La fatidica domanda “Quale facoltà vuoi frequentare all’università?” fatta dallo zio di quarto grado di fronte ad una bella fetta di panettone potrebbe rientrare nel menù fisso della cena di Natale. Una domanda super scontata che sarà stata sicuramente seguita da una altrettanto scontata risposta quale “medicina” o “economia” o “matematica”. Ma nessuno penserebbe mai alla possibilità di effettuare l’iscrizione a due facoltà.
E se io volessi iscrivermi contemporaneamente a medicina e ad economia così da ottimizzare i tempi e diventare un commercialista che opera al cuore a 35 anni? O a giurisprudenza ed ingegneria così da diventare un avvocato che visita lo spazio a 41? Perché non dovrei frequentare due corsi di laurea in contemporanea se riesco pienamente a gestire il tutto senza impazzire? In Italia, almeno fino ad ora, tutto ciò non è consentito! L’iscrizione ad un altro corso di laurea, dopo aver già conseguito una laurea, è possibile. Iscriverti simultaneamente a due corsi di laurea diversi no.
Questo perché nel lontano 1933 è stata emessa una legge che vieta la doppia laurea. L’art.142 del RD 1592/1933 del TU sulle leggi sull’istruzione superiore recita quanto segue:
“Nelle Università e negli Istituti superiori si può ottenere l’iscrizione solo in qualità di studenti. Salvo il disposto dell’art. 39, lettera c), è vietata l’iscrizione contemporanea a diverse Università e a diversi Istituti d’istruzione superiore, a diverse Facoltà o Scuole della stessa Università o dello stesso Istituto e a diversi corsi di laurea o di diploma della stessa Facoltà o Scuola”.
Ovviamente per cercare di capirla, dobbiamo proiettarci nel periodo storico in cui è stata emessa. Stiamo parlando dei primi anni del ‘900, periodo fascista in cui pochissimi fortunati avevano la possibilità di frequentare le università, sia perché non tutti potevano permettersi le elevate rette sia perché non tutte le famiglie potevano fare a meno di braccia per il lavoro agricolo. Studiare in più facoltà avrebbe comportato eccessivi dispendi energetici ed economici, che non tutte le famiglie avrebbero potuto sostenere.
La messa in discussione di tale legge è arrivata agli inizi del 2000 quando è salito alla cronaca il caso di un ragazzo che si è visto rifiutare un master in Inghilterra perché iscritto contemporaneamente ad un corso di laurea magistrale in Italia. C’era il rischio che uno dei 2 titoli non venisse riconosciuto in Italia. Ma può una legge emessa 88 anni fa influenzare oggi, nel 2021, una carriera universitaria? A quanto pare i nostri politici, finalmente, ci stanno lavorando.
In data 12 ottobre 2021 la Camera ha approvato all’unanimità, con 387 voti favorevoli e nessun contrario, la doppia laurea, con l’eccezione di non poter seguire contemporaneamente due corsi di dottorato, due specializzazioni mediche o un corso di laurea e contemporaneamente una specializzazione medica (e ce ne faremo una ragione!).
Ovviamente non è ancora legge, poiché come sappiamo, manca il passaggio in Senato ma il nostro ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa già esulta e a buona ragione. Finalmente, se tutto ciò diventa legge, sarà possibile uniformarsi non solo al resto dell’Europa ma al resto del mondo evitando anche la fuga di cervelli, che pur di seguire i propri sogni preferiscono lasciare il bel Paese. Se l’iter sarà veloce, già dal prossimo anno accademico i nostri studenti potranno scegliere ben 2 corsi di laurea da frequentare. Che dire? Ad maiora!
A cura di Maria Francesca Malinconico