WaterBear: la piattaforma streaming gratuita che parla dell’ambiente

In un mondo in cui esistono già Netflix, Disney Plus, Prime Video, oltre allo streaming “diversamente legale”, potreste chiedervi: cosa altro potrebbe offrire l’ennesima piattaforma, ovvero WaterBear? Scopriamolo.

WaterBear: la Netflix per l’ambiente

Definire il network Waterbear come “la Netflix dell’ambiente” è senza dubbio suggestivo ma poco esaustivo. Certamente, fornisce un immediato appiglio all’immaginario per cosa ci dobbiamo aspettare se decidessimo di far visita alla piattaforma. In effetti, WaterBear, come Netflix, offre un catalogo di contenuti in streaming, accessibile attraverso un browser o un’applicazione sia su dispositivi Apple che Android. Come Netflix, i contenuti sono divisi per categoria, compresi gli Originals (ovvero, contenuti esclusivi della piattaforma di riferimento). Insomma, se conoscete già come funziona una piattaforma streaming, l’analogia è perfettamente calzante.

WaterBear, letteralmente "orso d'acqua", noto anche come Tardigrado, è un organismo pluricellulare capace di vivere in condizioni estreme.
WaterBear, letteralmente “orso d’acqua”, noto anche come Tardigrado, è un organismo eutelico (ha un numero costante di cellule) capace di vivere in condizioni estreme.

WaterBear: in cosa si differenzia dalle altre notissime piattaforme streaming?

Come già detto, una delle differenze con la maggior parte delle piattaforme streaming esistenti è il fatto che WaterBear, oltre a presentare dei contenuti strettamente correlati all’ambiente, sia gratuita. Una volta creato l’account, il gioco è fatto. Potete selezionare in un vasto catalogo che prevede serie a tema, come per esempio Cornwall’s Climate Stories. Essa è una serie di documentari che vede come tema centrale l’impatto del Cambiamento Climatico nella regione di riferimento,  ma non solo. La stessa serie si concentra sulle imprese locali, sulle community di ricercatori e gruppi locali che tentano di spiegare come affrontare le sfide del cambiamento in atto.

Un altro esempio può essere The Tree of Plenty (WaterBear Original), un documentario sull’Amazzonia, in portoghese e sottotitolato in inglese. Esso narra come una comunità abbia scongiurato l’estinzione di un albero. Si tratta dell'”Ucuuba”, un albero che può raggiungere i 35 metri e i cui semi sono utilizzati nel campo della cosmesi e dei farmaci. Il locale “Movimento de mulheres das ilhas de Belèm”, nato con l’intento di rendere più indipendenti alcune donne dai propri partner, ha trasformato il salvataggio di un albero in estinzione in un business. L’insegnamento principale verte sul fatto che l’Amazzonia può essere un capitale economicamente sfruttabile senza depredarla.

L'albero dell'Ucuuba: potete trovarne un documentario di poco meno di 9 min su WaterBear.
L’albero dell’Ucuuba: potete trovarne un documentario di poco meno di 9 min su WaterBear.

WaterBear è un incoraggiamento all’azione

Lo scopo della piattaforma è, come minimo, duplice: portare una voce nuova nel mondo dell’ambientalismo e nella lotta al Climate Change attraverso un network dedicato ma anche un invito all’agire concreto. Che si tratti di farsi carico di piantare un albero, di sensibilizzare i propri contatti attraverso la condivisione dei loro contenuti o di fare una donazione a una delle ONG partner, ogni azione è ben accetta.

Se i contenuti sono gratis, come fanno a sostenersi?

Naturalmente, per quanto lo sforzo possa essere lodevole e di nobili fini, la produzione e distribuzione dei contenuti porta con sé dei costi. A questo punto è ovvio chiedersi “da dove arrivano i fondi”?

Il sistema di finanziamento è un complesso di collaborazione con aziende che hanno l’obiettivo della sostenibilità. Ma non solo: si finanziano attraverso l’e-commerce sostenibile, referral di ecoturismo con i partner di viaggio di riferimento, eventi live ppv (pay per view).

Una piattaforma nata per un’idea di innovazione

Ellen Windemuth, CEO di WaterBear,  ha finanziato la nascita della piattaforma in seguito alla vendita di Off The Fence (che produce programmi non-fiction) alla ZDF Enterprises. Come ha dichiarato nella stessa intervista:

[per essere innovativi] restiamo al passo con l’innovazione tecnologica, che si tratti di metodi di ripresa o nuove apparecchiature di post-production o di nuovi metodi di consumo di media. Evitiamo soluzioni rapide e rischi costosi, leggiamo molto e parliamo con alcuni visionari chiave in ogni area per essere sicuri di ciò che stiamo facendo.

Come vedere i contenuti di WaterBear

Come detto, è sufficiente scaricare l’app omonima, WaterBear, oppure andare all’indirizzo WaterBear.com. Attualmente, la piattaforma è disponibile in buona parte del globo, Europa inclusa. I contenuti sono, al momento, reperibili solo in inglese o, al più, sottotitolate in inglese. Se doveste essere indecisi su cosa guardare su Netflix o qualunque sia la vostra piattaforma di riferimento, da ora potreste decidere di dare una chance a WaterBear. Come più volte detto, è gratis!