Italia Oggi, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma e Cattolica Assicurazioni, ha stilato la 23esima classifica sulle città con la migliore qualità della vita in Italia. Ovviamente non bisogna stupirsi se da tale ricerca è emerso che al nord si vive meglio. Ciò che invece stupisce è che al primo posto non ci siano le grandi big city quali Torino e Milano. Al primo posto, nel 2021, troviamo Parma. Il piccolo capoluogo emiliano ha scalato la classifica di ben 39 posizioni rispetto all’anno precedente, togliendo la corona a Pordenone che è scesa in classifica di ben 8 posizioni. La top ten, di seguito la tabella, annovera tutte città al di sopra del Po:
1-Parma |
2-Trento |
3-Bolzano |
4-Bologna |
5-Milano |
6-Firenze |
7-Trieste |
8-Verona |
9-Pordenone |
10-Monza e Brianza |
Gli ultimi posti in classifica sono occupati invece dai piccoli centri e dalle grandi metropoli del Sud. Roma, per quanto riguarda la qualità della vita, scende sempre più in basso. Se nel 2020 occupava la 50esima posizione, quest’anno è scesa alla 54esima. Mentre Napoli e Crotone occupano, rispettivamente, il penultimo e l’ultimo posto. Aumenta quindi il divario tra il Nord ed il Sud. Divario che è aumentato in grande parte per colpa della pandemia. È opinione comune che le città del Nord abbiano saputo affrontare meglio la crisi sanitaria e sociale causata dal Covid-19 e si siano riprese quasi in tempo record. Ma, nella classifica degli ultimi posti, ci sono anche città del centro nord quali Asti, Como e Rimini.
Come mai le città del Sud non riescono a scalare la classifica? Ci stiamo quindi dicendo che non bastano il mare ed il sole per rendere una città vivibile? Cerchiamo di capire secondo quali criteri è stata stilata la classifica.
Sono 9 i criteri che sono stati presi in considerazione per stilare la classifica sulla qualità della vita: sicurezza, disagio sociale, ambiente, affari e lavoro, tenore di vita, popolazione, servizi finanziari, salute e tempo libero.
Milano è la città migliore per quanto riguarda il reddito ed il lavoro. Questo criterio soddisfa sia i bisogni fondamentali dell’uomo sia i desideri personali. A Milano, quasi tutti gli intervistati, riescono ad accumulare un patrimonio eventualmente utile se si dovessero riscontrare difficoltà economiche.
Dal punto di vista della sicurezza invece è una delle peggiori, mentre Aosta è la migliore. Su questo criterio incidono soprattutto i rischi di incidenti stradali e la criminalità che può comportare danni al patrimonio, stress ed angoscia ma anche dolori fisici. Siena, Rimini ed Aosta sono ai primi posti per quanto riguarda il tempo libero. In queste città c’è un’ottima offerta culturale che favorisce la creazione di rapporti interpersonali. La qualità ottimale del tempo libero è data anche dalla presenza di associazioni e centri sportivi ma anche cinema, musei e teatri.
Per quanto riguarda l’istruzione, è Trieste in cima. Qui c’è un bassissimo tasso di abbandono prematuro della scuola e un tasso di formazione alto tanto da garantire ottime opportunità sul mercato del lavoro e quindi sulle possibilità di fare carriera.
Rispetto agli anni precedenti, le grandi città hanno fatto un balzo in avanti non indifferente. Basti vedere Milano che è passata dal 45° posto del 2020 al 5° nel 2021. Oppure Firenze (dal 31°al 6°) o Bologna (dal 27° al 4°). Il motivo di tale escalation non può che essere la gestione della crisi dovuta alla pandemia da Covid 19. Queste città sono riuscite ad affrontare meglio l’emergenza riprendendosi in modo rapido rispetto ai piccoli centri urbani che attualmente zoppicano ancora.
Ciò che purtroppo fuoriesce dalla classifica è il sempre più elevato divario tra il Nord ed il Sud. L’Italia risulta praticamente spaccata in due. E il parametro che maggiormente sottolinea questa differenza è il reddito. La differenza tra il PIL del nord e quello del sud è pari al 45% e non è poco. Al nord la ricchezza patrimoniale è nettamente superiore rispetto al sud. Infatti Milano, Bologna, Parma sono tra le città più ricche d’Italia, mentre Napoli, Cosenza e Catania sono tra le più povere.
Ma come si può riportare l’Italia ad essere un paese unico, senza distinzioni così tanto marcate? Secondo ItaliaOggi, bisognerebbe gestire meglio i Fondi del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza che prevede uno stanziamento di circa 82 miliardi di Euro per il Mezzogiorno, investiti principalmente sui giovani e sulle donne. Di fronte ad una crisi, bisogna sempre avere la forza di ripartire. Con i talenti presenti lungo tutto lo stivale e con le capacità innovative famose in tutto il mondo, l’Italia intera avrebbe, anzi ha, tutte le capacità per ritornare ad essere una protagonista compatta e fiera senza squarci interni che le impediscano di splendere nella sua totalità.