” The deal would be the largest SPAC transaction on record “. Esordisce così il WSJ a pochi minuti dall’indiscrezione saltata fuori tra la notte del 3 e 4 giugno 2021, riferendosi ai rumors su una possibile acquisizione dell’Universal Music Group da parte della Pershing Square Tontine Holdings (PSTH), società americana, identificabile negli anni ottanta come appartenente al cerchia delle blank check companies e in mano a William Ackman, ceo della SPAC stessa. Trattativa a quanto pare saltata, ma con risvolti tutt’altro che negativi. Dalla CNBC arriva la notizia del possibile accordo raggiunto con l’americana sull’acquisto del 10% delle azioni ordinarie in circolazione di Universal Music Group, un accordo dal valore di circa 4 miliardi di dollari, ufficializzata da una nota della stessa PSTH.
Per precisare brevemente a cosa si fa riferimento quando si sente parlare di spac, si è soliti indicare con questo acronimo le Special Purpose Acquisition Companies, società quotate in borsa tramite IPO e attaverso cui avviene in prima battuta il reperimento di fondi, ai fini di avviare in seguito attività di vario tipo, specialmente acquisizioni ma anche partecipazioni aziendali, fusioni, reperimento di assets, acquisto di attività e generica gestione aziendale, servendosi di società target. L’esempio di società target a cui si farà riferimento oggi è proprio Universal Music Group, leader mondiale nel settore musicale.
Non si parla più quindi di acquisizione. PTSH punta su un pezzo da novanta del mercato musicale internazionale. La Universal Music Group (UMG) vanta una moltitudine di artisti sotto la sua ala ed è una delle più importanti etichette discografiche del globo. Posseduta dalla francese Vivendi che, in queste ultime ore, è in comunicazione con Ackman per la vendità del 10% della società, l’Universal ha conquistato il ceo della spac, che afferma:
<< L’Universal è uno dei business più grandi al mondo. UMG soddisfa tutti i nostri criteri di acquisizione e principi di investimento; è la principale compagnia musicale al mondo, con una royalty sulla domanda globale in crescita nel settore musicale. Siamo lieti di lavorare con Vivendi su questa transazione iconica e attendiamo con ansia la sua realizzazione >>
Come prevedibile, al leak di un possibile accordo tra la società di Ackman e il gigante musicale in mano a Vivendi il titolo, che ha chiuso in positivo il 3 giugno, nell’after-market flette a quota 21 dollari, nel timore di un possibile buco nell’acqua; nella giornata successiva continuerà ad orbitare sulla stessa linea di prezzo, sfiorando i 22 dollari in prima mattinata.
Come riporta il comunicato pubblicato sul sito della compagnia, Ackman avrebbe intenzione di avviare la distribuzione delle azioni umg agli stessi azionisti subito dopo la quotazione di Universal su Euronext Amsterdam, prevista per settembre. Il deal non inficerà in alcun modo la composizione societaria della spac, confermando che dopo la contrattazione la società disporrebbe di un totale di cassa pari a 1,5 miliardi, con cui proseguire attività alternative di scouting e targeting. La nota precisa e sottolinea che le due società rimarranno indipendenti e con un board distinto.
Scorrendo il comunicato, si precisa e motiva la scelta di PSTH, ritenendo la Universal leader del settore musicale in quanto presenta caratteristiche peculiari e affidabili; un basso indice di leva finanziaria, flussi di reddito ricorrenti che richiedono un capitale minimo nonostante una crescita elevata, posizionamento favorevole in un mercato in costante crescita anche grazie alla diffusione dello streaming e costi fissi contenuti che permettono l’espansione dei marginidi profitto a lungo termine sono solo alcune delle caratteristiche che hanno consolidato la volonta di Ackman nell’insistere anche dopo il mancato incontro di bisogni delle due società, che hanno voluto mantenere un’identità distinta.
Nel primo trimestre 2021 il fatturato di UMG è stato pari a 1,809 miliardi, +2,26% rispetto al trimestre dell’anno precedente. Stando a quanto dichiarato fin ora, non è escluso che tra l’etichetta discografica e la spac americana ci possano essere ulteriori risvolti.