Non è mai successo che un aereo riuscisse ad atterrare tra i ghiacciai dell’Antartide. Almeno fino a qualche giorno fa. A rendere possibile l’impresa è stata la compagnia portoghese Hi Fly che grazie all’AirbusA340, è riuscita laddove altre compagnie hanno fallito: far atterrare un aereo nel continente più a sud dell’emisfero australe.

Antartide

Airbus A340, il volo

Il volo è decollato da CapeTown, in Sudafrica, il 2 novembre. È stato commissionato da un resort di lusso di “campo avventura, il Wolf’s Fang, che ha sede proprio in Antartide. Il volo, guidato dal capitano Carlos Mirpuri, ha richiesto tra le 5 e le 6 ore sia all’andata che al ritorno. L’aereo è atterrato su una pista di ghiaccio azzurro. Questa pista è formata da neve che, depositandosi sui ghiacciai, si compatta e finisce con il farne parte.  È di proprietà del resort ed è catalogato come aeroporto di livello c nonostante tecnicamente non sia un vero e proprio aeroporto ma solo una pista di atterraggio. L’equipaggio ha trascorso solamente 3 ore a terra in Antartide.

Per l’atterraggio dell’airbus sono stati messi a disposizione 3000 metri per effettuare la frenata, resa meno complicata da alcune scanalature incise sulla pista utili per aumentare l’attrito delle ruote. Per non essere disturbati dal bagliore intenso del ghiaccio, i piloti hanno dovuto indossare degli occhiali speciali. Questo perché la pista è stata scavata nel ghiaccio e questo ha reso difficile isolarla dal resto del paesaggio ad occhio nudo.

1928, il primo volo in Antartide

George Hubert Wilkins, pilota ed esploratore militare australiano, nel 1928 pilotò un monoplano Lockheed Vega 1 sui cieli dell’Antartide. Finanziato da William Randolph Hearst, il ricco magnate dell’editoria statunitense, questo volo partì da Deception Island, nelle Isole Shetland meridionali. Ci sono stati altri voli brevi ma erano voli più che altro esplorativi per ottenere informazioni sulla tipografia del posto.

Antartide, il turismo tra i ghiacciai

Il Paradiso dei pinguini e delle foche sarà presto raggiungibile anche dall’uomo in modo rapido? L’Antartide non ha una popolazione residente ed il turismo si concentra principalmente nella zona di Half Moon Island, che gode di un clima più mite rispetto alla parte restante. Sul suo territorio è possibile trovare soprattutto basi per la ricerca scientifica.  Infatti, il Trattato antartico, firmato 60 anni fa, ha dichiarato il continente un’area dedicata alla pace e alla scienza. È ricoperto per il 98% dai ghiacciai della calotta antartica e le temperature arrivano anche a -50°C.  

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Il paradigma della crisi ambientale

Questo primo volo nella terra dei ghiacciai perenni potrebbe spianare la strada verso una nuova tipologia di turismo? Un turismo basato sullo sci di fondo, sul trekking ma anche sulle passeggiate nella neve a piedi o su motoslitte? Beh, in Antartide non c’è un aeroporto ma ci sono ben 50 piste di atterraggio che renderebbero accessibile il turismo di massa. Ad oggi, il continente è raggiungibile tramite il mare, partendo dall’Argentina. Oppure tramite le crociere che partono dalle isole Falkland, dal Cile e dall’Oceania.

Ma sarebbe giusto pensare all’Antartide come una sorta di immenso luna park? In un momento storico in cui la terra sembra soffrire per la mancanza di materie prime e per il surriscaldamento globale, sarebbe giusto rovinare attraverso le mani dell’uomo, una delle poche parti del mondo non ancora totalmente distrutte? L’Antartide è un paese fatto di estremi. È il più freddo, il più inospitale, il più desolato. Forse è per questo che è la destinazione preferita per il turismo di lusso. Per chi è stufo delle solite mete e quindi vuole spingersi lì dove la natura magari non lo desidera. E forse è proprio la sua vulnerabilità a renderlo cosi attrattivo.

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“L’Antartide è come il cuore della Terra: si espande e si contrae come un battito cardiaco, mentre la potente corrente che gira intorno al continente è come un sistema circolatorio, che assorbe correnti calde da altri oceani e ridistribuisce il freddo acqua”.

Marcelo Leppe, direttore dell’Istituto Antartico Cileno.

Quindi quanto può essere considerato corretto andare a toccare proprio il cuore della terra? Avendo la consapevolezza di avere ai piedi delle scarpe sporche con un inchiostro indelebile? Lascio a voi la risposta.  

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