Un gesto più che apprezzato quello di Massimo Moratti. In una lettera firmata ed indirizzata ai dipendenti dello stabilimento di Sarroch, ha comunicato che rinuncerà al proprio emolumento per metterlo a disposizione degli stessi.
Nella lettera inviata ai propri dipendenti, Moratti scrive:
Vi ringrazio per i sacrifici che state facendo che, certamente, sono di grande aiuto per il superamento di un periodo difficile. Mi permetto, per questo, di mettere a disposizione il mio emolumento annuo che almeno Vi consentirà di alleviare, almeno in parte, il peso della cassa integrazione. Un caro saluto. Massimo Moratti
Lo stipendio di Massimo Moratti, ex patron dell’Inter, in veste di presedente della raffineria Saras, è pari a 1,5 milioni per il 2020. Ma con un gesto di grande solidarietà ha deciso che quell’emolumento andrà ridistribuito fra tutti i dipendenti dello stabilimento. E questo prevede un’integrazione in busta paga di 150 euro a testa, per 3 mesi. Un gesto tanto gradito dai dipendenti quanto dai sindacati che dichiarano:
La famiglia Moratti ancora una volta dimostra di stare vicino ai suoi dipendenti. Non ho mai visto un’iniziativa simile in alcuna realtà imprenditoriali in Sardegna
Stefano Fais, Rsu aziendale Cgil
La raffineria sarda, così come tantissime realtà, in questo anno e mezzo ha subito il colpo causato dal fermo dovuto alla pandemia. E così come conseguenza della riduzione dell’attività di impianti e fabbriche, i dipendenti dello stabilimento son stati messi in Cig per due giorni al mese.
Questa scelta deriva dalla necessità di contenere i costi dello stabilimento anche attraverso l’utilizzo di ammortizzatori sociali, come difatti l’introduzione della cassa integrazione parziale.
La Saras (Società Anonima Raffinerie Sarde) si occupa di raffinazione di petrolio e produzione di energia elettrica. Ha sede nel sud della Sardegna, a Sarroch, e allo stato attuale impiega oltre 1900 dipendenti.
Costituita nel 1962 ad opera di Angelo Moratti, padre di Massimo, ed inaugurata alla presenza di Andreotti, ad oggi è uno degli stabilimenti più grandi del Mediterraneo.
Lo stabilimento, soprattutto tra la popolazione sarda, è stata oggetto di varie critiche succedutesi negli anni e riguardanti sia l’impatto ambientale che una raffineria petrolifera causa, sia la scarsa sicurezza sul lavoro denunciata da operai e sindacati.
Scarsa sicurezza che è emersa dopo due incidenti mortali avvenuti nel 2009 e 2011, nei quali hanno perso la vita complessivamente 4 operai e 2 son rimasti feriti.