Omniverse sfrutta la tecnologia Ray-tracing in tempo reale, combinata con vari strumenti per la creazione di mondi 3D nei quali gli utenti potranno immergersi virtualmente; similmente a quanto accade per il metaverso di casa Meta e quelli di Microsoft ed Epic Games. Si tratta di veri e propri universi paralleli che attirano investimenti per diversi miliardi e il loro mercato può realmente contribuire alla formazione di nuovi modelli di business.
Time ha inserito Omniverse nella sua The Best Inventions of 2021 insieme alle invenzioni che quest’anno si sono rivelate più originali e di impatto per il mondo in cui viviamo. Secondo la celebre rivista statunitense, renderà più semplice la creazione di spazi virtuali ultra-realistici, ma Omniverse (che attualmente conta più di 70 mila utenti in open beta) è molto di più.
Sono state sviluppate nuove piattaforme che affiancheranno il progetto, come Omniverse Avatar e Omniverse Replicator. Avatar si caratterizza per la generazione di assistenti AI, in grado di interagire quotidianamente con le richieste dei clienti quali transazioni, ordini ai ristoranti e prenotazioni di vario tipo. Replicator è invece un potente motore di dati sintetici per l’addestramento di reti neurali. Dai risultati di Replicator nascono poi Drive Sim e Isaac Sim, due replicatori rispettivamente per veicoli e robot autonomi.
“I mondi virtuali sono più che semplici giochi: sono utili per pianificare infrastrutture come strade ed edifici e possono anche essere usati per testare veicoli autonomi” – Time su Omniverse
Il metaverso suscita numerose opinioni in contrasto. I presupposti sono quelli di una tecnologia davvero rivoluzionaria che può avere un forte segno positivo sulla vita di tutti i giorni; vedremo se sarà così o se si riveleranno degli investimenti fallimentari.
Nel 1999, l’annuncio della prima GPU (Graphics Processing Unit) da parte di Nvidia segna la sua ascesa nel mercato delle schede grafiche e dei computer. Nello stesso anno avviene la quotazione in borsa in lista Nasdaq. Da allora l’azienda ha compiuto passi da gigante diventando il punto di riferimento del visual computing per videogiocatori e artisti. I suoi orizzonti si poi sono allargati con la sperimentazione nel campo delle simulazioni, per l’addestramento dei sistemi di guida autonomi dei veicoli. Con Omniverse sbarca nella realtà virtuale.
Il brand ha registrato particolari crescite soprattutto nel settore del gaming (da sempre il suo punto di forza) e dell’intelligenza artificiale, tramite la produzione di chip per applicazioni. Buona parte degli incassi arriva poi dalla vendita delle schede video, richieste in gran numero da aziende e minatori di criptovalute. Le schede della “serie 30” si dimostrano infatti perfette per i processi di validazione blockchain.
Durante l’ultimo trimestre l’azienda ha aumentati i ricavi del 50%, toccando i 7,10 miliardi di dollari a fronte dei 6,82 miliardi stimati dalle analisi di mercato; per il prossimo trimestre si prevede un fatturato di 7,4 miliardi. Il CEO Jen-Hsun Huang ha promesso che pagherà un dividendo di 4 centesimi per azione a coloro che abbiano acquistato azioni Nvidia prima del 3 dicembre. In generale, gli andamenti hanno mostrato come nell’ultimo anno il titolo sia cresciuto del 140% per un valore complessivo di circa 800 miliardi. Se Omniverse continuerà a riscuotere successo, Nvidia supererà la soglia dei 1000 miliardi, trovandosi tra aziende come Amazon, Apple e Tesla.
Senza ombra di dubbio, la tecnologia di Nvidia avrà un ruolo chiave nello sviluppo del metaverso: come ha dichiarato il CEO di Ritholtz Wealth Management, Josh Brown, al momento le schede grafiche dell’azienda californiana rappresentano la soluzione migliore per renderizzare le grafiche di questa realtà virtuale. Gli stessi avatar di Omniverse sono pensati per entrare in contatto con la realtà (quella vera) e offrire supporto in stazioni, aeroporti e nei luoghi di servizio. A detta di Huang, questa è una delle più grandi opportunità del presente. L’unico ostacolo, ad oggi, sembrano essere le indagine da parte dell’Antitrust britannico sulla questione dell’acquisizione di ARM Ltd, il principale progettista di chip al mondo. L’operazione è costata 40 miliardi di dollari ma con essa, Nvidia si riafferma colosso della tecnologia.