Il 25 novembre è stato raggiunto l’accordo sulla revisione del sistema di tassazione dell’IRPEF. Il viceministro dello sviluppo economico Gilberto Picchetto ha spiegato la volontà di ridurre la pressione fiscale. Dal 2022 si potrebbe passare dalle attuali 5 aliquote a 4. Si pensa anche di rivedere le detrazioni e la no tax area e di eliminare l’IRAP per i professionisti e le imprese individuali. Cerchiamo di capire l’impatto che questa decisione potrebbe avere sui redditi dei lavoratori.
L’Irpef è l’imposta sul reddito delle persone fisiche e viene pagata dalle persone fisiche ed in alcuni casi dalle società che però la versano tramite i soci. I residenti in Italia pagano l’Irpef sui redditi prodotti in Italia e all’estero. I non residenti in Italia pagano l’imposta solo sui redditi prodotti nel territorio italiano. L’irpef è un’imposta progressiva che aumenta in base al reddito stesso. Attualmente le aliquote sono le seguenti:
E’ da tempo però che si parla di voler rivedere questo sistema di tassazione in un’ottica di abbassamento della pressione fiscale, oggettivamente alta, al fine di rendere più equo il sistema.
In Italia, si sa, i tempi di una riforma fiscale non sono propriamente brevi. Si deve passare attraverso un iter complesso fatto di legge delega e di decreti delegati. Proprio per questo motivo una parte del contenuto di tale riforma è stata inserita nella legge di Bilancio 2022 che è attualmente in discussione in Parlamento. Sono stati messi a disposizione ben 8 miliardi di euro per la riduzione del cuneo fiscale e dunque per la riduzione della tassazione Irpef.
Secondo il nuovo accordo politico, ci sarebbe una modifica non solo delle aliquote ma anche degli scaglioni. In particolare:
Dunque, in soldoni, il penultimo scaglione si ferma ad Euro 50.000 mentre in precedenza era pari ad Euro 55.000. Non dovrebbe esserci più lo scaglione tra Euro 55.000 ed Euro 75.000 ad oggi tassato al 41%. Le 2 aliquote intermedie, quella del 27% e quella del 38%, sarebbero ridotte rispettivamente al 25% e al 35%.
Ovviamente, stiamo parlando di economia e l’economia si basa su variabili che non sempre sono controllabili. Dobbiamo renderci conto che il sistema delle detrazioni condiziona e non poco la tassazione dell’Irpef. Ma proviamo a fare un esempio pratico.
Prendiamo come target Federica, lavoratrice con una RAL annua pari ad Euro 25.000. Questa RAL, ad oggi, rientra nello scaglione tassato al 27%. Per calcolare l’Irpef che Federica paga annualmente il calcolo è semplice:
Il valore lordo dell’Irpef pagato da Federica ad oggi è pari ad Euro 6.150.
Con le nuove aliquote l’importo dovrebbe essere diverso in quanto sui primi 15.000 euro si applicherà sempre l’aliquota pari al 23%, dunque Euro 3.450. Sulla parte restante invece si applicherà il 25% dunque, Euro 2.500.
Con le nuove aliquote Federica andrà a pagare annualmente un Irpef pari ad Euro 5.950, con un risparmio rispetto ad oggi, di Euro 200.
Facendo un rapido calcolo, la situazione a livello di risparmio dovrebbe essere la seguente:
Oltre alla riduzione delle aliquote Irpef, si sta discutendo anche su eventuali modifiche delle detrazioni d’imposta e della no tax area che attualmente è fissata a circa Euro 8.000. Degli 8 miliardi stanziati nella legge di Bilancio, un miliardo dovrebbe essere utilizzato per eliminare l’Irap per i lavoratori autonomi e per le imprese individuali.
Ovviamente tutto ciò è ancora una proposta e si spera possa fare da base ad una riforma fiscale volta a rendere più “dolce” la tassazione per i redditi medio bassi soprattutto per i lavoratori che maggiormente sentono il peso del cuneo fiscale.