Faw: le supercar cinesi saranno progettate in Italia
Faw group corporation (First Automobile Works) è il più grande produttore di automobili in Cina: nel 2019 ha infatti venduto 3.5 milioni di automobili, circa un terzo del gruppo Volkswagen, leader del mercato in termini di vendite nello stesso anno. L’obiettivo del colosso cinese è di chiudere gradualmente il gap di competitività con i brand giapponesi ed europei, arrivando a raddoppiare le vendite già nel 2025.
Faw è tra le più antiche case automobilistiche cinesi, ed è stata fondata nel 1953. Negli anni ha creato diversi Brand, tra cui il più famoso è HongQi, che produce sedan e SUV di alta gamma. Sebbene HongQi non sia particolarmente noto al pubblico europeo, è un brand iconico in Cina, tanto da essere il veicolo di stato dei principali leader cinesi; a questo proposito, una versione blindata del modello HongQi N501 fece molto scalpore sui nostri giornali per il suo design classico nel 2019, quando il presidente cinese Xi Jinping la utilizzò durante la sua visita a Roma dedicata all’ingresso dell’Italia nel progetto della nuova via della seta.
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Faw punta a crescere globalmente
Faw è cresciuta in maniera costante negli ultimi anni, e sta investendo massivamente in tecnologie elettriche, design e progettazione della vettura. Per supportare ulteriormente lo sviluppo, l’azienda è consapevole di dover potenziare la sua presenza nei mercati esteri, in particolare quello europeo e quello americano. L’ingresso in questi mercati, tuttavia, è tutto fuorché semplice: il livello di ricercatezza e sofisticazione del mercato europeo per esempio, non è paragonabile a quello cinese, e la competizione delle aziende rivali è molto più aspra rispetto a quella domestica.
Per questo motivo, il colosso cinese sta cercando di chiudere il gap di competenze tecniche e di conoscenza del mercato attraverso investimenti esteri diretti in ricerca e sviluppo; l’azienda ha quindi aperto nel 2017 due centri di ricerca e sviluppo in località strategiche per il futuro dell’industria automobilistica: rispettivamente Monaco di Baviera e la Silicon Valley.
L’investimento in Italia
In questo contesto si colloca l’investimento di oltre un miliardo di euro in Italia. Tramite una Joint Venture con l’azienda di design ed ingegnerizzazione delle vetture Silk EV, nascerà in Italia il centro di Innovazione, Ricerca & Sviluppo e di Design del colosso cinese.
L’Hub da 320.000 metri quadrati nascerà vicino a Reggio Emilia, e porterà alla creazione di un migliaio di posti di lavoro: l’obiettivo della joint venture è quello di sviluppare modelli supersportivi a motorizzazione elettrica ed ibrida. Le prime vetture, che saranno sviluppate grazie alla guida del noto designer Walter De Silva, dovrebbero essere realizzate già nel 2023.
La scelta di posizionamento della joint venture in Emilia Romagna è altamente strategica. Nella cosiddetta motor valley nostrana è infatti presente uno dei più grandi distretti industriali italiani, che conta più di 16.000 aziende e 90.000 addetti. Tra queste ricordiamo Ferrari, Maserati, Lamborghini, Ducati, Pagani, Dallara, Haas, Alfa Tauri e gran parte della loro filiera. La vicinanza ad eccellenze del settore è un grande vantaggio, in quanto permette di accedere alla manodopera altamente qualificata che vive nella zona, che passando da un’azienda ad un’altra favorisce il passaggio di conoscenze tecniche. Al contempo, la presenza di un numero così consistente di aziende specializzate attrae giovani talenti, garantendo un ricambio generazionale ed una costante spinta innovativa. In questo modo, le conoscenze tecniche del settore rimangono ancorate ad una determinata area geografica, e si rafforzano per mezzo di network informali tra professionisti.
Se avrà esito positivo, il progetto di Faw porterà enormi vantaggi tecnologici all’azienda, e potrebbe nel tempo consentirle di competere alla pari con le case automobilistiche europee di maggior successo. Non dobbiamo infatti pensare che la conoscenza accumulata relativamente alle supercar rimanga legata a tale segmento: come abbiamo visto anche nel caso di Tesla, è spesso vantaggioso sviluppare tecnologie su supercar che garantiscano alti margini di guadagno per poi adattarle al mercato di massa.
Articolo a cura di Saverio Bianco