Ora c’è la data: il prossimo 15 Ottobre, Alitalia cesserà definitamente di volare ed al suo posto sorgerà Ita. L’intesa è stata raggiunta tra Governo e Commissione europea, e dunque il futuro della nuova compagnia di bandiera sta iniziando a delinearsi in maniera più netta. Permangono tuttavia alcuni dubbi sulla nuova flotta che solcherà i cieli italiani: mezzi, personale e rotte quelli che maggiormente influenzeranno la vita di tutti i giorni.

Ita spiccherà il volo in autunno: il piano


Alitalia, di proprietà statale, è stata per decenni la principale presenza aerea locale in Italia. Una forza lavoro gonfia, una flotta obsoleta e un modello operativo inefficiente la affliggevano con costi elevati, tuttavia lasciarla fallire può essere ritenuto un fallimento politico.

A ragione di ciò, a partire dal 15.10 pv vi sarà una nuova compagnia di bandiera tricolore: ecco, ad oggi, il piano di rilancio:

  • Gli attuali 52 aerei diverranno 105. In questi 105 sono compresi 81 mezzi di ultima generazione. Si riceveranno 700 Mln dal tesoro per l’avvio;
  • Il personale dovrebbe attestarsi attorno le 2800 unità, per poi crescere gradualmente fino a circa 5500 dipendenti. I dipendenti di Alitalia perderanno livelli retributivi e anzianità;
  • Poli principali saranno Fiumicino per Roma e Linate per Milano. 45 destinazioni, 61 rotte. Entro il 2025 si punta ad avere 74 destinazioni con 89 rotte;
  • Durante inverno 2021, voli garantiti su New York da Milano e Roma, Tokyo, Boston, Miami (da Roma);
  • Collegamenti su San Paolo, Buenos Aires, Washington, Los Angeles a partire da estate 2022;
  • All’avvio, nell’autunno 2021, le principali mete Europee saranno già coperte;
  • Previsione di fatturato 2025: 3329 Mln Euro;
  • Previsione pareggio operativo: terzo trimestre 2023;

Secondo i termini dell’accordo con l’UE, inoltre, ci saranno anche gare d’appalto per attività non aeree, che richiederanno a Ita di collaborare con altre società interessate a concorrere per servizi di assistenza a terra e manutenzione.

L’obiettivo generale è quello di creare un vettore snello che possa puntare principalmente sui mercati internazionali, senza farsi imbrigliare dai costi e dagli impegni che hanno messo Alitalia sotto tutela del governo italiano dal 2017.

Le possibili difficoltà di Ita

Ita, Market Grab
Market Grab, source: Bloomberg

Secondo Bloomberg, tuttavia, la strada per il successo di Ita si presenta come tutt’altro che agevole: tanti e agguerriti competitors (le low cost Ryanair – che controlla il 33% del mercato italiano, e ha ripristinato la capacità pre-pandemica-, Wizz Air – +6 basi da inizio 2020, previsione di raddoppio flotta in Italia- , ed EasyJet su tutte) hanno oramai rosicchiato il mercato interno di Alitalia grazie sia alla pandemia che al lungo processo di ricostruzione e incertezza in cui ha versato l’azienda tricolore. La newco è poi grande circa la metà di Alitalia, dunque le sue dimensioni parrebbero troppo esigue per affrontare compagnie ben più consolidate; inoltre, l’azienda possiede solamente 7 aerei wide body ed al momento non ha un partner più grande (tuttavia l’amministratore delegato Fabio Lazzerini ha affermato che un prossimo legame con una compagnia aerea internazionale potrebbe essere sia commerciale che industriale).
Da questi termini emerge come una partnership sia necessaria per Ita: occorre però sottolineare come non sarà sufficiente senza investimenti, seguendo le parole dell’economista dei trasporti Giuricin

“Essere parte di uno dei più grandi gruppi europei è più importante. Una strategia autonoma non è più un’opzione”.

Andrea Giuricin

Gli ingredienti fanno perciò sì che l’avvio di Ita possa presentare numerose incertezze ed essere a rilento. A ciò si deve aggiungere il fatto che Ita verrà lanciata proprio mentre il turismo entra nella stagione invernale, quando anche le compagnie aeree europee più sane generalmente perdono denaro.