Ora c’è la data: il prossimo 15 Ottobre, Alitalia cesserà definitamente di volare ed al suo posto sorgerà Ita. L’intesa è stata raggiunta tra Governo e Commissione europea, e dunque il futuro della nuova compagnia di bandiera sta iniziando a delinearsi in maniera più netta. Permangono tuttavia alcuni dubbi sulla nuova flotta che solcherà i cieli italiani: mezzi, personale e rotte quelli che maggiormente influenzeranno la vita di tutti i giorni.
Alitalia, di proprietà statale, è stata per decenni la principale presenza aerea locale in Italia. Una forza lavoro gonfia, una flotta obsoleta e un modello operativo inefficiente la affliggevano con costi elevati, tuttavia lasciarla fallire può essere ritenuto un fallimento politico.
A ragione di ciò, a partire dal 15.10 pv vi sarà una nuova compagnia di bandiera tricolore: ecco, ad oggi, il piano di rilancio:
Secondo i termini dell’accordo con l’UE, inoltre, ci saranno anche gare d’appalto per attività non aeree, che richiederanno a Ita di collaborare con altre società interessate a concorrere per servizi di assistenza a terra e manutenzione.
L’obiettivo generale è quello di creare un vettore snello che possa puntare principalmente sui mercati internazionali, senza farsi imbrigliare dai costi e dagli impegni che hanno messo Alitalia sotto tutela del governo italiano dal 2017.
Secondo Bloomberg, tuttavia, la strada per il successo di Ita si presenta come tutt’altro che agevole: tanti e agguerriti competitors (le low cost Ryanair – che controlla il 33% del mercato italiano, e ha ripristinato la capacità pre-pandemica-, Wizz Air – +6 basi da inizio 2020, previsione di raddoppio flotta in Italia- , ed EasyJet su tutte) hanno oramai rosicchiato il mercato interno di Alitalia grazie sia alla pandemia che al lungo processo di ricostruzione e incertezza in cui ha versato l’azienda tricolore. La newco è poi grande circa la metà di Alitalia, dunque le sue dimensioni parrebbero troppo esigue per affrontare compagnie ben più consolidate; inoltre, l’azienda possiede solamente 7 aerei wide body ed al momento non ha un partner più grande (tuttavia l’amministratore delegato Fabio Lazzerini ha affermato che un prossimo legame con una compagnia aerea internazionale potrebbe essere sia commerciale che industriale).
Da questi termini emerge come una partnership sia necessaria per Ita: occorre però sottolineare come non sarà sufficiente senza investimenti, seguendo le parole dell’economista dei trasporti Giuricin
“Essere parte di uno dei più grandi gruppi europei è più importante. Una strategia autonoma non è più un’opzione”.
Andrea Giuricin
Gli ingredienti fanno perciò sì che l’avvio di Ita possa presentare numerose incertezze ed essere a rilento. A ciò si deve aggiungere il fatto che Ita verrà lanciata proprio mentre il turismo entra nella stagione invernale, quando anche le compagnie aeree europee più sane generalmente perdono denaro.