Amazon multata dall’Italia per abuso di posizione dominante

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana ha inflitto una sanzione di oltre 1 miliardo di euro (1.128.596.156,33 per l’esattezza) a Amazon per aver violato l’art. 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.

La principale motivazione dietro alla maxi multa è l’aver legato l’utilizzo del proprio servizio di logistica (Fulfillment by Amazon) ad una serie di vantaggi presenti sullo store, primo tra tutti l’etichetta “prime”, a sua volta collegata ad alcuni eventi come: prime days, cyber Monday e black Friday, e alle “offerte in vetrina”, ossia alle promozioni che ricevano una maggiore rilevanza nello store Amazon.

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L’entità della multa, che ad oggi è una delle più grandi ad essere mai state inflitte da un’autorità europea, è stata determinata anche dall’ampiezza del gruppo e dalla durata di questo abuso di posizione dominante. Secondo l’antitrust italiana infatti il danno sarebbe stato particolarmente grave poiché si sarebbe esteso a più settori, da un lato obbligando de facto i venditori a dover ricorrere a Fulfillment by Amazon impedendo loro di rivolgersi altrove, da l’altro avrebbe danneggiato i servizi di logistica, escludendoli dal mercato del più grande attore del e-commerce italiano.

Per finire sarebbero stati danneggiati anche gli altri store on-line, che non venivano scelti a causa del costo di duplicazione del magazzino. in altre parole un azienda che volesse vende i propri prodotti anche di un altro sito avrebbe dovuto sostenere i costi di un secondo operatore diverso da Fulfillment by Amazon.

Il ruolo del Unione Europea

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La multa alla creatura di Bezos rappresenta anche un esempio di eccezionale sinergia tra Roma e Bruxelles. Dalla Commissione, che sta indagando sul colosso americano dal 2019, è infatti arrivato un plauso al Italia per la collaborazione nell’ambito della Rete europea della concorrenza. Nello specifico la Commissione Europea, già a partire dallo scorso anno aveva accusato la multinazionale di violare l’art 102 del TFUE, tramite un uso improprio dei dati sensibili dei venditori terzi teso a favorire i prodotti a marchio Amazon.

I commissari hanno poi avviato un secondo procedimento di indagine questa volta finalizzato a chiarie il funzionamento della “buy box” e dell’abbonamento Prime, le stesse criticità che hanno portato all’intervento di antitrust italiano. Le accuse mosse sinora da entrambe le istituzioni ricalcano peraltro quanto sostenuto da Reuters in un inchiesta del 2021 che l’agenzia di stampa ha portato avanti grazie a dei documenti interni trapelati dalla compagine indiana della compagnia.

Tutto questo lascia pensare che, indipendentemente dall’esito dei procedimenti in corso, che per Amazon si stia avvicinando una stagione di controversie legali, che potrebbero forse spostarsi anche al di fuori del vecchio continente.

La concorrenza moscovita di Amazon

A peggiorare la situazione di Amazon ci si mette anche l’ingresso in Italia di un nuovo concorrente proveniente da est: La piattaforma Ozon. L’Amazon russo come lo stanno definendo in queste ore pressoché tutti i giornali nostrani dovrebbe essere operativo entro giugno 2022.

Nata nel 1998 Ozon, è una compagnia di e-commerce russa che si è recentemente distinta per una crescita repentina. In meno di 5 anni l’azienda è infatti passata da una posizione di sostanziale irrilevanza a divenire prima il secondo player nel mondo del e-commerce russo, e poi a raggiungere un miliardo di offerta pubblica iniziale a Wall Street, riuscendo nel contempo a superare i confini nazionali.

L’ultima tappa di questa espansione dovrebbe essere l’Italia. In una recente intervista rilasciata al termine di un expo a Dubai, l’amministratore delegato Alexander Shulgin ha chiarito che l’obbiettivo della società è quello di essere operativo in Italia entro giugno 2022.

Ha poi continuato affermando che le imprese italiane potranno inserire i loro prodotti sulla piattaforma che si occuperà di fornire delle opzioni di logistica per le spedizioni in Russia, e viceversa. Specificando inoltre, forse proprio con un velato riferimento alla concorrente statunitense, che non ci saranno restrizione o imposizioni per poter operare sullo store.