Biden eletto: quali saranno le sue prime mosse?

Ieri è giunta la conferma dell’elezione di Joe Biden 46° POTUS, ma già da mercoledì scorso la notizia era nell’aria a seguito della reazione positiva dei mercati. Considerando il globo tutto, infatti, la temutissima settimana presidenziale si è conclusa venerdì con un +5,5 TN $ di capitalizzazione, ovvero il PIL giapponese. Inoltre, il valore dei mercati azionari globali è arrivato a toccare l’apice, con quota 93,5 TN $. La borsa, insomma, ha accolto “Sleepy Joe” in pompa magna.

Joe Biden eletto: l’altra faccia della medaglia

Se l’economia “fittizia” di Wall Street decolla, non si può certamente dire lo stesso della Main Street (i.e. economia reale), in continua contrapposizione alla prima da quando la pandemia mondiale è scoppiata. A ciò deve aggiungersi l’attuale correlazione inversa che lega la real economy ai consumi personali; dato questo assai più sorprendete rispetto al precedente. Tale fatto è conseguenza dell’ingresso in scena dei colossi dell’e-commerce, i quali spingono sempre di più i consumatori a comperare prodotti online piuttosto che nei negozi fisici al dettaglio (brick and mortar economy).

A riprova della potenziale crisi incombente a cui l’economia reale dovrebbe far fronte, ecco il Surprise Index di Citigroup: questo mostra come il rimbalzo economico estivo pompato da governi, FED, BCE… stia lentamente dissolvendosi quale neve al sole.

Reality Check Citigroup Biden

In un breve sunto: Cina (blu) ha diminuito la pendenza di crescita portandosi ad un plateau, USA (nera) ed Europa (rosa) l’hanno invertita – ingresso in fase due di double dip recession -.

L’ingresso in questa nuova zona è indicato anche dagli indicatori ad alta frequenza di Bloomberg, dati dall’analisi di specifiche info. Per farla breve, la ripresa globale appare sempre più debole, soprattutto se comparata con il ritmo estivo e gli indicatori PIL del terzo trim (in primis USA + 33,1%).

Double dip Bloomberg

Wall St festeggia

Quindi, riassumendo, prospettive macro denotano un pieno ingresso in nuova recessione. Allora perché Wall St festeggia l’elezione di Biden? La risposta appare controversa ai più: la Camera è Dem, il Senato Rep; ecco il motivo.

Ora, sapendo che il POTUS ha l’ultima parola su politica estera e militare, mentre per quanto concerne la politica interna deve passare per il Senato, ecco spiegate le principali reazioni della settimana appena trascorsa (leggasi, anche, Euforia Wall St):

  • Tutti i listini stranieri (Eu, Asia) hanno avuto un rialzo a causa di una possibile rimodulazione dei dazi – ultima decisione spetta a Biden;
  • Quotazioni USA al rialzo a causa di una minore possibilità di aumento tasse sugli utili aziendali (il senato bloccherebbe);
  • Minore probabilità spezzatino Big Tech (stessa motivazione precedente): queste hanno sovraperformato il mercato;
  • Minore possibilità Green Deal (causa Alt al Senato): le società di pannelli fotovoltaici si sono depresse;
  • Maggiori possibilità stimoli monetari, visto che Dem e Rep sono d’accordo, ma non di 7 TN $: ciò implicherebbe deprezzamento $ attorno a 1,2 , apprezzamento oro attorno a 2000$, riduzione yield sui bond e apprezzamento asset decorrelati (leggasi Bitcoin);

Non a caso, questo grafico di Bank of America, parla di sviluppi deflattivi economici legati allo scenario che si è delineato. Questo si combatte con politiche espansive, cioè nuovo intervento (o mantenimento attuale) di sostegno della FED, previste essere annunciato nella riunione tra il 15 e 16 dicembre pv; Powell infatti ritiene adueguati i 120 MLD al mese di acquisti.

Il reale peso della banca americana nei mercati è ben spiegato da uno studio di Société Générale: senza il bazooka del regime espansivo generato quale risposta alla grande crisi finanziaria del 2009 e da lì in poi mantenuto, S&P500 sarebbe più vicino ai 1.800 punti che ai 3.300 ed il Nasdaq navigherebbe in area 5.000 più che 11.000 (circa il 50% di differenza). Ecco perché i primi vagiti di Biden quale presidente saranno rivolti alla FED.