Il 2020 e buona parte del 2021 hanno rappresentato il periodo più brutto per gli artisti del mondo della musica, del teatro e del cinema. Ma non per tutti. In particolare, il 2021 è stato l’anno della consacrazione dei Maneskin che hanno messo a segno la doppietta “Sanremo-Eurovision”. La vittoria del Festival europeo può essere considerata una buona notizia anche per il nostro Paese che nel prossimo anno ospiterà l’edizione dell’evento. Ma quali sono i costi e i guadagni per chi organizza questo evento?
L’Eurovision Song Contest nel 2016 ha registrato 204 milioni in 42 Paesi differenti con un ascolto medio del 36,8%. Si tratta dello spettacolo televisivo non sportivo più seguito al mondo ma anche di uno show economicamente oneroso. Per questo motivo si tratta di una “coproduzione” tra tutti i Paesi partecipanti che contribuiscono ai costi di produzioni assieme alle istituzioni e agli sponsor.
Ovviamente, la quota varia a seconda dei fattori come la grandezza del Paese e i dati d’ascolto dell’edizione precedente. Le prime 5 in termini di spesa sono:
Non tutti gli Stati organizzatori rendono pubblici i bilanci inerenti allo show, gli unici dati a disposizione sono fermi al 2015 con le quote di partecipazione di Spagna e Germania che ammontano rispettivamente a 356mila euro per il Paese iberico e 363mila per i bavaresi.
Nel 2012, l’Azerbaigian spese addirittura 48 milioni di euro costruendo un palazzetto finalizzato ad ospitare l’evento. L’anno successivo, per l’edizione di Malmö, la Svezia spese poco più di 13 milioni di euro.
In poche parole, l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest costa in media dai 20 milioni ad un massimo di 27, considerando anche le eccezioni precedentemente citate.
Considerando che lo scorso anno il Festival di Sanremo ha prodotto dei ricavi pari a 37,5 milioni di euro con una platea di 60 milioni di spettatori cosa c’è da aspettarsi da un evento che ha 750 milioni di potenziali spettatori con un pubblico medio di 200 milioni di persone?
Trovare sponsor ed inserzionisti non sarà difficili e questo vuol dire molti ricavi derivanti dalla pubblicità. L’intero indotto permetterà di far rifiatare numerosi lavori del mondo dello spettacolo come: tecnici, musicisti e altri artisti. Inoltre, rappresenta un’occasione per far ripartire gli operatori turisti come tour operator, albergatori e ristoratori tutti i protagonisti in negativo della Pandemia.
Nell’edizione del 2016, Stoccolma ha registrato un indotto turistico di 37 milioni di euro, con 38 mila visitatori di cui 28 mila stranieri. La successiva edizione organizzata a Kiev, la ricaduta a livello turistico ed economico è stata quantificata in 20 milioni di euro. Nello specifico ci sono stati 60 mila visitatori unici, di cui 20 mila stranieri. In particolare, questi ultimi hanno speso tra i 500 e i 1000 euro a testa.
Insomma, non è solo importante per l’Italia l’aver riportato nella nostra terra un titolo che mancava da 30 anni ma rappresenta un’occasione importantissima per quanto riguarda il turismo e le casse dello Stato.