitare lo scalone anagrafico che, rispetto ai 62 anni di età e 38 di contributi della quota 100 fino al 31 dicembre 2021, dal primo gennaio 2022 impone bruscamente un minimo di 67 anni di età per la pensione di vecchiaia e almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne) per quella anticipata.
Quindi la Befana quest’anno ci porterà più decreti che caramelle. Lei che può volare da regione a regione fregandosene dei colori con la sua turbo scopa. Lei che ha superato di gran lunga la quota 102 per la pensione. Ma non era meglio una calza piena di carbone zuccherato?