Apple e abuso di posizione dominante: subentra la Commissione Europea
Apple nuovamente sotto i riflettori dopo la notificazione inviata dalla Commissione Europea al colosso americano tramite la formale “comunicazione degli addebiti” pervenuta nella mattinata di venerdì 30 aprile. Il motivo riguarderebbe l ‘abuso di posizione dominante nel segmento music streaming; in particolare sulle scorrette modalità di distribuzione dei servizi in capo alla multinazionale, che andrebbero ad inficiare alcuni fondamentali principi del mercato concorrenziale.
Cosa troverai in questo articolo:
Apple e la comunicazione degli addebiti: quali sono le motivazioni?
Per la precisione, Apple è accusata di aver distorto la concorrenza agendo direttamente sulle modalità di acquisto concesse all’interno dell’App Store, principale centro di raccordo dei vari servizi concessi ai consumatori. Necessario precisare che l’intervento della Commissione si è manifestato semplicemente attraverso una comunicazione formale, che intende rendere chiaro e trasparente l’attivazione, da parte degli organi preposti, di azioni preliminari per determinare la sussistenza dell‘abuso. Come recita il comunicato
La Commissione contesta l’uso obbligatorio del meccanismo di acquisto in-app di Apple imposto agli sviluppatori di app per lo streaming musicale di distribuire le proprie app tramite App Store di Apple
Come se non bastasse, la Commissione Europea sottolinea preoccupazioni sul fronte delle pratiche commerciali scorrette; questo perchè si sarebbero verificate pressioni e restrizioni in fase di sviluppo dell’app. Il motivo? Evitare che gli utenti possessori di IPhone e IPad potessero venire a conoscenza di possibili alternative, anche in termini di prezzo d’acquisto.
Apple avrebbe violato la concorrenza: gli effetti e le contestazioni
Le borse, d’altra parte, hanno reagito rapidamente alla comunicazione, attestando una stangata al ribasso a fine mattinata dello scorso venerdì. L’indice si ferma a 132.43, perdendo lo 0,79% dall’ultima chiusura
Sul fronte europeo, ecco le parole del commissario europeo della concorrenza, Margrethe Vestager:
Gli app store svolgono un ruolo centrale nell’economia digitale di oggi. Ora possiamo fare shopping, accedere a notizie, musica o film tramite app invece di visitare siti web. La nostra conclusione preliminare è che Apple sia un gatekeeper per gli utenti di iPhone e iPad tramite l’App Store. Con Apple Music, Apple compete anche con i fornitori di streaming musicale. Stabilendo rigide regole sull’App Store che svantaggiano i servizi di streaming musicale dei concorrenti, Apple priva gli utenti di scelte di streaming musicale più economiche e distorce la concorrenza. Questo viene fatto facendo pagare commissioni elevate su ogni transazione per i rivali e vietando loro di informare i loro clienti di opzioni di abbonamento alternative
L’ecosistema chiuso e i problemi riscontrati sulla distribuzione dei servizi
Nel comunicato, la Commissione precisa che per i consumatori Apple, l’App Store è l’unico metodo funzionale per usufruire della maggioranza dei servizi, tra cui le piattaforme streaming musicali. Le preoccupazioni riguardano appunto “l’ecosistema chiuso” dell’App Store di Apple, la cui conformazione è minuziosamente modellata secondo i dettami della multinazionale. Infatti, come celebra il comunicato, << per servire gli utenti iOS, gli sviluppatori di app devono distribuire le loro app tramite l’App Store, soggetto alle regole obbligatorie e non negoziabili di Apple >>.
Un’altra criticità riscontrata risiede nel fatto che Apple fa pesare sugli sviluppatori una commissione del 30% su tutti gli abbonamenti acquistati attraverso il suo sistema, per cui gli stessi sviluppatori corrono ai ripari riversando sugli utenti tali costi, aumentando i prezzi degli abbonamenti.
Ecco le due problematiche principali che la Commissione Europea ha sottolineato nella comunicazione degli addebiti inviata:
- l’uso obbligatorio del sistema di acquisto in-app di proprietà di Apple per la distribuzione di contenuti digitali a pagamento, L’IAP
- le Anti-steering provisions, pratiche attraverso cui Apple pregiudica la possibilità agli sviluppatori di rendere conoscibile ai consumatori l’esistenza di altre alternative d’acquisto, generalmente più economiche.
Queste pratiche commerciali scorrette andrebbero a violare l’art 102 del TFUE (Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea). Questo confermerebbe l’ipotesi di abuso di posizione dominante sul segmento di mercato in questione. Nelle prossime settimane saranno rese note le dichiarazioni degli organi di vigilanza e le indagini ancora in atto.