Riforma storica dell’inquadramento nei contratti dei metalmeccanici. Previsti un aumento in busta paga 112 euro sui minimi al V livello e l’eliminazione del primo livello. Dopo quattro giornate di trattative in plenaria sono stati sciolti prima i nodi normativi, poi quelli economici per il contratto che vigenza gennaio 2021 – giugno 2024.
Gli aumenti saranno pagati in quattro tranches: giugno del 2021 i primi 25 euro, poi a giugno 2022 altri 25 euro, quindi a giugno 2023 ulteriori 27 euro, e infine a giugno 2024 l’ultima quota di 35 euro.
Il contratto nazionale di lavoratori dei metalmeccanici ha subìto un importante aggiornamento. L’intesa tra Federmeccanica- Assistal e Fim, Fiom Uilm ha portato a:
La lunga battaglia tra Federmeccanica, Assistal, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm ha inizio nel novembre 2019. I sindacati chiedevano un incremento per 146 euro sui minimi giudicati insostenibili dalle imprese e a ottobre nel 2020 si era arrivati ad un punto di non ritorno con uno sciopero organizzato per lo scorso 5 novembre.
Il punto di svolta è stata con la presentazione della piattaforma datoriale lo scorso 26 novembre che prevedeva anche 65 euro del trattamento retributivo complessivo a regime.
Il sistema introdotto nel 1973, nel periodo fordista viene sostituito dalla nuova riforma dell’inquadramento professionale. La transizione verso l’Industria 4.0, ha fatto sì di realizzare le nuove declaratorie (e i relativi livelli retributivi) ridefiniscono i requisiti di 9 livelli di professionalità che sostituiscono le precedenti 10 categorie, con l’eliminazione della 1° categoria come livello di ingresso.
Ciò spiega con l’accrescimento di valore del lavoro nella metalmeccanica.
Il presidente di Federmeccanica, Alberto Dal Poz, ha sottolineato come il rinnovo riconosca “un incremento salariale rilevante che però mentiene il giusto equilibrio con le difficoltà economiche del momento. Abbiamo dato un segnale fortissimo non solo per le nostre imprese e per i nostri lavoratori, ma anche verso le istituzioni”.