La pandemia ha colpito duramente tutti i settori, tra cui quello calcistico. I maggiori club europei si trovano in grandi difficoltà economiche. Anche le squadre italiane non se la passano bene. Tra le società più in difficoltà c’è la neo vincitrice del Campionato di Serie A: l’Inter. I problemi derivano non soltanto dalla già precaria situazione economico-finanziaria dei Nerazzurri, aggravata poi dalla pandemia, ma sono dovuti anche alla proprietà dell’Inter. I piani di Suning, multinazionale cinese proprietaria dell’Inter dal 2016, dipendono infatti dalle scelte strategiche del Governo cinese. Ecco che allora l’azionariato popolare potrebbe essere una buona soluzione.
L’azionariato popolare, nel contesto aziendale del calcio, consiste nella partecipazione al capitale sociale di una determinata società da parte di un gruppo di individui. Solitamente si tratta di tifosi della squadra stessa, ma la partecipazione è aperta a chiunque desideri investirvi. In base alla quota investita, essi prenderanno parte ai risultati aziendali, godendo dei diritti e dei doveri spettanti al singolo socio.
Il vantaggio di tale modello di business è la maggiore diffusione della proprietà delle azioni della società, che comporta una maggiore stabilità dell’azienda e consente una partecipazione ampia alle decisioni societarie.
L’azionariato popolare è molto diffuso in Germania, dove, per la cosiddetta legge del 50%+1, le società di calcio della Bundesliga non possono essere di proprietà di un singolo azionista per più del 50%. Il modello seguito da Interspac è quello del Bayern Monaco. I Campioni di Germania, infatti, hanno un azionariato che conta circa 293.000 soci che possiedono il 75% del Club. Il restante 25% è posseduto da Adidas, Allianz e Audi. Tale business model ha permesso di rendere il Bayern Monaco una società estremamente stabile sia “politicamente” che finanziariamente.
Non a caso è uno dei pochissimi top club europei con i conti a posto. Al contrario di altre squadre come Manchester City e Paris Saint Germain, che hanno speso miliardi di euro negli ultimi anni per vincere poco o niente, soprattutto a livello europeo, il Bayern ha dimostrato che è possibile vincere anche spendendo poco. È paradossale pensare che anche le tre principali società calcistiche italiane, Juventus, Inter e Milan, negli ultimi anni abbiano speso di più dei tedeschi e si siano indebitate moltissimo, con scarsi risultati a livello di vittorie internazionali.
Anche in Spagna il Barcellona ha fatto ricorso all’azionariato popolare. I Blaugrana adottano però un modello diverso. Ogni anno è necessario pagare una quota per poter partecipare attivamente alla gestione della società e ad avere particolari agevolazioni. Ad esempio, gli oltre 233.000 soci del Barcellona possono eleggere direttamente il presidente del club. Dapprima il Barcellona aveva imposto dei limiti abbastanza restrittivi su chi potesse diventare socio. Ora invece tali limiti sono stati sollevati, in modo tale che la platea possa essere ulteriormente allargata.
Caro Cottarelli, ex Direttore del Fondo Monetario Internazionale tra le altre cose, è il promotore dell’iniziativa che riguarda l’azionariato popolare dell’Inter attraverso la società Interspac. L’obiettivo principale è quello di dare un sostegno economico alla società, che da diversi anni non gode di ottima salute dal punto di vista economico-finanziario. La situazione si è aggravata in seguito alla pandemia e l’attuale proprietà ha iniziato un piano di abbassamento dei costi.
Interspac si ispira al modello del Bayern Monaco. Una volta raccolto il capitale necessario Interspac potrebbe diventare azionista di minoranza dell’Inter.
Carlo Cottarelli ha spiegato chiaramente i due motivi principali per cui l’Inter dovrebbe cedere delle quote:
Si porta capitale fresco a costo zero, evitando di pagare milioni di interessi. Si crea un legame stretto tra tifosi e squadra, così si aumentano le entrate di merchandising e biglietteria. Poi la società deve essere amministrata bene. In Germania il modello funziona. Puoi anche vincere senza spese pazze. L’idea dell’azionariato popolare è portare stabilità.
Carlo Cottarelli a La Gazzetta dello Sport
Oltre a Carlo Cottarelli già quaranta personalità del mondo del calcio, giornalisti e personaggi televisivi hanno aderito all’iniziativa:
Beppe Bergomi, Enrico Bertolino, Andrea Bocelli, Stefano Boeri, Paolo Bonolis, Alessandro Cattelan, Claudio Cecchetto, Valerio De Molli, Gianfelice Facchetti, Fabio Fognini, Massimo Galli, Peter Gomez, Tommaso Labate, Giancarlo Leone, Gad Lerner, Luciano Ligabue, Maurizio Mannoni, Enrico Mentana, Pietro Modiano, Michele Mozzati (Michele), Mario Nava, Roberto Nicastro, Enrico Pazzali, Max Pezzali, Mariangela Pira, Antonio Polito, Giacomo Poretti (Giacomo), Gianni Riotta, Enrico Ruggeri, Gabriele Salvatores, Sergio Scalpelli, Pietro Senaldi, Michele Serra, Beppe Severgnini, Giovanni Storti (Giovanni), Marco Tarquinio, Flavio Valeri, Roberto Vecchioni, Antonio Versace, Luigi Vignali (Gino).
Successivamente la partecipazione sarà estesa a tutti coloro interessati al progetto. La quota minima da versare sarà di 500€. Dal 25 giugno è disponibile online un sondaggio per capire cosa pensino tifosi e non tifosi dell’azionariato popolare e per avere un’idea del possibile interesse.
La società e il presidente Steven Zhang sono stati informati. Se l’iniziativa andrà in porto l’Inter diventerà la prima squadra italiana a seguire questo modello di business. Non ci resta che attendere i prossimi sviluppi.