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Chi è Maurizio Arrivabene, il futuro AD della Juventus

I risultati calcistici non sono di certo una tematica di Business, ma la rivoluzione societaria che ne deriva di certo sì. La Juventus ha iniziato da qualche settimana la sua rivoluzione, a partire dall’addio di Fabio Paratici, per poi passare dal nuovo (vecchio) tecnico Massimiliano Allegri, fino ad arrivare alla figura per noi di maggiore interesse, ovvero quella di amministratore delegato. I rumors degli ultimi giorni, che oggi sono diventati molto concreti, anche se ancora manca l’ufficialità, danno per certo l’assegnamento del suddetto ruolo (CEO, se volete fare i “fighetti” con l’inglese) a Maurizio Arrivabene. Per alcuni, si tratta di un volto conosciuto (amato o odiato a seconda della persona), per altri invece si sta parlando di un totale sconosciuto.

Soprattutto per i secondi, ma anche per rinfrescare un po’ la memoria ai primi, ci prendiamo (con estremo piacere) la briga di raccontarvi “vita, morte e miracoli” del futuro AD di Juventus FC: ecco chi è Maurizio Arrivabene.

Philip Morris, Agnelli, Ferrari e Juve: la carriera di Maurizio Arrivabene

Come ogni ragazzo a scuola ben sa, si inizia sempre dalla nascita. Maurizio Arrivabene nasce a Brescia il 7 marzo 1957 (64 anni) e nelle sue vene scorre sangue bianconero, infatti si è sempre dichiarato un tifoso della Juventus. Dopo gli studi e i primi lavori, Arrivabene ottiene il suo primo vero incarico importante alla Philip Morris, a Losanna (Svizzera) nel 1977.

Il manager si dedica principalmente alle attività di Marketing dell’azienda e lo fa così bene, tanto da arrivare a ricoprire il ruolo di Vice Presidente di Marlboro Global Communication. Dal 2011 ha ricoperto la carica di presidente del consiglio di amministrazione Consumer Channel Strategy and Event Manager per Philip Morris International. Durante la sua carriera in Philip Morris, conosce Andrea Agnelli e ne diventa amico, il rapporto di stima tra i due (che ancora sussiste) darà un’impronta profonda alla vita di Maurizio Arrivabene.

Passiamo al 2014, esattamente al 24 novembre di quell’anno, momento in cui Arrivabene viene chiamato in causa per ricoprire il ruolo di direttore della Scuderia Ferrari in Formula 1, subentrando a Marco Mattiacci. Resta nella Scuderia di Maranello per cinque anni, in cui riesce a mostrare carattere e personalità, tanto da restare amato nella mente di molti tifosi (odiato da altri), pur non riuscendo portare a casa il mondiale. Viene sollevato dall’incarico nel 2019 e al suo posto arriva Mattia Binotto.

Intanto dal 2012, e qui torna in campo l’amicizia con Andrea Agnelli (non con un significato negativo, di “raccomandazione”, ci mancherebbe altro), Maurizio Arrivabene entra a far parte del CdA (Consiglio di Amministrazione) della Juventus, con grande emozione per il manager tifoso della squadra da una vita.

Ed è proprio alla Juve che Iron Mauri, così simpaticamente chiamato con il significato di “manager di ferro” che si è guadagnato negli anni, avrà (quasi sicuramente, manca solo l’ufficialità) la possibilità di salire sul gradino dei vincitori, dopo non aver centrato lo stesso obiettivo in Ferrari, (ri)portando la squadra sul tetto dell’Italia e dell’Europa.

Come sarà strutturata la nuova dirigenza della Juventus

L’arrivo di Maurizio Arrivabene nel ruolo di amministratore delegato, rimasto vuoto dopo l’addio di Beppe Marotta e sostituito dal pool “Paratici, Ricci, Re”, rivoluzionerà la struttura dirigenziale del club.

Innanzitutto vi sarà Federico Cherubini nel ruolo di responsabile dell’area sportiva (occupato finora da Paratici). Vi sono poi Stefano Bertola, ovvero colui che si occupa tutt’ora dell’aspetto finanziario della società e che continuerà a farlo, e Giorgio Ricci, colui che si dedica ai ricavi della squadra.

Il compito di Maurizio Arrivabene sarà quello di “gestire il gruppo, valorizzare il brand e perseguirne lo sviluppo commerciale”, come riporta TuttoSport.

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Published by
Angelo Falcone