Smart working: il diritto alla “vita post office”

Dall’entrata in vigore dello smart working sembra che le persone abbiano ripreso in mano la propria vita dedicandola al lavoro ma anche allo svago. Ma è davvero così? Lavorare da casa vuol dire essere multitasking. Vuol dire creare un connubio tra vita privata e vita lavorativa. Vuol dire stare in call mentre si cucina o si stira ma è davvero giusto tutto questo?  Bisogna stabilire delle norme precise che regolino lo smart working e che stabiliscano il diritto alla disconnessione perché dire “oggi lavoro da casa!” non sempre basta visto che, molto spesso, non c’è una netta distinzione tra lo svolgere il proprio lavoro e il vivere la propria vita.

Per questo motivo, in vari paesi europei si stanno approvando pacchetti legge che introducano regole precise per chi lavora in smart working.

Lo smart working in Europa

Con la Loi du Travail del 2016, i francesi sono stati i primi a stilare una bozza di legge che tuteli le aziende con più di 50 dipendenti. Queste ultime sono obbligate a prevedere il diritto dei propri dipendenti a disconnettersi fuori dall’orario di lavoro; ad oggi però non è ancora previsto alcun tipo di sanzione.

In Germania invece, la possibilità di disconnettersi è a capo delle singole aziende. Infatti non tutte lo hanno previsto. Nel paese teutonico, la possibilità di spegnere pc, telefono o altro dopo l’orario di lavoro non è prevista da alcuna normativa.

Il caso del Portogallo, promotore di “arresta il sistema”

Il Portogallo nel 2020 ha introdotto lo smart working ed ha vietato il controllo della permanenza al pc dei dipendenti. Ha inoltre garantito loro un incontro bimestrale con i datori di lavoro, per evitare il rischio di isolamento sociale. Il Parlamento portoghese ha approvato la regola secondo cui se un datore contatta un dipendente oltre l’orario di lavoro, incorre in sanzioni. Se il lavoro viene svolto oltre l’orario di ufficio, il datore sarà obbligato a pagare l’eventuale utilizzo in più delle utenze domestiche. Le bollette potranno essere messe in nota spese e rimborsate come fossero viaggi. Il paese iberico facilitando l’equilibrio tra vita sociale e lavoro, non è riuscito però a far approvare il diritto alla disconnessione vera e propria. Infatti in Portogallo non c’è la possibilità di spegnere tutti i dispositivi una volta terminato il turno.

smart working disconnessione

Lo smart working, si sa, va concordato in anticipo. In Portogallo questo non sarà più obbligatorio se si hanno figli che non hanno ancora raggiunto gli otto anni d’età.

Ma in Italia?

In Italia a causa della pandemia da Covid-19 si è ricorso sempre più alla formula dello smart working. Tale formula ha coinvolto le vite di tutti, sia lavoratori del settore privato sia lavoratori del settore pubblico. L’adozione del lavoro agile ha comportato modifiche delle abitudini nei dipendenti tra cui la gestione del tempo in casa. Nel nostro paese il diritto alla disconnessione è stato introdotto per la prima volta con la legge sullo smart working, la 81 del 2017. Secondo l’articolo 19 nel momento in cui ci si accorda per lo smart working, bisogna valutare delle misure tecniche ed organizzative. Tali misure devono fare in modo che i dipendenti possano disconnettersi dagli strumenti lavorativi a seconda delle tempistiche stabilite dal contratto.

Alcuni disturbi da lavoro agile

Il diritto alla disconnessione tutela non solo il tempo libero ma evita anche che il dipendente possa avere problematiche o disturbi legati al lavoro. Non è raro sentire di persone che si affidano a professionisti del settore perché non riescono più a distinguere il lavoro dalla vita privata. I disturbi maggiormente riscontrati sono:

  • La Sindrome di Burnot: dal termine inglese “burn out” ossia “esaurirsi, bruciarsi”. Sta ad indicare quello stato di esaurimento, dovuto ad un forte stress lavorativo, che ti porta a non gestire bene il tuo lavoro;
smart working disconnessione
  • Il Tecnostress: questo è facilmente intuibile come patologia. Si tratta dello stress dovuto all’utilizzo sbagliato delle nuove tecnologie. Prendiamo ad esempio un dipendente prossimo alla pensione che ha sempre fatto riunioni in presenza. Non sarà facile per lui abituarsi alle piattaforme online utilizzate oggi per fare riunioni o incontri.

Dunque, in un mondo dove ormai tutto è a distanza, il diritto alla disconnessione e allo smart working dovrebbe essere sacro. Il mondo di una persona non può essere limitato alla propria postazione lavorativa. Prima di essere un lavoratore, si è madre, padre, amica e sorella/fratello. Prima delle 9 del mattino, bisogna poter andare a fare una corsa al parco senza l’ansia delle mail che ti intasano il telefono. Dopo aver acceso il pc, bisogna dare il massimo dell’efficienza anche se si è a casa, magari in tuta, senza nessuno che ti controlli. Solo in questo modo si ha un connubio perfetto tra l’essere un professionista efficiente ed una madre, un padre, un’amica sempre presente.