Tesla ha raggiunto la capitalizzazione di 820 miliardi US$, sorpassando giganti come Facebook e portandosi al quinto posto tra le società Americane per capitalizzazione. Grazie a questa crescita esponenziale del prezzo delle azioni, consacratasi con l’ingresso del titolo nell’indice S&P 500, Elon Musk è diventato l’uomo più ricco della terra, con un patrimonio di 184 miliardi US$. Nonostante questi numeri da capogiro, il dato che più di tutti impressiona è il fatto che al momento Tesla valga più di Toyota, Volkswagen, Daimler, General Motors, BMW, Honda, FCA, Ford, Nissan e Subaru messe insieme! Tuttavia, Tesla ha venduto soltanto 500.000 auto nel 2020, per un ricavo lordo di circa 3 miliardi US$, mentre nello stesso periodo i sopra citati competitors ottenevano un ricavo lordo di 1,100 miliardi US$. È quindi evidente che le stime degli analisti finanziari valutino in maniera estremamente positiva le potenzialità di sviluppo future del brand e la sua penetrazione di mercato.
Elon Musk ha dichiarato che entro il 2030 Tesla sarà in grado di produrre 20 milioni di veicoli elettrici all’anno, coprendo quindi una fetta sempre più significativa del mercato. Per fare un confronto, Toyota nel 2019 ha venduto circa 10 milioni di auto. Non vi è ovviamente nessuna certezza che Tesla riuscirà a scalare la propria produzione di venti volte in soli 10 anni, e d’altronde Elon ci ha abituato negli scorsi anni a esternazioni molto ottimistiche poi non pienamente realizzatesi. Quello che è certo è che la strategia di crescita è stata intrapresa con forza, aprendo una Gigafactory a Berlino e continuando ad espandere le proprie capacità produttive a Shanghai ed in America.
Proprio la Gigafactory di Berlino è un investimento chiave per Tesla in ottica di scalabilità della produzione, non solo per servire il mercato europeo ottimizzando i costi, ma anche e soprattutto per assorbire le best practices tedesche nella qualità ed affidabilità delle vetture e dei processi produttivi.
Sebbene studi internazionali abbiano appurato che Tesla sia circa 6 anni avanti alla competizione nella qualità ed efficienza delle batterie, la competizione del mercato è ancora molto forte e non focalizzata solo sull’elettrico. A questo proposito, il CEO di Toyota ha recentemente dichiarato che le tecnologie full electric non possono essere sufficienti a coprire le esigenze di tutti i consumatori del futuro. Per questa ragione, Toyota sta effettuando forti investimenti sulle fuel cell ad idrogeno e continua ad investire per migliorare l’efficienza delle vetture ibride, di cui è stata la principale portatrice sul mercato.
Inoltre, sta effettuando una trasformazione radicale del modello di business, da esclusivo produttore di automobili a provider di servizi di mobilità, sintetizzabile con queste parole del CEO Akio Toyoda:
In maniera similare si stanno muovendo i principali players tradizionali, offrendo sul mercato svariate soluzioni tecnologiche, rispondenti a differenti bisogni dei consumatori. A supporto di questa strategia di diversificazione, l’Internation Energy Agency (IEA), tra le più eminenti autorità in materia di studi energetici, stima che solo il 22% delle autovetture vendute nel 2050 saranno full electric. La mobilità ibrida comporrà gran parte delle vendite e quella ad idrogeno acquisterà sempre più importanza. Al contrario, i combustibili tradizionali quali Diesel e Benzina perderanno sempre più quote di mercato.
Insomma, sebbene non vi sia dubbio che Tesla abbia acquisito un livello tecnologico ed una capitalizzazione che le consentono di affermarsi come il punto di riferimento per la mobilità elettrica, il settore sarà caratterizzato da una complessità di soluzioni sempre crescente che manterrà alta la competizione a vantaggio del consumatore finale. Non è tuttavia da escludere che per ogni tecnologia di alimentazione si formi un “campione” del mercato capace di elevarsi sopra gli altri competitors, come è già successo con Toyota e l’ibrido o Tesla e l’elettrico.
Articolo a cura di Saverio Bianco